Home Approccio Italo Albanese Come gli oligarchi costruiscono sulla terra rubata protetti dallo stato

Come gli oligarchi costruiscono sulla terra rubata protetti dallo stato

Sulla spiaggia  un tempo vergine conosciuta dagli abitanti della zona come Dhraleo o  Strade Bianche, il 7 marzo del 2014 l’attuale governo  ha  approvato la licenza per il resort turistico “Green Coast”, un complesso di ville e appartamenti che ha  per investitore il gruppo Balfin, da realizzare su una superficie di 185.000 metri quadri (18,5 ettari) (2 link)

Pochi chilometri piu’ in la, nella stessa data il Consiglio Nazionale del Territorio (KKT), diretto dal Primo Ministro Rama, ha emesso un’altra licenza di costruzione per un resort di ville esteso du una superficie di 8.000 metri quadri, questa volta con investitore Eurocol sh.p.k.

Il complesso turistico Green Coast ha avuto nel 2015 il riconoscimento di  “investimento strategico”, ricevendo l’investitore la difesa giuridica dai problemi e dalle pretese sulla proprieta’ della terra sulla quale si  costruisce.

Con tutto  questo i documenti  e le testimonianze assicurate da BIRN dimostrano che questo resort, ma anche  quello di Eurocol vengono costruiti  su terreni che sono stati sottratti ai legittimi proprietari tramite falsificazioni o sentenze illegittime, per le  quali le strutture piu’ alte dello stato avevano piena conoscenza.

Nel momento in cui  sono state approvate le due licenze nel 2014, l’alterazione della proprieta’ a Palase era sotto investigazione della Procura di Valona  e della Task Force per la Verifica della Legittimita’ e della Maniera di Trasferimento della Proprieta’ Immobiliare Statale presso la Presidenza del  Consiglio. (2 link)

Anche se queste due istituzioni hanno  scoperto che centinaia di ettari di terra sui quali si stanno costruendo  i due  resort, di proprieta’ di quattro famiglie, sono stati trasferiti di proprieta’ in modo illegittimo, le autorita’ non hanno dato ascolto alle pretese legali dei proprietari legittimi, lasciando un dubbio sulle promesse del Primo Ministro Rama  di risolvere la questione delle proprieta’ lungo la costa  del sud.

Interrogato da BIRN sul problema della proprieta’ della terra sulla quale si sta costruendo il resort Green Coast sulla costa di Palase, il ministero dell’Economia ha rifiutato di commentare. Invece il gruppo Balfin respinge le accuse. “La Green Coast e’ parzialmente proprietaria del terreno e per una parte ha un contratto con i proprietari del terreno” dice a BIRN il portavoce di Balfin Eris Kasmi. Invece Eurocol rifiuta di  commentare “perche’ la persona responsabile e’ all’estero per un tempo imprecisato”.

 

Il trasferimento della proprieta’ di 21 ettari

A novembre 2009 il tribunale di Valona ha riconosciuto la proprieta’ alla famiglia  Nina su  una superficie di circa 4,8 ettari  nella spiaggia Dhraleo di Palase e ordina all’Uffcio di Registrazione della Proprieta’ Immobiliare (ZRPP) di Valona di registrarla. Kico Nina, aveva 50 anni nel 1996 quando ha iniziato a cercare presso le istituzioni le proprieta’ di suo nonno Foto Nina. Finora, e si  sta avvicinando ai 70 anni, e’ riuscito solo a raccogliere una grande borsa di documenti, ma senza riuscire ad ipotecare le proprieta’ ereditate.

Ma quando Nina si e’ rivolto al ZRPP per registrare la sua  proprieta’ ha scoperto che questa era registrata  dal 2009 a nome di un’altra famiglia, gli eredi del vicino Polimer Beja, e l’Agenzia di Trattamento delle Proprieta’ (ATP) rifiuta la sua richiesta sostenendo che  era fuori dai temini.

I documenti di cui dispone BIRN dimostrano  che la stessa storia e’ capitata ad altre tre famiglie, la cui proprieta’ era stata registrata sempre a nome della famiglia  Beja, e tutte e quattro le famiglie si sono rivolte alla Procura di Valona nel 2012 con una denuncia per falsificazione di documenti.

Secondo un rapporto della gia’ citata Task Force per la Proprieta’ della  Presidenza del Consiglio dei Ministri, nella Procura di Valona  hanno presentato denuncia , oltre a Kico Nina, anche le famiglie Ruci, Bifsha e Duni, tutti contro Polimer Beja e il suo rappresentante procuratore Stefan Billa.

Dall’investigazione della Procura di Valona e’ risultato che  Polimer Beja e il suo genero Stefan Billa hanno falsificato un documento chiamato “certificato di proprieta’ dal Capovillaggio di Dhermi” allo scopo di trasferire la proprieta’ sita a Palase. Attraverso la falsificazione hanno trasformato una proprieta’ di 3.000 merti quadri in una  di 210.000 metri quadri. (link)

Secondo Kico Nine  su  questa terra “falsificata” e  coinvolta in una  lunga serie  di  compravendite tra il 2009 e il 2012, oggi si costruisce  il resort Green Coast.

Nonostante sia stata provata la falsificazione, il  Tribunale di  Primo  Grado di Valona nel 2013 e poi quello di Appello nel 2015, hanno sopeso le indagini contro Billa e Beja sostenendo che  i procuratori  avevano indagato oltre i  termini procedurali.

Dai documenti avuti da BIRN questa terra nel 2013 e’ stata registrata a nome  di  Gent Prizreni (11,2 ettari) e a nome  di Pellumb Petritaj (7,15 ettari).

Prizreni  e’ un uomo  d’affari di Tirana, cognato di  samir Mane, proprietario di Balfin, mentre Pellumb Petritaj e’ un avvocato indagato dalla Procura dei Crimini Gravi come membro di un gruppo di criminalita’ organizzata nella falsificazione e registrazione  delle proprieta’ immobiliari della costa di Valona e di Himara.

“Il certificato di Beja e’ del 2009, mentre la stassa proprieta’ appare nel 2012 a nome di Prizreni. Queste persone  che hanno  approfittato della proprieta’, l’hanno fatto tramite la falsificazione” dice Nina.

Le famiglie Duni, Nina, Ruci e Bifsha  hanno  cercato continuamente l’intervento delle istituzioni piu’ elevate dello stato, dal Capo Procuratore Adriatik Llalla fino al Primo Ministro Rama, per risolvere la sovrapposizione  della loro proprieta.

Attraverso varie lettere le famiglie hanno invano  informato i  vertici delle istituzioni per le  falsificazioni fatte, a loro dire, dalla compagnia costruttrice a Palase per usurpare le  loro proprieta’. Ora hanno perso la speranza che le istituzioni albanesi possano risolvere il loro problema ma non si vogliono arrendere e si rivolgeranno al Tribunale di Strasburgo, essendo sicuri di trovare la’ la giustizia che  non possono  trovare in Albania.
Investimento strategico

Nella licenza emessa dal sindaco di Himara Jorgo Goro si sottolinea che la  zona  e’ “non gestita” e che il Municipio non si assume nessuna responsabilita’ per la localizzazione esatta della proprieta’. A inizio ottobre 2013 il sindaco di  Himara Goro approva un permesso provvisorio a favore della compagnia sviluppatrice S.E.R.E. sh.p.k. e dell’impresa esecutrice dei lavori Mane T.C.I. per fare una  recinzione provvisoria della proprieta’ registrata a nome Prizreni e Petritaj sulla spiaggia Dhraleo di Palase, ma nel documento si precisa “che in caso di pretese sui titoli di proprieta’ il permesso sara’ sospeso fino alla risoluzione del problema”.

Dopo pochi mesi, a marzo 2014 il KKT diretto dal Primo Ministro Rama approva, nella stessa zona catastale n. 1481, la licenza di sviluppo complesso per il resort Green Coast.

Su proposta del governo, nel maggio 2015, il Parlamento approva la Legge per gli Investimenti Strategici, che riconosce lo status di “investitore strategico” ai progetti  nel campo del turismo che investono piu’ di 5 milioni di euro e occupano piu’ di 80 lavoratori, e secondo l’articolo 28 consente l’esproprio per pubblica utilita, a danno di proprieta’ private, per rendere possibile la realizzazione di progetti qualificati come “investimento strategico”. A dicembre 2015 il governo approva 10 decreti  per definire e regolare le procedure per gli investitori strategici.

Lo stato dovra’ offrire agli investitori strategici tutte le infrastrutture ausiliarie, rete elettrica e idrica, fognature, depurazione e, ovviamente le strade. Ma lo stato dovra’ anche farsi carico delle attivita’ legali per il “consolidamento” dei titoli di proprieta’, facendo la loro registrazione  iniziale negli uffici catastali.

I progetti del gruppo Balfin sono stati tra i primi a beneficiare dello status di “investimento strategico” da parte dell’apposito Comitato degli Investimenti Strategici, e il resort Green Coast e’ tra quelli.

BIRN ha richiesto chiarimenti al Ministero dell’Economia sulle condizioni soddisfatte da Balfin perche’ il progetto del resort Green Coast sia stato riconosciuto come strategico, e se questi avessero risolto le pretese di proprieta’ di terzi sui terreni in cui si doveva costruire, ma il Ministero ha risposto per iscritto che la  compagnia aveva chiesto la confidenzialita’ su tutta la parte economica, mentre il portavoce di Balfin alla stessa richiesta ha risposto a BIRN che il governo per dare lo status si e’ basato sull’impatto economico del progetto, e che il terreno su cui si costruisce il complesso non ha problemi di proprieta’.(link)

Secondo il portavoce della compagnia, nel progetto di Palase, Green Coast sta costruendo in parte su un terreno di sua proprieta’ e per la parte rimanente su un terreno  regolarmente contrattato con il proprietario Gerian Kuka (link).

Cio’ nonostante le famiglie Nina, Ruci, Bifsha e Duni, che si ritengono vittime della falsificazione dei documenti, dicono che la verita’ e’ un’altra, e sostengono che i rappresentanti della compagnia costruttrice li hanno contattati per arrivare ad un accordo di  collaborazione, nonostante loro non siano ancora riusciti a registrare la propria proprieta’, offrendo loro un contratto a inizio 2014, prima che il governo qualificasse il progetto come “investimento strategico”. E nell’incipit di quella bozza di contratto loro sarebbero stati riconosciuti come i legittimi proprietari, che non hanno potuto registrare la proprieta’ a causa di quanto accaduto alla Agenzia di Restituzione e Compensazione delle Proprieta’. La compagnia offriva loro il 20% di coefficiente di permuta, a condizione che i proprietari risolvessero il conflitto.

“Non abbiamo accettato – dice  Jako Ruci – perche’ lo scopo di quell’accordo non era di metterci d’accordo, ma solo che attraverso l’accordo ci ritirassimo dal nostro diritto di cercare il nostro diritto.”

Secondo Kico Nina “Ci hanno offerto un compenso ridicolo, a condizione che  ci ritirassimo dal nostro diritto di proprieta’.” (link)

 

Altri abusi con un altro villaggio turistico a Palase

Anche Leko Lati sono circa 20 anni che cerca di ottenere la proprieta’ di un pezzo di terra ereditato nella zona  che gli abitanti di  Dhermi conoscono come “campo di Simo Lati” nella spiaggia di  Dhraleo.

Leko Lati ka afërsisht dy dekada që kërkon pronësinë e një sipërfaqe toke të trashëguar, në zonën që banorët e Dhërmiut e njohin si fusha e Simo Latit, në plazhin Dhraleo.

Nel 1998 ottenne un a sentenza del tribunale che lo riconosceva come proprietario di una parcella di circa 4,2 ettari di pascolo a Palase. Nel 2006 la Commissione per la Restituzione e la Compensazione della Proprieta’ gli ha  riconosciuto il diritto su 2,2 ettari di questa proprieta’ e la compensazione della parte rimanente, ma quando e’ andato ad appellare la sentenza, visto che la terra era libera e non c’era motivo che gliela compensassero, ha scoperto che la terra era gia’ registrata a nome di altri proprietari. E oggi il governo ha autorizzato la costruzione del villaggio turistico.

Secondo Leko Lati gli abusi iniziano nel 2001, quando un decreto di Meta ordino’ la registrazione delle superfici su cui erano stati fatti investimenti dalle societa’ piramidali. Il decreto comprendeva anche la proprieta’ di Leko Lati dove, secondo il governo, La societa’ piramidale Kamberi  avea costruito un oggetto turistico su una  superficie di 20.000 metri quadri, con un valore di 60 milioni di lek.

Dopo questo decreto, la proprieta, che non si sa come possa essere diventata proprieta’ di Kamberi, e’ stata venduta all’asta ad un prezzo di 2.000 lek al metro quadro, prima a 8 persone, poi ceduta ad altri.

Alla Procura di Valona ci sono decine di denunce per la sua terra fatte da Leko Lati a partire  dal 1998, e in alcuni casi la Procura ha iniziato le indagini per chiuderle con l’argomento che  non si trovavano i documenti originali per poter provare le falsificazioni. Nel 2008 un decreto del governo Berisha ha  annullato il decreto del 2001, ma le prospettive legali di Leko Lati e del Municipio di Himara di annullare la transazione di  vendita di questa terra sono state abbattute da una sentenza del tribunale.

L’ultima sentenza della Corte Suprema nel  febbraio del 2010 ha rifiutato le pretese di Lati e del Municipio di Himara che  contestavano le transazioni che avevano consentito di alienare la terra.

“La societa’ Kamberi a Dhraleo non ha mai avuto un punto turistico e curiosamente qui comincia la vendita a terzi – dice Lati – Dopo non so chi ne ha approfittato e alla fine ho imparato che il governo ha approvato un resort sulla mia terra”.

Ma il 7 marzo del 2014, sulla terra per cui Lati sta combattendo da anni nei tribunali, Il Consiglio Nazionale del Territorio ha approvato un permesso di sviluppo per la costruzione di un resort turistico alla societa’ Eurocol sh.p.k.

Leko Lati ha dichiarato a BIRN di non essere disposto a rinunciare alla sua  battaglia per la proprieta’, e di essere pronto a donare la terra alla Chiesa, o a qualcun altro, ma non a quelli che  gliela stanno rubando usando anche lo Stato.

Nello stesso tempo la Procura dei Crimini Gravi ha avviato le indagini per una  organizzazione strutturata criminale creata con lo scopo di appropriarsi della proprieta’ immobiliare nella costa del distretto di Valona.

Secondo il dossier 33 ettari a Palase di Himara sono stati sequestrati, mentre e’ ricercato Pellumb Petritaj e indagati una serie di ufficiali locali. E questa non e’ l’unica indagine sull’alterazione  della proprieta’ dei terreni sulla costa del sud iniziata dalla Procura di Valona.

Dal 2013 il governo  ha approvato 6 altri progetti di costruzione di villaggi turistici. Secondo gli atti del Consiglio Nazionale del Territorio sono stati approvati permessi di sviluppo ad Hamallaj, Kashar, Ishem, Velipoje, fshati Shetaj a Durazzo, e a Dhermi.

Pubblicato inizialmente in lingua albanese su Reporter.al con il titolo “Resortet turistike në bregdetin e jugut po ndërtohen në prona të grabitura” a firma Lindita Cela, tradotto e liberamente riassunto da exit.al

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