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GLI ALBANESI DI CALABRIA: LA GJITONIA ARBËRESHË DI CARAFFA DI CATANZARO

Da Sergio Straface

Gjitoni è più che parente.

E’ giusto anticipare che la Gjitonia Arbëreshë, il vicinato, è quell’unità fisica, sociale e simbolica risultato, anche, delle particolarità urbanistiche e architettoniche degli insediamenti abitativi delle comunità Albanesi.

La Gjitonia Arbëreshë è infatti quel luogo circoscritto da poche case che si affacciano su una piazzetta dove, specialmente le donne, sedute su gradoni in genere murati, si riuniscono per svolgere le funzioni quotidiane, permettendosi anche qualche pettegolezzo.

E ancora i Gjitoni, i vicini, pare si aiutino sia nello svolgere le attività produttive che in caso di esigenze scambiandosi, soprattutto in passato, anche prodotti alimentari, come prestarsi il pane, instaurando così importanti e duraturi vincoli di solidarietà.

Così, come nelle altre comunità Albanesi, la Gjitonia Arbëreshë di Caraffa di Catanzaro è un luogo particolarmente importante per la comunità. Qui esiste e persiste ancora un antico detto popolare, fra l’altro decisamente diffuso, che restituisce l’essenza della Gjitonia Arbëreshë: Gjitoni è più che parente, il vicino è più intimo di un parente.

Franco Fileni, compianto professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, con evidente sapienza e sensibilità identificava la Gjitonia Arbëreshë come il locus della cultura Arbëreshë perché è esattamente nellaGjitonia Arbëreshë che viene trasmesso il patrimonio orale da una generazione all’altra, e sempre nella Gjitonia Arbëreshëche avvengono scambi di beni e di prestazioni secondo il valore d’uso.

GLI ARBËRESHË DI CARAFFA DI CATANZARO

Caraffa di Catanzaro ricorda il cognome della famiglia Carafa, Duchi di Nocera, a cui gli Albanesi che qui decisero di insediarsi dedicarono il nome del villaggio probabilmente in segno di gratitudine per la concessione dei terreni.

A quanto pare, autorevoli storici sostengono che Caraffa di Catanzaro siauno tra i primi insediamenti Albanesi d’Italia, fondato intorno al 1448 in seguito di un’imponente ondata migratoria di milizie albanesi venuti in Italia al seguito di Demetrio Reres, e dei due figli Basilio e Giorgio.

Demetrio Reres, per l’aiuto prestato al Re di Napoli Alfonso D’Aragona, fu nominato governatore della provincia di Reggio Calabria e le sue milizie pare diedero origine a diversi paesi attorno a Catanzaro, esattamente come Caraffa di Catanzaro.

Si ricordano anche Andali, Arietta, Carfizzi, Gizzeria, Marcedusa, Pallagorio, S. Nicola Dell’Alto, Vena di Maida e Zangarona, tutti comuni di chiare origini e identitàArbëreshë.

PER CONCLUDERE

Come scriveva Franco Fileni nel 1997 nel suo Analogico e digitale:

Attualmente tutto ciò che è stato descritto si va disfacendo piano piano: le strutture dei paesi stanno cambiando, l’emigrazione impoverisce le superstiti Gjitonie, che si stanno indirizzando sempre più verso il luogo in cui giacciono le vestigia del passato: la memoria.

E’ evidente che oggi le cose pare siano diverse dal passato. In ogni modo laGjitonia Arbëreshë rimane quell’unità fisica, sociale e simbolica delle comunitàArbëreshë, luogo ancora di trasmissione del sapere tradizionale, di incontri e di tanto in tanto di scambi sociali.

Ps: si ringrazia Giulio Peta e Francesco Graziano.

Ps: Sergio Straface e’ un Antropologo. Si occupo di ricerca etnografica e lavoro nel Marketing e nel Management dei Beni Culturali e del Territorio. Qui scrivo di tradizioni popolari e folklore – ricette e food – religiosità popolare – reportage – comunità linguistiche calabresi (Arbëreshë, Grecanica e Occitana) – abbazie, chiese, conventi e santuari… insomma tutto quello che ha a che fare con l’universo etno antropologico soprattutto in Calabria. Vai al Blog

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