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Alla scoperta del Milan Club Albania. Maldini, Sacchi e i magici Anni 90: così Tirana è diventata rossonera

Da Domenico Esposito*

Tirana, 21 febbraio 1991. Il crollo della statua del dittatore Enver Hoxha in piazza Scanderbeg segna la fine della dittatura e del regime comunista. Soprattutto, scandisce l’inizio di una nuova era per l’Albania. Contemporaneamente il Milan del rampante e ambizioso Silvio Berlusconi irrompe sulla scena mondiale, vincendo tutto con Arrigo Sacchi prima e Fabio Capello poi. È il Milan di Baresi e Maldini, del magico trio olandese formato da Rijkaard, Gullit e Van Basten, di quel calcio totale con cui il Diavolo ha riscritto la storia entrando di diritto nell’olimpo dei club più forti di sempre.

La Serie A è al massimo del suo splendore: non c’è stella che non approdi in Italia. Altro che terzo millennio. E, in Albania, dove fa scalo il viaggio di IBTimes nel mondo del tifo, il calcio stellare del Belpaese entra nelle case di tutti. In breve tempo il Milan, con i suoi campioni e i suoi successi in campo internazionale, diventa la squadra più amata. Il numero dei tifosi cresce a dismisura. Unisce la gente. E raggiunge il suo apice il 7 aprile 2013, quando a Tirana viene fondato il Milan Club Albania. Nonostante Berlusconi abbia chiuso il portafogli e sacrificato i suoi fuoriclasse, il fascino dei rossoneri resta tuttora inalterato. Non a caso, la pagina social del Club conta 365mila fan, mentre quella dei cugini dell’Inter 198mila e quella della Juve “soltanto” 110mila.

I tifosi del Milan Club Albania all'ingresso di Casa Milan I tifosi del Milan Club Albania all’ingresso di Casa Milan  Milan Club Albania

LA STORIA. Elton Guranjaku vive a Tirana, da 18 anni gestisce un negozio di abbigliamento, è sposato e ha un bellissimo figlio di 4 anni, Hermes, che – neanche a dirlo – è già tifoso del Milan. “L’Italia – racconta – è la mia seconda casa. Non ci ho mai vissuto, ma ho avuto la fortuna di visitare tante città: è un paese fantastico. E cosa dire del cibo, lo adoro”. Ma anche nella capitale albanese, oggi, si respira tutt’altra atmosfera rispetto al passato. “È cambiata tanto rispetto all’era del regime. Qui convivono serenamente cattolici, musulmani e ortodossi: ognuno è libero di pregare dove vuole. Certo, i problemi non mancano. Ma i sacrifici vengono ripagati: basta impegnarsi e lavorare sodo per ottenere enormi soddisfazioni”. Ne sanno qualcosa i circa 10mila italiani che hanno dato vita a una sorta di migrazione al contrario: sono sempre di più, infatti, i nostri concittadini che hanno deciso d’investire e cercare fortuna in Albania, avviando attività imprenditoriali.

Elton, presidente del Club, si è posto un obiettivo non da poco: “Nel 2013, quando abbiamo deciso di riunirci registrandoci all’AIMC, eravamo in quindici. Ora siamo una grande famiglia che raccoglie tifosi dal Kosovo, dalla Macedonia, dal Montenegro. Non ci fermiamo qui: vogliamo diventare il fan club del Milan più numeroso d’Europa”. Tirana si tinge di rossonero, quando i rossoneri scendono in campo. “Ci riuniamo al pub Vila Zadeja, in genere superiamo sempre le cento persone e i cori da Curva non mancano mai. Sembra di essere allo stadio”. In occasione dei big match, i tifosi albanesi del Milan affollano le gradinate di San Siro. “Il derby è un appuntamento fisso. Peccato per il pareggio di Perisic allo scadere: quel gol ci ha spezzato il cuore”. Se la stracittadina ha avuto risvolti amari, tutt’altre emozioni ha regalato la sfida contro la Juventus, vinta per 1-0. “La perla di Locatelli resterà a lungo scolpita nella nostra memoria. Con Montella la squadra sta tornando ai suoi livelli, siamo molto soddisfatti”.

TRA PASSATO A FUTURO. Già, il futuro. Che sarà (o dovrebbe essere) cinese. La data del closing è nuovamente slittata, ma la cessione del club non sembra essere in discussione. “Berlusconi ha scritto la storia del Milan nell’ultimo trentennio. Resta e resterà il presidente più vincente, ma il tempo passa e negli ultimi anni il suo interesse è andato scemando. Penso che sia arrivato il momento di cedere il testimone a nuovi investitori, disposti a riportare il club al top” sostiene Elton. “Il gruppo cinese? Sappiamo che esiste, ma nessuno in questo momento ha informazioni precise. Avremmo preferito che questa storia, che ormai si trascina da due anni, fosse stata chiusa il 13 dicembre per avere un mercato di gennaio degno del Milan. Ci toccherà aspettare ancora”.

Che cosa pensate dell’Inter?

“Che è la terza squadra di Milano, dopo il Milan e la Primavera del Milan”.

Un tifoso del Milan Club Albania nello spogliatoio del Milan Un tifoso del Milan Club Albania nello spogliatoio del Milan  Milan Club Albania

IL MILAN NEL CUORE. Innumerevoli le stelle che hanno illuminato la Milano rossonera, ma su tutte splende quella di Paolo Maldini: “Una bandiera eterna. Un simbolo in campo e fuori per tutti”. Sono pazzi del Diavolo, i tifosi del Milan Club Albania. Al punto che, nel 2014, in occasione di un derby vinto per 1-0 grazie a una rete di de Jong, hanno seriamente rischiato di ritrovarsi coinvolti in una rissa. “Eravamo in trenta – racconta Elton –. Stavamo intonando il classico coro “chi non salta nerazzurro è” proprio mentre dalla Curva Nord uscivano i tifosi dell’Inter. Ci vennero incontro. Cercavano la lite perché lo consideravano un affronto, una provocazione. Erano così incazzati. Ma riuscii a spiegare loro che non eravamo ultras e che non volevamo assolutamente lo scontro. Dopo esserci scusati, riuscimmo ad andar via senza conseguenze”. Di ben altra natura le visite a Milanello. “In passato abbiamo avuto la possibilità di incontrare tanti giocatori. Da Donnarumma a Balotelli, fino a Boateng, Pazzini e l’ex allenatore Allegri. Ci ha sorpreso molto Montolivo, una persona educata, rispettosa e disponibile”.

IL SALUTO DI GIGIO DONNARUMMA AI TIFOSI DEL MILAN CLUB ALBANIA:

IL SALUTO DI RICCARDO MONTOLIVO:

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*Giornalista professionista dal 2009, sono cresciuto nella cronaca forgiato dalle inchieste condotte nelle periferie partenopee. Da oltre un lustro ormai mi occupo di sport ed in particolare di calcio (con un occhio di riguardo per il wrestling). Dopo essere stato redattore del quotidiano NapoliPiù e del settimanale NapoliSport, ho collaborato con varie testate locali e nazionali. Dal 2013 faccio parte della famiglia di International Business Times.

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