Home Approccio Italo Albanese Il poker di Capodanno: Rama bluffa ma non rilancia

Il poker di Capodanno: Rama bluffa ma non rilancia

Da Exit.al

Che ad Edi Rama, come a molti altri politici albanesi, piacesse giocare d’azzardo, lo sapevamo gia’.

Che un giocatore che ama giocare forte, quando il piatto e’ interessante e in mano non ha buone carte, possa bluffare, magari rilanciando la puntata per far ritirare l’avversario, anche questo lo sapevamo.

Ma che un vero giocatore potesse bluffare senza rilancio, questo ci sorprende un poco, perche’ l’avversario non ha niente da perdere nel cercare di vedere se la controparte ha davvero il punto.

Nel suo discorso davanti all’Assemblea Nazionale del PS, il Primo Ministro e Capo del Partito Socialista, Edi Rama, in un discorso lunghissimo, non solo ha elencato quelli che secondo lui sono i meriti ed i traguardi del suo governo, ma preso dall’entusiasmo di quello che stava dicendo ha cercato di sfidare e di minacciare il compagno di giochi e di coalizione Ilir Meta dicendo tre cose, tutte molto poco credibili:

Il Partito Socialista sta crescendo nei consensi rispetto al 2013 e, da solo, alle prossime elezioni prendera’ piu’ di 71 deputati e un sicuro secondo mandato di governo;
La coalizione con l’LSI si deve fare lo stesso (anche se evidentemente non sarebbe necessaria per vincere) perche’ e’ strategica;

Il governo Rama avrebbe trovato il modo per far crescere l’economia del paese del 7% all’anno (ma, chissa’ perche’, solo nel prossimo mandato) quindi il futuro e’ roseo: vinceremo anche da soli e arricchiremo il paese.

Sia il poker che la politica sono in definitiva un esercizio della logica, e sfugge all’osservatore il significato che Rama attribuisce ad una “coalizione strategica”: per tutte le persone logiche, una cosa e’ strategica se serve per vincere, se e’ determinante per ottenere il risultato prefissato, e se veramente Rama pensasse di poter ottenere alle prossime elezioni 71 deputati correndo da solo, allora tutto questo teatro non verrebbe messo in atto dai leader socialisti, cosi’ come da parte degli uomini di Meta vedremmo comportamenti molto meno provocatori.

Allo stesso modo, se Rama e i suoi economisti sapessero far crescere il paese del 7% all’anno senza far esplodere il debito pubblico, certamente lo farebbero subito, senza aspettare il prossimo mandato. Purtroppo per il paese, le politiche economiche del governo Rama hanno finora depresso profondamente l’economia reale del paese, e solo i flussi di euro generati dall’esportazione della cannabis evitano per ora che la situazione si manifesti nella sua reale gravita’, un poco aiutati in questo dai ripetitivi lanci propagandistici dei media governativi, e dai roboanti annunci dello stesso Rama.

E purtroppo per Rama, il giocatore Meta, che avrebbe dovuto restare impressionato dal bluff “creativo” dichiarato dalla leadership socialista con le sue vaghe cognizioni economiche, e’ un politico molto navigato, e per di piu’ di solida formazione economica: impossibile che abbocchi ad un bluff cosi’ sciocco.

Allora l’unica spiegazione logica che rimane in campo, e’ che qualcuno che crede alle mirabolanti ricette economiche socialiste ci sia davvero, e questi sia proprio lo stesso Rama, che notoriamente di economia non ne ha mai masticato molto, ma che, a forza di raccontare miracoli e di ascoltare il plauso incondizionato dei suoi adulatori, e a forza di distribuire dati macroeconomici gonfiati alle finte rielaborazioni delle istituzioni finanziarie internazionali, ha finito per crederci.

Allo stesso modo si deve essere convinto che le “maggioranze bulgare” con le quali ha cancellato i suoi avversari interni al partito (Blushi e Kokedhima), e la facilita’ con la quale ha riesumato dalle cantine del partito qualche vecchio arnese a suo tempo “nanoista”, lo facciano apparire come un giocatore invincibile, uno che ha sempre il punto in mano.

Insomma, il suo non e’ un vero bluff, e’ solo che ha letto male le carte e crede di avere un punto fortissimo (che in realta’ non ha): per questo non rilancia, perche’ spera che l’avversario, notoriamente avido, giochi per vincere una mano ricca e vada a vedere il suo punto.

Ma al tavolo del Poker di Capodanno ci sono seduti altri due giocatori (Basha e Blushi), sicuramente piu’ inesperti, ma non inebriati dal potere, e che finora, piu’ che giocare forte, hanno fatto solo qualche puntata per provocare a turno i due giocatori protagonisti. In giro non ci sono altri veri giocatori, solo qualche antico e limitato fenomeno tribale, e un prestanome con voti e idee a loro volta presi in prestito.

Il poker, si sa, e’ un gioco individuale, e la differente disponibilita’ di fiches condiziona molto i singoli giocatori, ma se due o piu’ giocatori si mettono d’accordo per mettere in mezzo “il pollo”, o se piu’ semplicemente la loro disposizione attorno al tavolo produce (anche casualmente) le puntate dovute, anche il giocatore piu’ ricco rischia di precipitare in uno stato di confusione e perdere la mani piu’ attraenti.

Curiosamente, mentre Rama continua ad usare ed abusare del Partito Socialista, del suo statuto e dei suoi iscritti ed elettori, ostentando un sicuro disprezzo per le regole democratiche, gli altri giocatori hanno cominciato tutti a parlare delle regole di base dei loro partiti, che almeno a parole vogliono aperti, dialoganti, internamente democratici, con limitazione dei mandati, aprendo insomma una nuova stagione politica del tutto estranea alle logiche sempre piu’ apertamente veterocomuniste (e da partito unico) manifestate da Edi Rama.

La posta sul tavolo e’ composta da due tipi di elettori: il voto di opinione e di protesta da un lato, e il voto da scambiare con opportunita’ di lavoro, dall’altro. Nessuno puo’ prendere tutti e due, e non ci sono sovrapposizioni, ne numeriche, ne culturali, tra i due gruppi.

Il voto di scambio, grazie all’evidente, sistematica, comprovata ingratitudine e mancanza di affidabilita’ di Rama, toccherebbe tutto a Meta e al suo modello di “partito sh.p.k.”, ma solo se potra’ garantirsi gia’ da prima delle elezioni un ruolo assolutamente determinante nel prossimo governo, cosa che appare piu’ probabile se si distanzia molto dal Partito Socialista, ma con il rischio che se si dovesse avvicinare troppo a qualcuno degli altri due, guadagnerebbe meno voti di quelli che farebbe perdere ai possibili futuri alleati, con uno sconsolante bilancio finale.

Infatti il voto di protesta e di opinione sembra essere l’obiettivo prescelto dagli altri due giocatori, e per chi pensa ad un sistema democratico che possa funzionare rimane difficile apparentarsi con il campione del voto di scambio.

Anche per i due giocatori piu’ inesperti la partita non e’ facile, hanno tutti e due un passato necessariamente da smentire e una fisionomia politica tutta da consolidare, e per entrambi rimangono forti perplessita’ sulla loro autonomia e sulla reale consistenza della loro squadra e sulla sincerita’ delle loro affermazioni politiche.

Tutti e due sono naturalmente portati ad attaccare sia Meta che Rama, che oggi sono inevitabilmente i chiari corresponsabili della situazione, sia per consolidare il loro gruppo, che per attrarre gli elettori fluttuanti, che soprattutto per sottrarre a Rama tutti i delusi (e sono molti) di un metodo politico diventato solo un culto di personalita’ al di sopra di ogni regola e di ogni principio.

Ma Meta e’ il giocatore piu’ esperto, sa che la politica ha le sue regole e i suoi principi, e ha iniziato per tempo i suoi movimenti: prima con una giocata formidabile sulla riforma della giustizia ha dimostrato a tutti che riconosce i principi inviolabili delle regole del gioco democratico, salvando Basha dall’aggressivita’ fuori luogo di Rama, e stabilendo il concetto del dialogo e del consenso come unica base possibile del gioco politico, poi, con una meno visibile ma non meno significativa mossa congressuale, ha ridefinito il suo partito come un partito non piu’ personale, ma organizzato almeno formalmente secondo i principi della democrazia interna tanto declamati sia da Basha che da Blushi, creando cosi’ lo spazio e gli argomenti per un possibile dialogo basato sulle regole (che sembrano per ora il vero cavallo di battaglia degli altri due), infine con il “congelamento” del voto sulla legge dei rifiuti si appresta a dare un durissimo colpo a Rama, dimostrandone l’inefficacia, e lasciandolo da solo a prendersi la responsabilita’ politica di una legge evidentemente impopolare e che certifica l’aperto tradimento delle promesse politiche fatte in passato da Rama. E quel voto potrebbe scatenare reazioni tali da rompere addirittura la coalizione (e il governo) prima della fine della legislatura.

Gli altri due invece hanno scoperto quale reazione positiva provochi all’interno del loro gruppo ogni attacco a Meta, e rischiano di prenderci gusto, lasciandosi andare alle argomentazioni piu’ populiste, e trascurando quelle argomentazioni politiche sulle quali sono in reale e irrecuperabile vantaggio su Rama e che soprattutto servirebbero per preparare un fronte comune, anche se non dichiarato, contro il giocatore che vuole essere egemone.

Ma la notte della politica albanese e’ ancora lunga, e la partita del poker proseguira’ fino all’alba della proclamazione delle liste dei candidati, circa a fine aprile 2017.

Alle recenti intimidazioni di Rama (forse in questi giorni esaltato dalla sentenza sul vetting), che siano realmente un bluff o semplicemente una giocata sbagliata, Meta potra’ rispondere quasi sicuramente con il voto contrario alla legge dei rifiuti, ma probabilmente sara’ disposto a farlo solo se gli altri due saranno capaci di passare ad argomentazioni meno aggressive e piu’ costruttive nei confronti di un politico con il quale entrambi condividono un passato di governo comune, e che in definitiva e’ accusato (anche da loro) delle stesse colpe per cui loro stessi sono considerati non del tutto credibili dai loro potenziali elettori.

Per questo appare abbastanza grottesco che sia Basha che Blushi cerchino di riacquistare una loro verginita’ o una loro credibilita’ politica semplicemente attaccando Meta, di fatto usando quegli stessi argomenti che tutta Rilindja sta usando sia contro Basha che contro Blushi: meglio farebbero a dedicare maggiore attenzione alle formule delle politiche pubbliche da mettere in atto, cercando di costruirle in modo che le risorse umane impegnate nel processo amministrativo e politico siano contenute in un sistema di controlli e di procedure capaci finalmente di tenerle nei binari della correttezza e della buona amministrazione.

Se succede una cosa del genere, cioe’ se in questa campagna elettorale si parla piu’ di politica vera (cioe’ del futuro) e meno dei leaders (cioe’ del loro passato), Meta cresce i suoi voti, Basha riprende i suoi, Blushi ne prende tanti a Rama, e l’Albania potra’ tornare ad avere un futuro politico normale, con discussioni, patteggiamenti ed intrighi, ma senza un padrone.

Ma nel gioco del poker, come nella politica, ogni giocatore vede solo le sue carte, il resto e’ il risultato delle sue speranze e delle sue paure, e delle speranze e delle paure che riesce a provocare agli altri giocatori.

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