Home Approccio Italo Albanese I commercianti col berretto (Qeleshe), seconda parte.

I commercianti col berretto (Qeleshe), seconda parte.

Da Adela Kolea                                             Prima parte qui

“Anna, a cos’è dovuto questo cambiamento da parte tua?”…

Napoli, 1925.

Il mattino bussò alle porte della bella città. Mai e poi mai, il mattino, si sarebbe sentito così ‘’desiderato’’. O meglio: C’era qualcuno che lo stava aspettando con impazienza, qualcuno che non aveva chiuso occhio tutta la notte..

Il mattino arrivò con la solita brezza fresca, la quale riportava dentro le case, oltre al profumo del mare, anche il rumore delle imposte semiaperte di qualche finestra, che si scontravano contro le mura, assieme ai primi rumori della strada, al rituale dei primi profumi di sfogliatelle fresche ed alla fragranza del primo caffè preparato per quella giornata … “Mamma, sto andando dalla zia a salutare Michele che è appena tornato dalla Calabria!”- disse alla mamma, Anna, ormai adolescente, mentre scendeva di un fiato le scale.

Lasciava la sua camera posta al piano di sopra, tutta vestita carina e pettinata per bene. Andava a salutare il cugino a cui era molto affezionata, Michele. Lui ultimamente viveva fuori città, in quanto stava conseguendo gli studi universitari. Raggiunta di corsa la casa della zia, alla porta lo aspettava lei con suo figlio, e i due cugini si abbracciarono con tanto affetto. C’era tanta complicità e intesa fraterna tra di loro! Ma Michele, nelle vacanze che di recente stava trascorrendo a casa, era da un po’ che non veniva da solo!..

Dalla città dove studiava, lui veniva sempre accompagnato da un suo caro amico, compagno di studi, il quale trovava nella casa di Michele una tale ospitalità, che gli ricordava un po’ la sua terra … Gli ricordava le tipiche usanze del suo paese, a cui principali caratteristiche erano proprio l’ospitalità e la buona fede e, perché no, anche la buona cucina! Questo compagno di studi del cugino, stava pian – piano, entrando nel cuore di Anna! E man mano che le vacanze improvvisate da questi ragazzi diventavano sempre più frequenti, altrettanto frequenti tornavano ad essere anche le visite da parte di Anna a casa di sua zia!

La mamma, come tutte le mamme, fu la prima ad accorgersi di certi cambiamenti nel comportamento della figlia. Finché lei non ci si confidasse del tutto, la signora Maria chiese delle conferme a sua sorella, di tutte queste visite, ultimamente così ripetute da parte della nipote a casa sua. Insomma, Anna giovanissima, si sentì anche più sollevata, quando raccontò alla mamma del sentimento che stava coltivando ormai da un po’ di tempo nei confronti di Giulio, questo ragazzo albanese, il miglior amico di Michele, suo cugino!

Il suo amore era ricambiato con la stessa forza da Giulio. Così travolgente la loro storia che, gli anni passavano e il loro legame diventava sempre più forte.. Gli anni passavano ed anche il commercio dei vini procedeva molto bene e in particolare, il commercio tra il padre di Anna a Napoli e quei commercianti col berretto “ Qeleshe”,provenienti dal Paese delle Aquile. Ad Anna, quel senso di diffidenza iniziale nei loro confronti, improvvisamente venne ridimensionandosi, affinché non scomparve del tutto… Ma il padre, dal suo canto, insospettito dal cambiamento improvviso dell’ atteggiamento di Anna nei confronti dei suoi amici commercianti, nonostante notasse che la figlia crescesse e non era più la bambina piccola di un tempo, le chiese: ”Anna, vedo che oramai, nei confronti dei miei amici albanesi, sei più disinvolta .. Non li eviti più …Si può sapere da dove deriva questo cambiamento da parte tua? Non perché io non ne sia contento di questo fatto, anzi tutto il contrario, ma solo per curiosità vorrei sentirlo dire proprio da te. Come li vedi ora, diffidente e prevenuta com’eri verso di loro..?” Anna, arrossendo tentò di rispondere al padre: “Ma papà, cosa vuoi che ti dica ..

Ormai sono anni che questi signori trattano affari commerciali con te, frequentano le nostre cantine e il nostro negozio, li conosco ormai da tempo .. Poi, sono cresciuta e non mi fanno più impressione e tanto meno paura, né con i loro abiti tradizionali e con le loro “Qeleshe”,né con le loro barbe e i loro baffi, né con la loro lingua strana, effetti che insomma, percepivo solo da piccola”.. In quel momento, le voci di due amiche che la stavano chiamando per uscire, ad Anna, risultarono come liberatorie, per poter deviare eventuali discorsi ed approfondimenti sull’argomento con il padre ..

Il signor Antonio sembrava convinto, ma fino ad un certo punto … Diffidente lo era anche lui in fondo, si riconosceva e, per questo motivo che riconosceva anche in sua figlia questo lato del carattere che li accomunava, il cambiamento del quale ora, lo stava facendo dubitare… All’ora di pranzo, Antonio, quel giorno tornò a casa un po’ prima e in questo modo, approfittando dell’assenza delle figlie, iniziò la conversazione con la moglie: “Maria, ascolta, ma Anna, non ti sembra un po’ cambiata ultimamente? E’ per caso, innamorata e non se la sente di parlarmene? No, perché tu sai che io sono abbastanza comprensivo e per qualsiasi cosa, le mie figlie, possono contare su di me, si possono confidare, no?“Lo sanno questo, vero?”– tornò a ribadire Antonio.

La signora Maria si sentì un po’ stranita anche lei, che fino ad allora non aveva mai nascosto niente al marito … Comunque, cercava di mantenere la promessa fatta ad Anna, che non avrebbe rivelato il suo segreto finché, appena trovato il momento giusto, non sarebbe stata lei stessa a confidare al padre, questa novità così sconvolgente per lei e forse, fino ad un certo punto, anche per la sua famiglia.. E infatti, così è stato! Anna, vedendo che il rapporto con Giulio veniva rafforzandosi e la loro relazione ormai, era divenuta una cosa seria, un giorno pensò che fosse arrivato il momento appropriato di raccontare tutto al padre …

Il signor Antonio, forse perché essendo padre di tante figlie femmine, in un primo momento sembrava severo, critico e con qualche pregiudizio nel sentire in generale i loro discorsi, ma in fondo era la persona più buona e comprensiva che poteva mai esistere e le figlie questo lo sapevano bene! Al racconto di Anna, affinché lei non svelasse la nazionalità di questo ragazzo di cui era innamorata persa, le cose procedettero tranquillamente. Ma il momento in cui, si venne a sapere che questo ragazzo era albanese, il signor Antonio si prese un attimo per fare un respiro profondo … Un po’ tradizionale com’era, un po’ perché spesso, come se avesse qualche presentimento, ripeteva alle figlie il detto: ” Moglie e buoi, dai paesi tuoi..”, aggiungendo:” E questo, dovrebbe valere anche per i mariti, figlie mie”.. .Ad ogni modo, Anna seppe essere molto convincente e oggettiva nel descrivere il suo ragazzo, così come veramente lui meritava di essere presentato (cosa che il signor Antonio avrebbe constatato più avanti, conoscendo Giulio di persona..) e finalmente, il padre acconsentì questa relazione … Il signor Antonio ebbe la conferma che le sue sensazioni sul cambiamento di atteggiamento della figlia verso i suoi colleghi albanesi, alla fine, non l’avevano mentito…

Giulio da parte sua, aveva ridotto considerevolmente le sue visite in Albania nei giorni di festa, quando l’università chiudeva, per poter stare sempre più vicino ad Anna. Lui, così come Anna constatava ammirandolo sempre più, così come glielo descriveva anche suo cugino Michele, era tra i più bravi studenti del corso di economia della loro facoltà, uno dei più preparati, era colui che ad ogni esame riusciva brillantemente. Infatti, nonostante fosse stato travolto da questa passione per la ragazza più bella e buona che avesse mai conosciuto, aveva fatto in modo che la cosa non influenzasse negativamente sul suo andamento all’università, ma al contrario, questo gli aveva dato la carica di riuscire a laurearsi nei giusti limiti di tempo e in maniera ottimale! Una vera conquista per questo ragazzo albanese, che si era sempre fatto notare sia all’università, sia fuori.

adela kolea
Adela Kolea

Un ragazzo realizzato, considerata la sua giovane età e il suo percorso di vita così intenso e completo da tanti punti di vista. La sua intelligenza, l’educazione e la determinazione che gli erano stati inculcati da piccolo dai suoi, gli stavano dando buoni frutti.. “Un pasto senza vino è come un giorno senza sole”, era il detto che il signor Antonio, il padre di Anna pronunciava spesso … Convinto ormai, nonostante la giovane età della figlia, conoscendo bene il suo carattere determinato che, un giorno solo, senza il suo amato Giulio, per lei sarebbe significato forse, qualcosa in più di un giorno senza il sole …

Continua…

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