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Aria nuova per le imprese italiane in Albania

Di exit.al

Si e’ tenuto giovedi’ pomeriggio l’incontro tra i rappresentanti di circa 100 imprese italiane in Albania, associate alla Associazione Imprenditori Italiani in Albania, e il Presidente di Confimi Industria, Paolo Agnelli.

L’incontro e’ stata l’occasione per consacrare l’adesione di AIIA a Confimi Industria, e infatti da oggi AIIA assume la denominazione di Confimi Industria Albania, entrando a far parte di un network di oltre 28.000 imprese italiane che danno lavoro a oltre 410.000 dipendenti e hanno un fatturato aggregato di oltre 70 miliaridi di euro.

Ma non sono stati i numeri a far percepire agli imprenditori italiani presenti in sala che l’aria stava cambiando, e’ stato invece il Presidente di Confimi Paolo Agnelli, imprenditore bergamasco di terza generazione, a capo di un impero di fonderie e di estrusioni di alluminio da oltre 20.000 tonellate annue di materia prima, con numerosi stabilimenti produttivi in vari paesi d’Europa e d’America, e con un fatturato di gruppo attorno ai 200 milioni di euro, a parlare con una lingua franca, nuova e sincera, evidenziando le difficolta’ delle piccole e medie imprese in Italia e denunciando i soliti tentativi del governo di rifinanziare ancora una volta Alitalia con un “prestito ponte”, proprio mentre i sindacati bocciano il piano di salvataggio e gli azionisti (italiani e stranieri) si rifiutano di ricapitalizzare l’azienda per coprire le perdite causate dalla loro stessa gestione; secondo Agnelli i 12.000 dipendenti di Alitalia non devono e non possono godere di una considerazione migliore da parte di quel governo che non ha mosso un dito per gli oltre 500.000 dipendenti delle piccole e medie imprese italiane che hanno chiuso durante la crisi economica.

“Industrie che vantano storie di famiglie, di lavoratori, di territori significativamente rilevanti per il nostro Paese e che hanno dovuto fermare gli impianti con ripercussioni sociali devastanti” – ha precisato Agnelli, strappando l’applauso dalla piccola folla degli associati e dei simpatizzanti di Confimi Albania – “Quando si perde un posto di lavoro è sempre un dramma, ma i moltissimi casi questo avviene nel silenzio più assordante, mentre solo a pochissimi è riservato il tam tam più eclatante. Non possiamo che augurarci che il Ministero metta la stessa attenzione anche sul sistema delle PMI in crisi e che così facendo metta in sicurezza la colonna portante della nostra economia” – ha concluso Agnelli, assumendosi pubblicamente l’impegno di rappresentare direttamente al  Governo e al Parlamento italiano i problemi e le necessita’ delle imprese italiane in Albania.

Molti intervenuti hanno sottolineato le possibilita’ di cooperazione anche commerciale tra gli attuali 100 associati in Albania e le oltre 28.000 imprese manifatturiere associate in Italia, sia nel settore agroalimentare che in altri, con enormi possibilita’ di sviluppo del manifatturiero leggero, ma senza trascurare anche  aziende con investimenti e tecnologie piu’ impegnative. In particolar modo alcuni dirigenti albanesi presenti hanno evidenziato le possibilita’ di impiegare dirigenza e know-how italiani nei cicli produttivi albanesi per migliorare la produttivita’ di molti processi, e la possibilita’ di fare un lavoro serio  e professionale per consentire a molte aziende dell’associazione di trasferire in Albania alcuni loro processi produttivi.

In mezzo a tanto ottimismo, voglia di fare, e a tanta concreta italianita’  da anni prolificamente insediata in Albania, hanno brillato per la loro assenza sia il governo albanese (non pervenuto) che i massimi rappresentanti italiani in Albania, come l’Ambasciatore e la responsabile dell’ufficio ICE, ufficialmente trattenuti da altri impegni non noti al pubblico ma evidentemente prioritari, cosa che ha suscitato sopresa e piccati commenti da parte di molti dei convenuti.

La delegazione di Confimi Industria durante la sua prima missione in Albania ha incontrato per un saluto istituzionale il presidente della Repubblica Bujar Nishani, il Presidente del Parlamento Ilir Meta e altri funzionari del governo e dell’amministrazione albanese.

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