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Azerbaigian e Israele: tra cooperazione economica e multiculturalismo

Di Giorgia Pilar Giorgi (*) e Domenico Letizia (**)

Opinione.it

Il vice primo ministro dell’Azerbaigian, Abid Sharifov, in seguito a complicanze cardiache è stato ospitato dalle strutture sanitarie israeliane su raccomandazione dei medici di Baku. Ricoverato presso il reparto di cardiologia del Rambam Medical Center, Sharifov è stato sottoposto a un intervento di pacemaker. L’ospitalità mostrata da Israele nei confronti del vice primo ministro azero rivela l’intenso rapporto di amicizia e cooperazione che lega i due Paesi. D’altro canto, l’Azerbaigian è noto per essere un esempio di coesistenza pacifica tra persone di diversa nazionalità e religione. Il governo azero da sempre promuove la convivenza tra individui appartenenti a gruppi religiosi diversi e la libertà, riconosciuta anche a livello costituzionale, di professare il proprio credo.

Paese a maggioranza musulmana (per circa il 96,9 per cento e in maggioranza sciiti), l’Azerbaigian ha ospitato storicamente una delle primissime comunità cristiane che oggi convive pacificamente accanto a una prolifica comunità ebraica di 30mila devoti. L’Azerbaigian è divenuto nel tempo sinonimo di accettazione e tolleranza, di rispetto reciproco tra individui che abbracciano fedi diverse. Simbolo di un simile atteggiamento benevolo è il rapporto che lega, politicamente, socialmente ed economicamente il Paese a Israele. L’Azerbaigian è uno dei pochi Paesi musulmani che mantiene sia le relazioni economiche che religiose con Israele. In Azerbaigian gli ebrei sono accettati come parte integrante del tessuto sociale, mentre in molti Paesi islamici essi sono collocati su un gradino più basso degli infedeli, insieme ai cristiani e gli atei.

A sugellare lo storico rapporto tra il Paese a maggioranza musulmana sciita e lo Stato ebraico è intervenuta la stampa del Caucaso in occasione del meeting svoltosi a dicembre dell’anno scorso tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente della Repubblica dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev. Una circostanza nella quale Netanyahu ha mostrato gratitudine e riconoscenza nei confronti del governo dell’Azerbaigian per la tolleranza nei confronti della comunità ebraica presente nella nazione. In una dichiarazione resa alla stampa il premier israeliano ha espresso la sua gratitudine: “Israele è uno Stato ebraico, l’Azerbaigian è uno Stato con una popolazione a prevalenza musulmana. In Azerbaigian ci sono ebrei e musulmani che collaborano insieme per garantire a tutti un futuro migliore, un esempio di tolleranza che brilla all’interno di un contesto internazionale sempre più caratterizzato dalla non accettazione delle diverse culture. Il rispetto degli ebrei in Azerbaigian ha favorito nel corso degli anni la nascita di un legame molto forte tra i due Paesi e un sentimento di simpatia e ammirazione nei confronti dell’Azerbaigian”.

La solidità dei rapporti tra i due Paesi è stata celebrata anche dal presidente Aliyev che, durante l’incontro con il premier israeliano, si è così espresso: “Per secoli, l’Azerbaigian e lo Stato di Israele hanno vissuto in pace e questo legame di amicizia continua a vivere nel nostro Paese. La comunità ebraica in Azerbaigian collabora attivamente nel sistema sociale e questo contribuisce a rafforzare le nostre relazioni bilaterali”.

In Azerbaigian sono presenti sette sinagoghe, cinque delle quali sono situate nella capitale Baku e numerose sono le scuole ebraiche presenti sul territorio. Nel corso degli ultimi anni, Azerbaigian e Israele hanno coltivato un proficuo rapporto dagli indiscutibili vantaggi per l’uno e per l’altro Paese. Da un lato gli accordi militari siglati tra i due Paesi per l’acquisto di armamenti e tecnologia per la sicurezza e la difesa, del valore di circa cinque miliardi di dollari, hanno dotato l’Azerbaigian di una migliore tecnologia e Israele di un alleato al confine settentrionale con l’Iran. Ad ogni modo, i rapporti tra i due Paesi non sono solamente di tipo militare ma riguardano anche l’ambito energetico, medico, agricolo e tecnologico. Israele è oggi il secondo importatore di petrolio azero dopo l’Italia; il 40 per cento del petrolio importato da Israele, corrispondente a circa 30 milioni di barili l’anno, arriva dall’Azerbaigian attraverso l’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan. Israele partecipa poi agli sforzi di diversificazione dell’economia promossi dal governo dell’Azerbaigian per attenuarne la vulnerabilità rispetto alla volatilità dei mercati petroliferi. In proposito tra i due Paesi sono stati siglati accordi commerciali e di cooperazione economica ed è stata inaugurata la creazione di una commissione economica comune in numerosi settori strategici dell’economia e della società civile: agricoltura, tassazione e cooperazione bilaterale. Il rapporto tra Azerbaigian e Israele è un intreccio ben riuscito di economia, diplomazia e gratitudine, una stretta di mano che tiene uniti interessi troppo grandi per non essere coltivati. I recenti sviluppi nelle relazioni economiche e diplomatiche tra i due Paesi altro non rappresentano che il naturale proseguimento di un dialogo che, già sul finire degli anni Novanta, si presentava come promettente.

(*) Analyst and Researcher Energy Security and Unresolved Conflicts in the South Caucasus. Political Analyst dell’associazione “Amici dell’Azerbaigian Centro Sud Italia”.

(**) Political Analyst e pubblicista. Presidente dell’associazione “Amici dell’Azerbaigian Centro Sud Italia”/opinione.it

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