Home Approccio Italo Albanese Celik Rruplli per Radio Radicale: Siamo tornati dall’Italia nella nostra prima Patria

Celik Rruplli per Radio Radicale: Siamo tornati dall’Italia nella nostra prima Patria

Artur Nura: Un caro saluto agli ascoltatori di Radio Radicale a cui propongo per la rubrica Albania italianofona un’ intervista con il signor Celik Rruplli, laureato scienze politiche in Italia e già vive e lavora in Albania.  Grazie di aver accettato.

Celik Rruplli: Salve a tutti, grazie per  l’invito io sono un ex – studente della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Siena. Ho iniziato a studiare nel lontano anno accademico 2005-2006 e ho vissuto a Siena per quasi 9 anni. Come molti dei miei colleghi, nella situazione post crisi (economica) in Italia c’era una situazione precaria dove molti di noi abbiamo dovuto insomma lasciare Siena per andare a cercare nuove possibilità. Per me è stata abbastanza facile rientrare in Albania dove la società e’ giovane, più dinamica e le possibilità non mancano.

Artur Nura: Intanto Sig. Rruplli, visto che parliamo di una realtà italo – albanese e sicuramente anche l’attuale la tua realtà è interessante, io vorrei sapere e far sapere a chi ci ascolta perché mai ha scelto di studiare in Italia?

Celik Rruplli: Io ho scelto di studiare in Italia quando stavo per terminare il liceo.All’epoca, fresco  della partecipazione con una associazione americana (National Democratic Institute) che lavorava in Albania con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sulla democrazia, la partecipazione alla consultazione pubblica, ecc, mi sono formata l’idea di scegliere di studiare Scienze Politiche. Poi ho deciso di studiare in Italia perché all’epoca era molto ambita da molte da molti giovani per la qualità della vita accademica e per provare un’esperienza all’estero. Insomma per molti di noi era un po’  il nostro piccolo “sogno americano” quello di studiare in Italia.

Artur Nura: Di solito chi decide di studiare all’estero il primo anno ha bisogno di studiare la lingua,  tu hai dovuto studiare la lingua italiana il primo anno o la conoscevi già?

Celik Rruplli: Io ho studiato al Liceo due lingue straniere: l’inglese e l’italiano. Però poi, per fare la domanda per studiare in Italia, era necessario possedere il certificato della conoscenza della lingua italiana, certificato dall’Università di Perugia.

Artur Nura: Sicuramente come la maggior parte dei giovani, conoscevi Italia tramite la Rai, Mediaset anche i giornali arrivano da questa parte.

Celik Rruplli: Sì,sì, all’ epoca mi ricordo di come molti dei miei amici guardavamo la TV, cartoni animati, il Festival di Sanremo ecc. Poi anche quando sono stato in Italia ha avuto anche la possibilità per esempio di conoscere anche Radio Radicale.

Artur Nura: Sì, mi interessa ascoltare la tua consideranzione al riguardo i Radicali e la Radio Radicale…da studente albanese in Italia.

Celik Rrupli: Allora, per quanto mi riguarda io seguo molto la politica e quindi in Italia ci confrontavamo spesso con i miei colleghi sulla situazione politica italiana. Siena  è una realtà dove la sensibilità per le tematiche sociali sono vicini al mondo nella sinistra, e la sinistra in Italia come voi ben sapete è abbastanza frammentata tra centro e estrema sinitra. E quindi all’epoca ero simpatizzante insomma del Partito Radicale sotto alla guida c’era il signor Pannella e la signora Bonino che hanno fatto battaglie su tematiche abbastanza importanti.

Artur Nura: Poi sono state molto vicine al caso albanese…

Celik Rruplli: Sì, perché negli anni ’90 ma soprattutto  nel ’97 – ’98 e ’99  sono stata abbastanzasì vicini alla alla nostra causa e hanno contribuito all’accoglienza insomma degli albanesi in Italia.

Artur Nura: Vorrei avere anche la tua considerazione della realtà italo – albanese in Albania e la diferenza dal momente che hai lasciato Italia ed ora che sei tornato. Come li vede delle relazioni fra politiche, culturali ed economiche fra Italia ed Albania?

celik rrupli in ItaliaCelik Rrupli: Io sono molto legato all’Italia considerando che ho trascorso li un periodo molto importante per la mia formazione, ma dal momento del rientro, ho visto una grande presenza italiana a Tirana e in Albania. Ci sono molte piccole imprese, ci sono realtà importanti del mondo culturale, la presenza politica dell’Italia è forte essendo uno dei Paesi che sostiene Albania insomma all’adesione all’ Unione europea. Quindi è uno dei grandi paesi sostenitori. Io ho molti amici italiani a Tirana e che spesso  usciamo insieme durante la settimana, frequentiamo gli stessi posti, andiamo tipo a concerti insieme, ecc. E’ interessante vedere o fare un confronto di come mi trovavo io nei primi anni per esempio a Siena in Italia e poi come si trovano una volta arrivati a Tirana e di questo ne discutiamo a volte…

Artur Nura: Abbiamo già anche degli studenti italiani da queste parti. Sono circa mille mi fanno sapere, non so se la cifra esatta però ci sono anche degli studenti italiani a Tirana.

Celik Rruplli: Sì, perché negli ultimi anni c’è una Facoltà di Medicina e Chirurgia, la Signora del Buonconsiglio e ha anche altri corsi di laurea come infermieristica odonteatria, ecc. Quindi  c’è una presenza di studenti italiani a Tirana e alcuni li ho conosciuti.

Artur Nura: C’è c’è chi definisce l’Albania come l’America degli italiani, a me sembra un po’ esagerato però non so come la pensa lei?

Celik Rruplli: Anche a me sembra esagerato, però Tirana e l’Albania è una metta raggiungibile per molti italiani ed è vicina geograficamente anche culturalmente, quindi possono facilmente ambientarsi. Possono poi conosce le dinamiche diverse perché sì, in Albania c’è una grande influenza italiana dal punto di vista socio-culturale però nel frattempo ci sono anche altre caratteristiche che rispecchiano più anche altri valori tradizionali balcanici e alcune influenze turche…

Artur Nura: Parlando di un albanese che ha studiato scienze politiche in Italia, e io che conosco la politica italiana almeno per questi ultimi 25 anni e conosco da molto vicino la politica albanese direi che abbiamo preso la parte sbagliata della politica italian. Voi che siete diciamo un gruppo di interesse differente dalla classe politica albanese,  pensa di essere un politico domani e come la vede diciamo il politico albanese di domani, come uno che ha studiato in Italia e che vuole far dell’Albania una paese europeo?

Celik Rrupli: Questa è una bella una bella domanda. Mentre lei stava formulando la domanda mi è venuto in mente un semplice confronto tra novanta la nostra classe politica e quella italiana. Riassumendo mi sembra che la nostra classe politica è un po’ come il PD in Italia, che ha questo istinto di farsi male perennemente che però da noi è un po’ più radicale e violento…

Artur Nura: … un po’ più balcanico oppure più sanguinoso..

celik rrupli hubCelik Rruplli: Esatto. Per quanto mi riguarda considero la classe politica in Albania un po’ vecchia, la stessa che governa si rottama insomma dagli anni Novanta, non ha una visione che si avvicina, insomma che sia corretta per quanto riguarda le tematiche e alle sfide della società albanese ma anche nell’ ambito internazionale. Non riesce a comunicare, intercettare e canalizzare politicamente i bisogni dei cittadini.  Quindi insieme ad un establishment economico con cui è alimentata durante gli anni e una parte mediatica riesce insomma mantenere questo status quo.

Per quanto riguarda il futuro penso che la nostra generazione non si rispecchia per niente insomma in questi valori politici ma deve comunque uscire da questa apatia politica.

Artur Nura: Giustamente condivido però faccio una domanda al provocativa. Dobbiamo cambiare questa realtà che non è quella che noi desideriamo, che la maggioranza della società desidera, Lei che non rappresenta solo se stesso ma un gruppo di giovani che ha studiato e lavorato all’ estero e mi sono informato che siete già organizzati  in un gruppo, come funziona?

Celik Rruplli: Allora, è una responsabilità grande rappresentare altre persone però  sì, sono membro di un gruppo che si chiama EU Policy Hub che è un forum di giovanni che hanno studiato sostanzialmente nelle Università europee e sono rientrati in Albania da qualche anno. Lavorano tutti quanti in diversi settori come mondo accademico, nel mondo della società civile, alcuni sono avvocati ecc. Si parla spesso insomma dell’integrazione europea dell’Albania…

Artur Nura: .. però si parla in modo molto soggettivo non è che si fa da europeo ma soltanto si parla. Voi farete qualcosa di differente?

celik save energyCelik Rruplli: Appunto per questo, perché si parla sullo in modo retorico e dal punto di vista strettamente politico, non si parla sostanzialmente di quello che veramente il processo dell’integrazione europea dell’Albania ne consegue, quindi quali sono i costi e i benefici che ha il processo d’integrazione. Quello che vogliamo fare noi è monitorare l’agenda europea dell’Albania spingendo insomma la politica di migliorare, performare meglio e nello stesso momento a comunicare ai cittadini cosa veramente significa il l’integrazione europea del Paese e quindi in questa in questa direzione noi vogliamo dare il nostro contributo.
Perciò facciamo il monitoraggio dell’agenda politica e delle istituzioni pubbliche, facciamo delle analisi politiche su tematiche diverse…

Artur Nura: ..le presentate all’opinione pubblica o? Come e cosa fate di questo lavoro, secondo me molto importante, produrre qualcosa di pubblico, qualcosa di politico  – istituzionale?

celik beCelik rruplli: Allora il nostro materiale che produciamo normalmente lo presentiamo tramite un incontro pubblico dove invitiamo sia giornali che gli interlocutori diretti che sono chiamati in causa sia i media dal nostro lavoro però nello stesso tempo poi condividiamo tutto il materiale tramite i nostri canali mediatici e social – media. Quindi la diffusione abbastanza semplice nel mondo di oggi. Cerchiamo sempre di spingere insomma in questo senso .

Artur Nura: Lei da albanese filo-italiano o europeo, come la vede il futuro dell’Albania al confronto diciamo dei concetti/valori occidentali? Oramai l’Albania non è come negli anni ’90 dove tutti i prodotti culturali arrivano tramite la lingua italiana .Ora invece c’ è una presenza culturale turca, una una presenza molto dinamica anzi aggressiva possiamo definire, come la vede il futuro della nostra società, della tua,  mia e di chi ha a cuore l’Albania e ci ascolta?

Celik Rruplli: Anche questa è una domanda molto interessante. Difficile per tutti  vedere chiaramente un panorama su come sarà la società albanese tra qualche anno, ma sicuramente per quanto per quanto mi riguarda penso è interessante perché la presenza culturale turca, soprattutto tramite il cinema cinema, telenovelle, ecc….

Artur Nura: …del il piccolo schermo… non sono andati fino all’altro schermo ma il piccolo schermo già denso di prodotti culturali che portano una cultura una non occidentale, purtroppo.

Celik Rruplli: Sì, sì. Io ho visto un picco di questa di questa udienza che consuma il cinema turco, quindi vedo in questo momento che è in una fase di declino.  Per quanto mi riguarda la stragrande maggioranza degli albanesi si rispecchia nei valori i valori occidentali…

Artur Nura: Sin dall inizio diciamo, dalle fondamenti gli albanesi hanno già scelto il modello occidentale però questo non significa che non bisogna riflettere al momento giusto al modo giusto..

celik orlandoCelik Rruplli: Sì condivido, però bisogna bisogna sempre vedere la situazione non solo dentro di noi perché è strettamente collegata con la situazione internazionale che interferisce nel mondo politico ed economico. Il fatto che in Albania c’è una grande presenza di investimenti da parte della Turchia e non solo nel mondo economico ma anche ne mondo televisivo e altro.

Artur Nura:  Sta investendo soldi da queste parti e come lo dicono anche in modo pubblico che vogliono fare di questa regione diciamo un nuovo imepero ottomano, con valori non occidentali.

Celik Rrupli: Queste sono ambizioni della classe politica turca e di Erdogan però penso che la società albanese ha già chiaramente presente dove vuole arrivare e di quale fare parte.

Artur Nura: Da cittadino libero e da uno che ha studiato scienze politiche in Italia, come la vede diciamo la Farnesina in questa situazione? Poiché ricordiamolo, quando sono venuti negli nanni ’90, hanno trovato già un tutto pronto perché non hanno speso né una lira hanno trovato una società filo – italiana. Poi ognuno parla italiano da queste parti che l’hanno imparato tramite il piccolo schermo. ma oramai il piccolo schermo non è quello degli anni ’90. E’ un altro piccolo schermo dinamico e pieno  di altre culture.

Celik Rruplli: Esatto, l’Italia è stato un punto di riferimento per gran parte degli anni ’90 e ‘00 ma ultimamente ha perso appeal dal punto di vista economico a livello europeo internazionale, quindi io penso che ha perso un po’ di attenzione. Insomma non ha lo stesso appeal che aveva prima. Mi ricordo all’epoca che l’Istituto italiano di cultura era ed è tutt’ora un’ istituzione importante dal punto di vista culturale e linguistico in Albania ma c’è una presenza sempre più forte per esempio della Germania negli ultimi anni.

Artur Nura: Conosce lei il budget dell’istituto italiano di cultura e il budget di Tica, che è l’Istituto di cultura turca da queste parti?

Celik Rruplli: Non sono a conoscenza del budget che hanno le due isituazioni diverse in Albania, ma mi rendo conto che la parte turca sta investendo molto di più soprattutto nella formazione, nell’educazione dei giovani.

Artur Nura: …non si concentra soltanto alla parte d’élite della società ma va oltre questa parte. Per quanto mi riguarda quando io ho seguito l’operato dell’istituto italiano di cultura, si concentra sempre sull’ élite della società e lì rimane. Questo secondo me è sbagliato, non so se condivide?

celik sienaCelik Rruplli: Si pensa sempre che interagendo e parlando all’élite politica è sufficiente ed è abbastanza, ma da quello che posso constatare in Albania è lo stesso discorso che vale anche per l’Istituto italiano di cultura. L’élite politica e mediatica si parla tanto si parla tra se pensando che i problemi e le tematiche che discutono sono della società quando invece non è così. Perché il distacco che c’è tra tra l‘élite e il resto della popolazione è molto forte sia nelle tematiche, nei problemi, bisogni e nei valori. La Turchia ha capito veramente dove investire e trovare terreno e quindi è da anni che investe nella nelle scuole per i giovani dando opportunità e borse di studio per andare a studiare in Turchia e poi questi giovani sono gli interlocutori giusti che utilizza molto venne poi per fare affari nelle in Albania.  Oggi una parte importante del settore bancario credo è turco, aziende che lavorano nell’industria delle materie prime…

Artur Nura:  …investimenti immensi sulla religione il che significa molto dal punto di vista culturale..

Celik Rruplli: Anche, come la costruzione delle Moschee, per esempio quella di Tirana che è in fase di conclusione.

Artur Nura: Visto che siamo un Paese molti religioso, bisogna rispettare tutte le religioni al modo dovuto ma bisogna investire e mantenere la laicità dello Stato perché siamo la prima esperienza dopo la caduta dell’Impero Ottomano di uno Stato occidentale da queste parti. Questo bisogna che non se lo dimentichi mai secondo me,  parlo a titolo personale,  Roma e l’Europa,  quindi Brusseles.

Celik Rruplli: Certo l’Albania per fortuna ha conservato questo secolarismo della religione. Si dice che la maggioranza della popolazione albanese sia musulmana ma comunque è un islam abbastanza moderato. Bisogna sì mantenere la laicità dello Stato però per quanto vedo le religioni in Albania convivono molto in armonia quindi non è mai un problema l’interazione tra tre religioni.

Artur Nura: Siamo quasi all’ultima domanda ed è quella faccio tuti quand’è che torni in Italia?

Celik Rruplli: Cerco di tornare quando posso, vado tipo una volta all’ anno quando le ferie però mi manca molto, sopratutto amici e persone con cui ho legato e alcune abitudini. Però certo, ho un po’ di Italia in Albania quindi e parte della mancanza non non si sente perché la vivi quasi tutti i giorni quindi a me sembra anche di essere in Italia a volte.

Artur Nura: La ringrazio e sicuramente vorrei darvi un in bocca al lupo per il vostro gruppo nel fare dell’Albania  un paese Europeo.

celik me baxhCelik Rruplli: Grazie Lei per l’ invito e crepi lupo. C’ è un forte dibatito ora sul futuro dell’Europa per l’occassione dell’sessantesimo anniversario del Trattato di Roma in cui ci sono diversi incontri e idee sul futuro dell’Europa e speriamo che sia ancora unita. Anche noi a Tirana, faremo un incontro pubblico con esperti per parlare dell’Europa: sta diventando vecchia o piu’ saggia/riflessiva?

Artur Nura: Grazie, da Tirana per Radio Radicale, Artur Nura.

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