Home Approccio Italo Albanese Chi e’ il vero amico dei russi in Albania?

Chi e’ il vero amico dei russi in Albania?

epa04613083 A worker puts the finishing touches on float 106, which depicts Russian President Vladimir Putin as a bear at a fuel valve in the float hall at the Mainz Carnival Union (MCV), in Mainz, Germany, 10 February 2015. The MCV presented this year's floats to the media ahead of the Rose Monday parade. EPA/FREDRIK VON ERICHSEN

Di Exit.al

Da giorni la macchina della propaganda governativa sta organizzando dibattiti televisivi in cui si discute di tentativi di destabilizzazione dell’Albania e della intera regione, di fatto insinuando che gli interessi russi sarebbero il reale motivo delle posizioni intransigenti del Partito Democratico, che in questo modo lavorerebbe per favorire, tramite il boicottaggio elettorale e la conseguente instabilita’ politica che si verrebbe a creare, la penetrazione russa in Albania.

Nei Balcani l’accusa piu’ ricorrente (e almeno in passato, quasi sempre vera) in politica e’ quella di essere al servizio di una potenza straniera, e in particolare nei Balcani albanesi da sempre l’accusa piu’ grave e’ quella di essere un agente dei servizi serbi, meglio conosciuti come UDB. La dietrologia balcanica in generale, e quella albanese in particolare, al solo scopo di deleggittimazione politica, e’ sempre in agguato, pronta a dimostrare che questa o quella persona sono amici dei serbi, ma nell’Albania membro della Nato, all’amicizia dei serbi si aggiunge per traslato l’amicizia con Mosca, una volta alleato e fratello maggiore di Tirana, ora semplicemente nemico del nostro amico (gli USA e la Nato), oppure amico del nostro nemico (la Serbia), a sua volta nemico del nostro fratello (il Kosovo). Sembra complicato, ma in realta’ e’ molto semplice e lineare.

Quando le isterie personali dei politici non sono piu’ spiegabili con ragionamenti razionali, abitualmente incomincia la caccia al mostro, alla spia del KGB, o dell’UDB, o come ai giorni nostri, la semplice accusa di destabilizzazione per conto della (sempre in agguato) “potenza straniera” che avrebbe chissa’ quali mire geopolitiche sull’Albania, oltre a normali e sani desideri di appropriazione delle nostre sterminate (ma ancora non ben identificate) ricchezze.

E’ una idiozia residua della propaganda enverista, ma ancora funziona nelle teste di certi commentatori politici, in particolare in quelle dei sopravvissuti o dei discendenti della vecchia Scuola del Partito.

Nei paesi a noi confinanti Djukanovic e Gruevski hanno firmato la domanda di ammissione alla Nato per i rispettivi paesi, Montenegro e Macedonia, ma la domanda della Macedonia e’ rimasta bloccata per anni dalla Grecia (membro della Nato, ma parte della fratellanza ortodossa con Belgrado e Mosca) per via del nome ufficiale, a Djukanovic poco prima delle elezioni hanno pure mandato dalla Serbia una squadra di ex forze speciali russe con intenzioni certo non benevole, perche’ Gruevski dovrebbe ora essere considerato “l’uomo dei russi”, mentre il suo antagonista Zoran Zaev, rappresentante del partito filoserbo strettamente supportato da Vucic, da Soros, e di conseguenza pure dal premier albanese Rama, sarebbe ora la vittima di una destabilizzazione da parte dei russi?

Allo stesso modo in Albania gli amici storici della Nato e degli Stati Uniti sono molto evidenti: Berisha, Nano, Meta e Majko pur in epoche diverse sempre hanno avuto comportamenti coerenti e firmato atti determinanti nei confronti dell’Alleanza Atlantica, sia per la Partnership della Pace, che per la guerra del Kosovo, che infine per l’adesione piena all’Alleanza, lo stesso Basha e’ stato il Ministro degli Esteri che ha siglato l’adesione nell’aprile 2009. Ci sono state, almeno per Berisha nel 1997, delle situazioni di tensione con gli Stati Uniti, piu’ che altro per eccesso di sovranita’, ma mai contro il concetto stesso dell’Allleanza Atlantica.

Da qualche anno a questa parte la Germania ha avviato un processo politico, fortemente supportato dalla UE e dal think thank di George Soros, che prevede il consolidamento all’interno dell’Unione Europea dei Balcani Occidentali (Albania, Bosnia, Macedonia, Serbia e Montenegro, tutti in attesa di entrare nella UE) e che vede come protagonisti, non sempre incontrastati, i leader di Albania e Serbia, Rama e Vucic. Questo progetto non sembra piacere del tutto ai due altri leader coinvolti nel progetto, cioe’ Gruevski e Djukanovic, i quali temono un eccessivo aumento dell’influenza serba, che nei loro rispettivi paesi costituisce anche una popolazione (e una forza politica) determinante e soprattutto attualmente all’opposizione dei rispettivi governi.

Questo spiega, o potrebbe spiegare, l’accanimento della crisi politica macedone, che vede una sostituzione al potere del partito bulgaro-macedone di Gruevski con il partito serbo-macedone di Zaev, ovviamente piu’ adatto al compimento del progetto tedesco. E spiega l’insistenza (al limite della gaffe diplomatica) con cui il governo Rama ha spinto i partiti albanesi nelle braccia di Zaev, come lui pupillo e creazione di Soros.

Questo “processo” viene letto da molti come un tentativo di ricostruire la Yugoslavia (cioe’ la terra degli slavi del sud), cosi’ come si presentava nell’originale progetto comunista, cioe’ includendo anche l’Albania (che slava proprio non e’), e ponendo il tutto sotto una nuova egemonia politica serba che, nella lettura dei detrattori del progetto, porterebbe ad una maggiore influenza russa (per il tramite dei serbi e dei greci) su tutta la regione balcanica.

Da qui originano le polemiche contro Soros e le speranze che la nuova amministrazione americana di Donald Trump interrompa questo progetto, a suo tempo appoggiato anche dall’amministrazione Obama e dall’allora Segretario di Stato Hillary Clinton, notoriamente sempre coinvolta con le strategie di Soros.

Tutto questo spiega come chi sostiene a mezza voce che in questi giorni in Albania ci sarebbero dei movimenti russi con il supporto occulto di Lulzim Basha e del suo Partito Democratico allo scopo di destabilizzare prima il paese e poi gli interi Balcani, faccia una vera boutade, se non un vero e proprio errore logico, perche’ evidentemente gli schieramenti sono ben altri, e in particolare le prossimita’ con i russi sono tutte dall’altra parte dello schieramento politico albanese./exit.al

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