Home Approccio Italo Albanese Un “vetting” sulle proprieta’, o un’altra grande rapina?

Un “vetting” sulle proprieta’, o un’altra grande rapina?

Di Carlo Alberto Rossi

Nei giorni scorsi il capo dell’ALUIZNI, l’agenzia che si occupa delle legalizzazioni, Artan Lame, ha lanciato un segnale dirompente: lo stato vuole rivalutare i documenti di proprieta’ di oltre 30.000 parcelle di terreno sulla costa, per far ritornare la proprieta’ allo stato di quei terreni la cui proprieta’ sia stata ottenuta mediante violazioni della legge, come ad esempio quei terreni che siano stati distribuiti come terra agricola e poi in molti casi ingiustamente o illegalmente trasformata in terreno edificabile.

L’intenzione del governo, secondo Lame, e’ quella di recuperare la proprieta’ di tutti i terreni privatizzati illegalmente per destinarli alla compensazione degli ex proprietari o allo sviluppo turistico.

Contemporaneamente Lame lancia un monito: non comprate quei terreni, in particolare se hanno prezzi bassi, o se in quella zona non esiste un piano regolatore, perche’ chi li vende sta cercando di nascondere il fatto che si tratta di proprieta’ rubate.

La questione della proprieta’ fondiaria in Albania si trascina irrisolta da 25 anni, perche’ fin dall’inizio, con la famigerata legge 7501, e’ stata gestita molto male, e tutti gli interventi successivi, sia a livello legislativo che a livello di applicazione nei tribunali e nella Commissione di Restituzione delle Proprieta’, hanno creato una situazione talmente confusa, da apparire oggi inestricabile.

Certamente tutti desiderano una corretta soluzione del problema, ma ogni soluzione ipotizzata, dopo 25 anni di carte false, sentenze aggiustate, leggi contraddittorie e soprattutto di investimenti realizzati su quelle proprieta’, spesso anche in buona fede, sembra destinata a creare piu’ problemi e ingiustizie di quante ne possa risolvere.

Ora il governo pretende di riuscire a risolvere il problema con un “vetting” sui documenti di proprieta’che diventera’ sicuramente una grande occasione di arricchimento per avvocati, topografi, giudici, portaborse, falsari, intrallazzatori e via dicendo, proprio mentre un altro “vetting” sta rendendo di fatto inservibile e per un lungo periodo l’intero sistema giudiziario. Questo, in caso di appelli o contestazioni, finira’ per impedire uno svolgimento sereno del processo di verifica, e sicuramente non garantira’ la giustizia in quei casi in cui la proprieta’ sia stata rivenduta piu’ volte e alla fine qualcuno vi abbia fatto degli investimenti sopra.

Il tema non e’ nuovo, e infatti il codice civile del 1994, scritto sulla base di quello italiano, in uno dei pochi punti chiari e mai modificati, aveva previsto e ancora prevede, che l’acquisto da parte di un terzo in buona fede sani il vizio originale della cosa venduta.

Questo e’ un principio comunque difficile da applicare correttamente (quale dovrebbe essere la prova della buona fede?), ma che e’ stato inserito in quasi tutte le legislazioni del mondo per ottenere, sia pure nel lungo periodo, il raggiungimento di uno degli scopi principali di un codice civile, e cioe’ garantire uno svolgimento regolare degli affari economici.

In Albania questo concetto sembra non trovare molto spazio, e la continua rivisitazione dei diritti di proprieta’ finisce infatti per ostacolare gli investimenti nel turismo e piu’ in generale gli investimenti immobiliari, prova ne sia l’annuncio di Lame, di fatto destinato a fermare tante operazioni fino a che il processo di rivalutazione non abbia fine.

Il recente boom di PPP nel settore immobiliare e turistico, introduce un altro indicatore di grande pericolo sociale, cioe’ il rischio che una simile operazione possa servire solo ad alienare alcune proprieta’ private solo per redistribuirle di fatto ad altri soggetti privati sotto le mentite spoglie di investimenti in PPP, cosa che sarebbe un altro attentato gravissimo al concetto di mercato e a quello di proprieta privata, tale da attrarre solo temerari investitori locali o regionali e allontanare i meno temerari investitori esteri, allontanando ancora di piu’ l’Albania dal concetto di luogo dove si possa investire tranqullamente./exit.al

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