Home Approccio Italo Albanese L’oligarchia, come la mafia, non esiste! Di Carlo Alberto Rossi

L’oligarchia, come la mafia, non esiste! Di Carlo Alberto Rossi

Un oligarca e’ un uomo molto ricco e potente che ha una elevatissima capacita’ di pressione diretta sulla politica, sull’amministrazione e sulla stampa, e la usa per tutelare i suoi interessi privati, anche se non necessariamente illegittimi, al punto di determinare l’azione di governo a favore dei suoi business invece che della collettivita’, e di impedire la diffusione di notizie che creerebbero consapevolezza diffusa di questa distorsione e finirebbero per incrinare il consenso politico e quindi per ostacolare la sua attivita’ economica.

Proprio in questi giorni abbiamo la dimostrazione perfetta di cos’e’ e di come funziona il meccanismo dell’oligarchia, e di come, quando raggiunga la sua dimensione, diventi devastantemente pericoloso per la democrazia e per i diritti dei cittadini di un intero stato.

Nelle ultime due settimane il pedaggio imposto sulla Strada della Nazione, con le conseguenti proteste di massa dei cittadini di Kukes, il loro arresto fuori dai canoni della procedura, l’udienza sulle misure cautelari slittato oltre i termini previsti dalla legge, le polemiche sui meccanismi di aggiudicazione della concessione ha avuto una vasta eco su tutti i media albanesi, con molte riprese sui media stranieri, creando non poco disturbo al governo albanese.

Addirittura sui media sociali, forse per la prima volta in Albania, e’ comparsa una campagna che invitava i cittadini a boicottare il principale business del concessionario, cioe’ a non comperare i suoi carburanti. Questo e’ un modo, non illecito, ampiamente usato nel mondo occidentale, addirittura in taluni casi dalle agenzie delle Nazioni Unite, per portare avanti una battaglia sui diritti dei cittadini, o piu’ spesso dei consumatori.

Nei giorni scorsi, il concessionario dell’autostrada del Kosovo ha cominciato ad offrire appetitosi budget pubblicitari a televisioni, giornali, blog, siti di informazione e di controinformazione. Questo e’ un fatto, non illecito se accompagnato da regolari fatture e relativa pubblicazione dei messaggi pubblicitari.

Su tutte le televisioni albanesi e’ apparsa una ridondante campagna pubblicitaria dei carburanti di Kastrati. Anche questo e’ un fatto, e anche questo non e’ illecito.

Come per incanto, tutto il tema del pedaggio, degli incidenti, degli abusi in sede di tender, degli abusi in sede di processo ai manifestanti, e’ scomparso dalla “libera” stampa albanese.

E la notizia del processo penale all’amministratore di Albanian Highway Concession per la mancata manutenzione delle barriere laterali di un viadotto autostradale che cedendo hanno concorso alla morte di 40 persone, pubblicata da Exit ma facilmente verificabile sui principali siti di informazione italiani, non e’ stata ripresa da nessuno.

Ma proprio da nessuno, come se fosse irrilevante ai fini dell’informazione dell’opinione pubblica.

Questa non e’ una colpa del concessionario o del governo, e’ solo una chiara e grave responsabilita’ morale della stampa albanese, sempre alla ricerca di un qualche incasso per coprire le spese, ma l’effetto di tutto questo e’ molto chiaro.

Un solo uomo, molto ricco, ha potuto “cancellare” una notizia utile al pubblico per valutare l’operato di un governo da quello stesso ricco condizionato al punto da imporre una tassa a suo esclusivo favore, in un modo chiaramente e ingiustificatamente penalizzante per un ampio numero di cittadini elettori, che avrebbero a loro volta, alla prima occasione utile, potuto penalizzare il governo con il proprio voto contrario.

L’oligarca paga la pubblicita’ costringendo di fatto l’editore a tacere, e il governo puo’ continuare a proteggere gli interessi dell’oligarca. E i cittadini, non troppo avveduti, dovranno continuare a pagare tasse in piu’.

Se la notizia restasse in circolazione, non calerebbe l’attenzione sul tema e lo scambio oligarca-governo non funzionerebbe piu’ a dovere, con il rischio di una revisione del lucroso contratto, oppure con il rischio di un danno al consenso elettorale, o infine con il rischio di osservazioni da parte delle istituzioni internazionali.

Non e’ un caso che in tutti i sistemi aperti e democratici ci siano norme atte a prevenire questo scambio o la strutturazione di un sistema oligarchico, e che questo, almeno sulla carta, sia uno dei principali temi della discussione politica nel mondo europeo occidentale, con ordinamenti che prevedono limitazioni alla proprieta’ dei mezzi di informazione, a volte anche sostegno finanziario pubblico alla stampa libera, limiti alle concentrazioni aziendali, norme antitrust, osservatori di vigilanza e quant’altro.

E non e’ un caso che ci siano organizzazioni internazionali concepite apposta per preservare questo ruolo della stampa come “cane da guardia della democrazia”, senza il quale il consenso elettorale, sempre che poi possa essere correttamente contato, si potrebbe formare in modo distorto, alterando gradualmente un sistema democratico che dovrebbe governare nell’interesse di molti, fino a trasformarlo in una oligarchia, cioe’ ad un governo nell’interesse di pochi.

Per questo e’ in corso una grande ma sottile campagna per dimostrare che in Albania gli oligarchi non esistono, come non esistono i problemi da loro causati.

Dicevano cosi’ anche i collusi della mafia.

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