Home Approccio Italo Albanese L’appello di una ex immigrata albanese, attualmente con cittadinanza italiana

L’appello di una ex immigrata albanese, attualmente con cittadinanza italiana

Di Sonila Alushi

Forse la maggior parte di noi primi immigrati in Italia è entrata illegalmente e ci siamo regolarizzati poi, quando la legge lo ha consentito, cercando e trovando lavoro, casa, amici…

Mio fratello era clandestino, con una sanatoria ha potuto regolarizzarsi e oggi è uno dei migliori elettricisti della Lombardia. Molte luci del Teatro La Scala e Arcimboldi portano il suo nome.

Mio marito era clandestino, ha viaggiato di nascosto in un posticino angusto all’interno di una nave trasporti. Aveva solo 17 anni e ancora oggi soffre il trauma di quel viaggio non sopportando di stare a lungo in posti piccoli. Ora gestisce tre Imprese e dà lavoro a una trentina di persone.

I miei zii erano clandestini, ora sono saldatori e tra i migliori operai delle ditte dove lavorano.

Mia cugina era clandestina, il poliziotto di frontiera (un cuore grande) ha fatto finta di non riconoscere il suo visto falso e le ha fatto segno di passare velocemente la linea gialla con suo figlio in braccio. Ora si prende cura di una decina di nonnini in una casa di riposo.

Tanti, tanti di noi sono stati clandestini non per scelta, ma perché non c’era altro modo di emigrare, nessuno ci dava i visti…così come succede anche oggi. Essere clandestino non deve e non può essere un reato o una colpa dato che non si offrono delle vie legali per emigrare, verso i Paesi più sviluppati, dove si possa costruire un futuro migliore per se e i propri figli. Il fenomeno immigratorio non è oggettivamente semplice da gestire, ma sicuramente non è una soluzione vedere il nemico nelle persone disperate e chiamare illegalità la sfortuna.

Regolarizzare, istruire insegnando senz’altro anche usi, costumi, leggi…, è l’unica via per una convivenza migliore. Abbiamo bisogno di l’un l’altro, abbiamo bisogno di umanità. Diamoci una mano. Su quelle navi potevamo esserci tutti noi o i nostri cari

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