Home Approccio Italo Albanese Meksi spiega: i file dei Servizi Segreti sono stati distrutti in massa

Meksi spiega: i file dei Servizi Segreti sono stati distrutti in massa

Da Exit.al

Il problema di lustrazione e l’apertura dei file dei Servizi Segreti (cosiddetto Sigurimi) è stato uno dei principali problemi che abbiamo incontrato dal 1991.

Dopo pochi mesi dall’avvento al potere, nel marzo 1992, abbiamo elaborato una proposta di legge per questo scopo sulla base delle leggi fatte in Germania, Cecoslovacchia e Ungheria.

Per la progettazione e la sua attuazione abbiamo dovuto conoscere in anticipo le piattaforme dei Servizi Segreti dello Stato, le sue pratiche e la documentazione negli archivi dell’ex Ministero degli Affari Interni (MPP), che è stata mantenuta in cattive condizioni. Questo compito è stato assegnato ad un apposito gruppo di lavoro che nel 1995 ha presentato una relazione completa.

Secondo i dati preliminari risulta che un gran numero di file sono stati “distrutti” poichè, sotto la guida dell’ex Ministero degli Affari Interni e anche con la depenalizzazione del famigerato articolo 55, i file erano “inutili”.

Va detto che c’era un “Regolamento di evidenze operative degli Organi degli affari interni” (n. 01-27, datato 23/08/86) che definisce i documenti che si “memorizzano per sempre” e quelli che dopo un determinato periodo di tempo vengono “distrutti” ma, questo regolamento è stato violato con il pretesto che non avevano più alcun valore e cosi venne fatta una distruzione di moltissimi documenti nell’ultimo periodo del comunismo prima dell’avvento al potere del Partito Democratico.

I dati che ho dimostrano che durante il periodo 1980-1992, sono stati distrutti circa 39.500 file. Il 75 per cento di loro, o circa 29.000 file, sono stati distrutti durante il periodo 1989-1992. Per regola questa azione deve essere fatta nelle singole liste (vale a dire i nomi, gli individui hanno ognuno il loro verbale) associate ad un altro verbale.

In base alle norme in vigore è stata la Commissione di Valutazione che prendeva le decisioni sulla distruzione dopo la revisione, il rispetto delle regole e dei termini di mantenimento. Questa decisione doveva essere avallata dal Comitato Centrale di Verifica e solo allora si eseguiva la distruzione. Ma negli ultimi anni del regime comunista, e nel primo anno di transizione, queste regole sono state violate e nell’archivio ci sono tracce o prove di tali azioni, per le quali le persone che hanno dato gli ordini sono state indagate e processate penalmente.

Di interesse in questo senso è il radiogramma “urgente” che il Ministro dell’epoca Simon Stefani manda il 2 luglio 1990, n. 277-278 ai responsabili delle filiali, nei vari distretti, degli Uffici dei Servizi Segreti chiamati Uffici degli Affari Interni:

“relativamente ai dati dei membri, dei candidati del partito e dei materiali in deposito si deve agire in questo modo: … quelli devono essere visti dal primo segretario del distretto … devono essere tenuti solo quelli per lo spionaggio e le manifestazioni tenute solo per agitazione e propaganda, con la nuova legge, non vengono più considerate e devono essere immediatamente distrutte.

La distruzione deve essere basata su delle regole.

Questo lavoro deve essere completato entro il 15 luglio.”

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Sembra che questo è stato sufficiente per procedere rapidamente  alla distruzione delle prove della violenza della dittatura comunista.

Di particolare interesse per la fase di progettazione c’è un altro telegramma inviato dal Ministro Hekuran Isai il 15 dicembre 1990 presentato ai capi delle Filiali degli Affari Interni (n.615) Come segue:

“Distruggere immediatamente tutti i file dei collaboratori, così come le schede dei contingenti tolti, i libri del probatorio operativo dei lavoratori non più attivi e i documenti temporaneamente isolati per l’eliminazione della segretezza. I fascicoli delle indagini o della corte devono essere mandati agli archivi, compresi quelli che non hanno completato i 5 anni (ma non rivelare i file di indagine per l’autore). Si tratta di azioni normali fatte secondo la vostra richiesta, non si riferiscono alla situazione.

Informateci appena eseguito.”

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La penultima frase mostra la loro preoccupazione per le manifestazioni degli studenti e dei cittadini di Tirana di un partito di opposizione (PD). Per questo vale la pena ricordare l’adagio: la lingua batte dove il dente duole.

Nel frattempo, la situazione politica in Albania stava cambiando rapidamente. A metà febbraio del 1991 si è tenuto lo sciopero degli studenti dell’Università di Tirana, che è stato sostenuto dai cittadini di Tirana e ha avuto una chiara presa di posizione contro il regime e la figura di Enver Hoxha.

Il 18 febbraio il Ministro Hekuran Isai invia l’Ordine no. 01-7, che è stato intitolato “Per alcuni problemi dell’evidenza operativa” e l’oggetto è stato “Con lo scopo di eliminare gli archivi dei settori di evidenza dai documenti e fascicoli operativi senza valore.”

L’ordine tra l’altro richiedeva:

“1. di memorizzare in archivio, quando il settore operativo ritiene che possono essere di successivo interesse, i file degli agenti e degli informatori che hanno fornito informazioni per attività importanti. Gli altri file dei collaboratori devono essere eliminati con una lista a se ….

  1. di mantenere… i file delle persone ancora attive, … condannati per attività ostile e dannosa e coloro che non siano stati condannati … ma sono stati osservati per tendenze di spionaggio, organizzazione terroristica, deviazione, sabotaggio di … ..

Nella valutazione dei file di elaborazione dovete applicare le variazioni del KP .. (i file per i reati previsti devono essere distrutti). Altri file e le schede di elaborazione che non hanno fascicoli devono essere distrutti.. e molti altri tipi di file e documenti …

….

  1. …di aprire file e schede di coloro che fanno attività ostile e dannosa …. “

Seguito da altri messaggi per l’eliminazione degli archivi.

Si prosegue con tali ordini inviati fino al gennaio 1992. Eventuali commenti su questi ordini credo siano superflui.

Finora nei media è stato fatto rumore per “l’eliminazione” dei file, oltre che per l’apertura in modo da scoprire o mettere da parte lo scopo di tutto questo movimento: eliminare le tracce del comunismo, cioè la lustrazione e il  riconoscimento del sistema della violenza attraverso i fatti, e tra loro ci sono anche i file.

Prima di iniziare con la lustrazione e l’apertura dei file l’opinione pubblica deve essere informata in modo dettagliato sullo stato della documentazione mantenuta: i registri, i diversi fascicoli, i  libri di lavoro degli operativi, le schede, gli ordini e altri documenti utili per far capire che questo processo può essere effettuato e in quale misura può essere fatto.

Al pubblico deve essere detto che sono rimasti solo circa 17.000 file dei collaboratori e perseguitati (per esempio, … secondo una informazione del 1995 sono registrati 12.602 file dei collaboratori, mentre nel SHISH (Servizi Segreti Albanesi) sono solo 6522 file) preparando l’opinione pubblica ai risultati dell’attuazione della legge del governo.

La lustrazione è l’atto di rimozione da tutte le posizioni chiave (politici, diplomatici, direttori di media, direttori di istituzioni ed altro) di coloro che durante la dittatura sono stati in carica in qualità di membri e candidati del plenum del Comitato Centrale del partito, ministri e vice ministri, segretari di primo e secondo grado nei distretti, capi di polizia e dei servizi segreti, operativi legali e illegali, investigatori, quelli che hanno completato la scuola o altri corsi dei Servizi Segreti.

Solo in questo modo si può effettuare il processo della “ pulizia dai comunisti”, cioe’ la lustrazione e l’apertura dei file per poter chiudere per sempre col passato./exit.al

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