Home Approccio Italo Albanese Come votare? Pregi e difetti di un sistema di voto in Albania

Come votare? Pregi e difetti di un sistema di voto in Albania

Di Exit.al

In tutto il mondo democratico il dibattito sui sistemi elettorali e’ normalmente guidato dalle esigenze contingenti, in cui il partito di governo cerca di risolvere i suoi problemi con una legge che soddisfi i suoi desideri, spesso ipotizzando che il voto degli elettori si ripeta rispetto alla volta precedente.

In realta’ molto spesso questo non succede, e il popolo reagisce al cambiamento di sistema con effetti difficilmente prevedibili, in particolare quando siano cambiati anche i candidati. In ogni caso l’analisi di un sistema elettorale non puo’ prescindere dalle situazioni caratteristiche del paese, dalla sua conformazione geografica, e infine  da situazioni particolari come la presenza di minoranze etniche.

Infatti il dibattito generale e’ diviso su due grandi schieramenti: quello di chi vuole garantire una forte maggioranza che consenta di governare facilmente, avverso a quello che tende a garantire il cosiddetto “diritto di tribuna”, cioe’ la corretta rappresentanza in parlamento di tutte le componenti della societa’.

Un altro principio che spesso si ritiene utile, nei paesi piu’ vasti o con una situazione etnico-geografica particolare, e’ quello di collegare gli eletti ad un determinato territorio, per garantire una rappresentanza minima ad ogni realta’ territoriale, e questo era probabilmente il motivo per cui sin dall’inizio in Albania si e’ votato con un sistema di piccoli collegi uninominali, poi trasformati negli attuali 12 collegi “regionali”.

Secondo molti politologi l’approccio della rappresentanza (sia geografica, che etnica, che ideologica) e’ piu’ importante nelle situazioni “costituenti” mentre quello della governabilita’ e’ piu’ adatto nelle situazioni in cui la democrazia e le regole del gioco sono veramente accettate e consolidate.

Nel caso dell’Albania le situazioni di coinvolgimento nel processo elettorale di personaggi “forti”, per non dire criminali, suggeriscono di allontanare il piu’ possibile le situazioni particolari dal voto, quindi votare per una unica lista nazionale aiuterebbe ad evitare le pressioni indebite sul singolo centro di voto, piu’ probabili nei piccoli collegi.

Il ricorso al voto di preferenza (che presenta svantaggi dal punto di vista tecnico, e soprattutto espone i candidati ad un maggior costo dovendo fare la campagna su tutto il territorio nazionale) sarebbe molto utile per ridare al Parlamento quel  ruolo di rappresentanza del popolo, che ha perso con il ricorso alle liste bloccate definite dai capi (padroni) dei partiti. Il voto di preferenza ha un altro grandissimo vantaggio, che e’ quello di costringere l’eletto ad avere un rapporto positivo con gli elettori e meno assertivo con i vertici  politici del partito, cosa che nelle recenti vicende albanesi avrebbe avuto riflessi molto positivi.

L’eliminazione dei premi di coalizione o delle soglie di sbarramento, probabilmente non gradita ai grandi partiti, darebbe una maggiore semplicita’ e rappresentativita’ al sistema, garantendo la rappresentanza e il “diritto di tribuna” a chiunque abbia un minimo di voti, ovunque distribuiti, dalle minoranze etniche ai gruppi piu’ identitari.

Un sistema proporzionale diretto, con collegio unico nazionale, senza soglie o sbarramenti, senza premi di coalizione, con liste aperte con l’indicazione di una sola preferenza, che preveda la raccolta di almeno 15.000 firme per potersi presentare alle elezioni e per prendere i finanziamenti alla campagna elettorale, potrebbe rappresentare la situazione ideale per l’Albania. Se poi il sistema fosse gestito anche con un conteggio centralizzato e parzialmente automatizzato del voto (scansione, numerazione e parziale identificazione del voto espresso), questo potrebbe evitare molte manipolazioni e parecchie tensioni.

Resterebbe da gestire un problema vitale, almeno in Albania: in un sistema di collegio unico nazionale la  televisione diventa lo strumento principe ed indispensabile per prendere le preferenze, cioe’ per avere notorieta’ per il singolo candidato.

Questo richiede un approccio attento alla gestione dei differenti media elettronici e un possibile squilibrio causato delle differenti capacita’ finanziarie: quindi sarebbe necessario proibire la pubblicita’ televisiva e anche ridurre la liberta’ delle televisioni nazionali di scegliere gli invitati nei vari talk-show durante la campagna elettorale.

Provate a immaginare che anche solo 30 partiti (alle ultime elezioni erano 68) presentino ognuno 140 candidati: sarebbero 4.200 persone che dovrebbero avere il diritto di partecipare ad una o piu’ trasmissioni televisive.

Evidentemente ogni tentativo di “par condicio” sarebbe molto difficile da regolamentare, al punto che sembra indispensabile rendere piu’ difficile la presentazione di una lista alla gara elettorale (ad esempio richiedendo un elevato numero di firme) per ridurre il numero delle liste parassite (che prendono voti ma non eleggono nessuno), cosa che peraltro sarebbe gia’ molto disincentivata se le coalizioni non fossero ammesse.

Un sistema siffatto produrrebbe almeno quattro effetti salutari per la societa’ albanese:

  • il primo che costituirebbe un vantaggio per le persone gia’ note e riconosciute come leader dalla societa’ albanese;
  • il secondo che costringerebbe i deputati eletti ad una costante attenzione alle richieste dell’elettorato, in particolare nelle zone piu’ remote dove sarebbe piu’ facile ottenere il consenso con il passaparola;
  • il terzo che eviterebbe molte candidature temerarie, o strumentali e decise all’ultimo momento, ed eliminerebbe molte liste assolutamente non significative (nel 2013 solo 11 liste su 68 presenti hanno preso piu’ di 10.000 voti,e solo 7 hanno avuto almeno un eletto);
  • il quarto, ma non ultimo, e’ che il vincolo di fedelta’ al leader del partito sarebbe molto diluito dalla necessita’ di raccogliere comunque le preferenze per poter essere eletto o rieletto, riportando gli eletti, quindi il Parlamento, sotto l’influenza degli elettori, limitando il potere dei partiti./exit.al
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