Home Approccio Italo Albanese Ma per che cosa dovremmo essere grati a Romana Vlahutin?

Ma per che cosa dovremmo essere grati a Romana Vlahutin?

Di Ilir Aliaj, Exit.al

Il nome dello scrittore Ismail Kadare ha più volte scatenato dibattiti sui suoi atteggiamenti durante la dittatura. Per questo motivo, ci sono quelli che lo hanno attaccato e continuano a farlo, e quelli che lo hanno reso un idolo. Ho letto quasi tutti i suoi libri pubblicati durante la dittatura ma non quelli pubblicati dopo la dittatura.

Nel suo ultimo libro prima della caduta del sistema dittatoriale in Albania, infatti, aveva attaccato e insultato il poeta più importante dell’Albania moderna, Gjergj Fishta. Per questo ho deciso di non leggerlo più.

Tuttavia, devo raccontare una storia in cui Ismail Kadare mi ha fatto sentire orgoglioso. Alla fine di luglio del 2005, mi trovavo presso l’Università di Oxford. Un pomeriggio sono entrato in una libreria e ho visto un inglese che voleva acquistare il libro di Ismail Kadare, che pochi giorni prima aveva vinto il più importante premio letterario nel Regno Unito, il “Man Booker Prize”.

Nessuno sapeva che io provenivo dalla terra di Kadare, ma in ogni caso mi sono sentito orgoglioso e ho pensato che l’Europa non conosce solo i trafficanti albanesi, ma conosce anche delle eccellenze albanesi.

In questi giorni ho letto nei media che lo scrittore Ismail Kadare ha inviato una lettera all’Ambasciatore della delegazione europea a Tirana, chiedendo perdono.

Credo che la maggior parte degli albanesi non si aspettasse di arrivare a questo comportamento vergognoso, da parte di una persona che aspira al Premio Nobel per la letteratura. Non capisco queste scuse quando le dichiarazioni di Kastriot Myftari erano solo un’opinione, e non una incitazione ad aggredire Romana Vlahutin.

Quello che non capisco è quali siano i meriti della Vlahutin per i quali un albanese debba scusarsi con lei.

Lei non ha fatto nulla per il nostro Paese.

Se lo scrittore Kadare dispone di informazioni, che il pubblico non conosce, sulle cose buone realizzate dalla Vlahutin, allora anche noi saremo ben lieti di essere grati all’Ambasciatrice. Ma personalmente non mi metterò in ginocchio.

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