Home Approccio Italo Albanese I pendolari di Shengen: tre mesi in Europa, tre mesi in Albania

I pendolari di Shengen: tre mesi in Europa, tre mesi in Albania

Di Carlo Alberto Rossi

Solo nella settimana di Natale i media italiani hanno riportato le notizie di arresti di almeno 50 cittadini albanesi in varie localita’ italiane, nella maggior parte dei casi per reati di spaccio e di furto o rapina, ai quali si aggiunge una quota significativa di violenze domestiche.

Ad una veloce analisi sembra che anche nelle settimane precedenti il trend verificato sia grosso modo lo stesso, se non superiore. Il conto su base annua sarebbe di almeno 2.500 persone.

Il risultato e’ che nelle carceri italiane risultano detenuti circa 2.600 albanesi, circa alla pari con i rumeni e secondi solo ai marocchini, ma gli albanesi in Italia vengono associati alle carceri solo quando sono residenti ed hanno commesso un reato grave e ripetuto, altrimenti vengono accompagnati alla frontiera con un decreto di espulsione, quindi la quota di albanesi carcerati potrebbe rappresentare un flusso di arresti molto superiore alle 50 persone a settimana. E infatti solo nel 2016 sono stati espulsi dall’Italia quasi 5.800 albanesi.

Il dato interessante ricavabile dalle notizie di stampa e’ che la maggior parte degli arrestati risultano presenti in Italia con visto turistico, o piu’ genericamente “irregolari”, qualcuno espulso varie volte, molti altri incensurati.

E’ infatti questa la nuova “frontiera” dell’emigrazione albanese: l’Europa di Shengen consente il soggiorno turistico di 90 giorni a semestre, sia pure con qualche garanzia come quella di avere a disposizione un domicilio e i mezzi finanziari per sostenersi, cosa facilmente aggirabile con carte di credito o dichiarazioni di parenti regolarmente emigrati.

Cosi si possono leggere sui media italiani storie di spacciatori albanesi arrestati in albergo dove soggiornavano da settimane, o di albanesi specializzati in furti negli appartamenti temporaneamente domiciliati da lontani parenti, cosi’ come si possono intuire i motivi di viaggio di tanti giovani ben vestiti e con vistosi orologi che si incontrano frequentemente in aeroporto.

Ma per fortuna non tutti sono criminali, anche se la legge la infrangono ugualmente, ci sono pure molte persone che hanno trovato il modo per fare lavori stagionali in nero, in particolare nelle stagioni turistiche.

Una signora di Valona ci racconta che in questo modo da due anni si alterna con una nipote, anche lei senza permesso di lavoro, ad accudire una anziana signora in Nord Europa, dandosi il cambio ogni 3 mesi. In due rimediano un ottimo stipendio che consente loro le spese di viaggio e una vita molto piu’ che decorosa nei periodi di fermo in Albania.

Misurare con precisione questo fenomeno richiede accessi alle statistiche del TIMS che solo il governo puo’ fare, ma dalle statistiche pubblicate dall’INSTAT si evince che il numero degli albanesi che si reca all’estero in un anno, dal 2013 a oggi e’ cresciuto di oltre un milione di cittadini, partendo dai circa 3,9 milioni degli anni 2012 e 2013, per toccare i 4,8 milioni nel 2016, con ulteriore forte aumento nella prima parte del 2017.

Sicuramente la maggior parte di loro si reca all’estero veramente per trovare i parenti, ma l’esito di quella parte che invece se ne approfitta potrebbe diventare disastroso per tutta la popolazione, con una potenziale rivisitrazione dei criteri di accesso a Shengen./exit.al

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