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TURISMO: NEI PRIMI SEI MESI QUASI 140.000 VISITATORI ITALIANI IN ALBANIA, MA RESTA MOLTO DA FARE!

Dati INSTAT: dal BelPaese arrivi in crescita del 6,6% ma Italia solo quinta dopo Kosovo, Macedonia, Grecia e Montenegro. Eppure l’ex ceto medio italiano avrebbe nella destinazione albanese tutte le caratteristiche per un soggiorno stile anni 80. Urgente una correzione e un rafforzamento delle relazioni binazionali

Se le relazioni italo – albanesi passano anche attraverso il turismo, le stesse sono indubbiamente cresciute nel confronto fra i primi 6 mesi del 2017 e lo stesso periodo dell’anno in corso.

Tuttavia, la crescita reale, quella misurata dalle statistiche ufficiali INSTAT, è nettamente al di sotto della crescita potenziale che potrebbe derivare da una piena promozione della conoscenza delle opportunità messe a disposizione dall’Albania a favore del ceto medio – o ex ceto medio – italiano.

Veniamo ai numeri. Questi certificano, in maniera oramai strutturale, la prosecuzione del “boom” economico albanese del settore. Ma, come per tutti i fenomeni che si manifestano in economia, i dati INSTAT vanno messi bene ai raggi X.

Nel periodo compreso fra gennaio e giugno di quest’anno, i visitatori arrivati in Albania dall’estero hanno superato la soglia del milione 900.000, per l’esattezza 1.919.504 persone che hanno soggiornato nella terra delle Aquile, in molti casi facendovi ritorno da un anno all’altro o nel corso dello stesso periodo semestrale preso in considerazione.

L’ingresso nella stagione estiva ha aumentato l’intensità degli arrivi, che nel solo mese di giugno hanno sfiorato il mezzo milione di visitatori, per la precisione 496.137, in crescita del 13,3 per cento su giugno 2017 contro una media di più 9,1 per cento relativa a tutto il primo semestre del 2018.

Analizzando la graduatoria dal punto di vista dei Paesi di provenienza dei flussi turistici, al primo posto si confermano gli amici Albanesi del Kosovo con 566.263 visitatori nel periodo da gennaio a giugno, sostanzialmente stabili rispetto al 2017 con un calo di appena lo 0,4 per cento, ma per ragioni obiettive di demografia del Paese vicino di casa questa cifra non può ancora salire più di tanto.

Il vero boom è quello che arriva dall’altro Paese confinante, la Macedonia, con 285.758 arrivi nei primi 6 mesi, in crescita 15,5 per cento su base semestrale e addirittura del 58,3 nel solo mese di giugno.

Al terzo posto assoluto il vicino di casa a sud dell’Albania, la Grecia, la cui situazione di crisi economica interna ha fatto comprendere le possibilità e le opportunità della destinazione albanese: dalla Nazione Ellenica sono arrivati, nei primi 6 mesi, 221.144 turisti in crescita del 10,5 per cento.

E finalmente compare l’Italia, il Paese di fronte sull’altra sponda Adriatica. Qui la collocazione in classifica appare duplice: quinta, dietro il Montenegro, con riferimento, al totale dei primi 6 mesi dell’anno, quarta, dietro la Grecia, in relazione al mese di giugno nel quale ha avuto inizio la stagione turistica balneare e marittima.

Da gennaio a giugno, sono stati 139.702 i visitatori italiani accorsi in Albania (più 6,6 per cento), 34.838 dei quali nel solo mese di giugno (più 5,6 per cento).

Nella classifica semestrale, il Montenegro, il vicino Nord dell’Albania, è saldamente quarto con 178.195 visitatori, in aumento percentuale del 3,6.

Su base semestrale, numeri assoluti ancora piccoli, ma con sviluppi percentuali interessanti, riguardano la Polonia (più 26,4 per cento), la Germania (più 18,6) e gli Stati Uniti (più 14,1).

In conclusione: il “boom” turistico albanese, da una parte, è ancora numericamente molto condizionato e dipendente dai vicini di casa diretti del Paese delle Aquile, anche se i ritmi di crescita degli arrivi cominciano a essere interessanti da Oltre Atlantico, dall’Oriente e dai Paesi del Nord Europa. Dall’altra parte, gli arrivi dall’Italia, pur crescenti, sono ancora molto di sotto del loro effettivo potenziale, soprattutto se si considera il fatto che una realtà come il BelPaese, con un ceto medio storicamente molto importante – e oggi per la gran parte in pensione oppure, se in attività, in parte provato dalla crisi interna – avrebbe molti benefici dalla scelta della destinazione albanese: una destinazione in grado, per i fattori economici e storico-naturalistici, di far rivivere l’atmosfera della classica vacanza modello anni Ottanta.

L’auspicio è quello di relazioni italo-albanesi che, al pari di quelle avviate da altri Paesi europei, aiutino a scoprire e a far apprezzare al massimo la localizzazione albanese come meta di vacanza “italiana”, accessibile e qualificata.

instat.gov.al

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