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Coaching ospitality: l’automatizzazione non può sostituire l’umanità

Di Marsela Koci

Cosa serve ai giovani di oggi per affrontare il mondo automatizzato, in cui la digitalizzazione e l’elettronica tendono sempre di più a condizionare la creatività, il talento e le passioni che ognuno di noi coltiva? A questa domanda cercano di rispondere gli esperti del campo turistico-alberghiero italiano, conosciuto come un’eccellenza in tutto il mondo. In un mondo in cui tutto tende ad appiattirsi, ad apparire uguale, la ricerca diventa da un lato più facile, perché si ha tutto “a portata di click”, dall’altro più difficile, perché il “sapore” della cultura d’origine non appaga più il palato. Si tratta non più solo di attirare l’attenzione, ma di saperla mantenere nel tempo con risultati che fanno la differenza.

E’ questo il messaggio che il workshop straordinario di Coaching for Ospitality vuole dare ai tanti giovani che avevano riempito la sala rossa di Marriot Hotel in Via Washington a Milano; rosso è il colore della passione e della devozione con cui il Maestro Alberto Lavorgna (Fondatore Ospitality e noto Manager di hoteleria e ristorazione a Milano) tenta di trasmettere ai giovani che vogliono intraprendere la strada dell’ospitalità, quella che comprende certamente il settore alberghiero e della ristorazione ma che, nello stesso tempo, funge da lezione di vita in qualsiasi ambito di applicazione.

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Sul palco nomi importanti del settore, come il noto Chef Umberto Vezzoli, il Coach Roberto, Barbara Donzelli (Fondatore NIce), Silvia Spano (formatore aziendale), Raffaello Panariello (Presidente ADA, Associazione Direttori d’Alberghi), Danilo Bellomo (Vicepresidente ADA) e Luciano Manunta (Presidente AIRA, Associazione Alberghieri e Ristorazione Italiana).

Nella sua dimostrazione, Vezzoli racconta ai ragazzi che il vero talento della vita è essere se stessi e cercare di ricavare dall’antichità l’innovazione. “Cercare in voi il vostro talento per poter costruire un curriculum”, così si rivolge ai ragazzi presenti in sala, ricordando loro di mettere sempre l’anima in ciò che preparano. L’ospitalità è fatta di sapori che richiamano un ricordo, un desiderio che scatta quando le mani di uno chef ci hanno messo passione. Mai si è troppo vecchi o troppo giovani per imparare, e quando davanti a te c’è una meta anche il deserto diventa una strada.

Dalla passione all’attenzione della persona passa Silvia Sparro, Counselor. “Come tratti i tuoi collaboratori loro tratteranno i tuoi clienti”: una frase, questa, che bisogna sempre tenere a mente se si vuole essere un buon imprenditore. In un modo o nell’altro, il counselor – figura ben distinta dallo psicoterapeuta – è una figura che media e lenisce le paure, le insoddisfazioni e le tensioni tra collaboratori stessi e tra responsabili e lavoratori, senza dare un giudizio bensì ascoltando verificando i disagi e mostrando quale sia la miglior strada per appianare le differenze, per stimolare a lavorare in armonia dimenticando il passato. Stimola insomma a concentrarsi sulle risorse umane, tenendo presente che esse sono “il fulcro dell’organizzazione”, come conclude Silvia Sparro.

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Tutti collegati tra loro i pensieri dei coach presenti, che pongono al centro dei loro discorsi il senso umano del lavoro di gruppo. Senza fare distinzioni tra chi offre una vera ospitalità e chi, invece, si limita a una semplice accoglienza. “Se noi – dice il coach Roberto Boccacelli – non saremo capaci di distinguere tra capo e leader, non sapremo mai mandare avanti un’azienda con profitti duraturi nel tempo”. Bisogna essere capaci di condurre il lavoro di gruppo influenzando e ispirando i propri collaboratori. Un buon clima aziendale si instaura anche contagiando le persone con le emozioni giuste, spiega Barbara Donzelli, cresciuta nell’ambiente alberghiero dei suoi genitori, dove sin da piccola ha imparato che rendere memorabile un momento e una relazione allunga la vita di tutto il lavoro svolto nel tempo, se si fa e con lo spirito giusto e con l’ottimismo contagioso. Per questo è nato NIce, un progetto innovativo basato sulle motivazioni che spingono una persona a lavorare meglio e sentirsi gratificato. Si tratta di un’applicazione scaricabile, su cui ciascun utente può caricare la propria valutazione in merito al servizio offerto da un hotel che ha visitato. A differenza delle ormai consuete recensioni su appositi siti, i voti e i commenti sono visibili solo ai gestori e collaboratori della struttura alberghiera in questione. Inoltre, su NIce si possono mettere solo like e commenti positivi, facendo in modo che il collaboratore si senta gratificato per il servizio che ha erogato: una maniera molto efficace per mantenere un buon clima aziendale e riconoscersi nella gratitudine e l’umanità che compongono la base di una gestione innovativa, concreta ed efficace.

Così un lunedì pomeriggio invernale si è trasformato in una sferzata di entusiasmo, di idee nuove e ispirazioni, perché proprio di questo hanno bisogno i giovani: di referenti, di persone che li appoggino nelle loro scelte, che li sostengano e che credano che l’umanità non sia ancora passata di moda.

Marsela Koci

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