Home Approccio Italo Albanese “Albania ed i suoi scheletri nell’armadio della dittatura”

“Albania ed i suoi scheletri nell’armadio della dittatura”

Di Adela Kolea

“Abito al 21-esimo!” (Banoj te 21-shi), – ma non so perché si chiama così oppure conosco il perché, e nonostante ciò, continuo a chiamare il quartiere in questo modo…🤔

In una pagina hanno postato oggi un’immagine in bianco e nero da un quartiere di Tirana, su cui si chiedeva di indovinarne il nome, ergo il nome del quartiere stesso.

E la gente l’ha riconosciuta immediatamente, rispondendo: “Quartiere 21 Dicembre” – “Lagjja 21 Dhjetori”!

Mi sono chiesta: se conoscete il significato di questa denominazione assegnatasi sotto dittatura, ora che il nome del quartiere è stato cambiato – oggi si chiama “Piazza Kemal Atatürk – perché continuate a chiamarlo “21 Dicembre”? Praticamente, nominate tutte le volte la data di nascita di Stalin, ma al contempo, i suoi monumenti gli avete già abbattuti… 🤔

Il 21 dicembre corrisponde alla nascità di Stalin, per cui… Damnatio memoriae”, o “Cancellazione della memoria”.

Odonomastica e toponomastica imposta dal regime in Albania:

“Quartiere 21 Dicembre”, (Lagjja 21 Dhjetori”, “Città Stalin” (Qyteti Stalin”, oggi Kuçovë, busti, monumenti di dittatori e culto dell’individuo.

Abbiamo avuto pure “Stalin” come nome proprio di persona in Albania, nomi che venivano assegnati ai neonati durante il totalitarismo.

Tirana e l’odonomastica peculiare durante la dittatura. I nomi delle vie secondo lo schema ideologico totalitario.
*”Il quartiere 21 Dicembre” – (“Lagjja 21 Dhjetori”).

Perché nominare un importante quartiere della capitale proprio “21 Dicembre”?
Semplicemente perché corrisponde alla data di nascita del “grande compagno Stalin!”

In circa mezzo secolo di dittatura, anche i nomi delle strade e dei quartieri in Albania, erano assegnati in base alle indicazioni ristrette che il regime dettava, in linea con definizioni o nominativi di personaggi od eventi che avessero a che fare con l’ideologia comunista.

Sono infinite queste denominazioni – anche se devo ammettere che in seguito, in democrazia, si è passato da un estremo all’altro e sono state assegnate delle targhette a dei luoghi oppure sono state chiamate delle strade con nomi assurdi e senza criterio – mi soffermo in una di queste denominazioni ergo, “Il quartiere 21 dicembre”, (“Lagjja 21 dhjetori”).

“Abito al 21-esimo!” (Banoj te 21-shi), –
Hanno sempre detto gli abitanti di questo quartiere della nostra Tirana sul loro quartiere di residenza, o meglio, “Il 21-esimo”, nell’odonomastica della capitale albanese, rappresentava e rappresenta tuttora, il nominativo di un quartiere tra i più importanti della città.

Perché situato in un punto nevralgico della sua mappa urbana.

Forse la gente non si è mai chiesta durante la dittatura il perché di questa data nella nominazione del quartiere. Forse al “perché” si interessava e si informava solo una piccola parte dei cittadini. Anche perché ovviamente si prendeva tutto per scontato e se si era deciso dall’alto a nominare una via in questo modo, non c’era spazio ad un libero pensiero, ad un pensiero diverso.

Il culto dell’individuo nell’Albania sotto dittatura raggiunse il suo apice.

La simbologia comunista espressa tra l’altro con erezione di busti e monumenti su piedestalli maestosi per i leader comunisti albanesi, in primis Enver Hoxha e quelli appartenenti ai padri fondatori della teoria comunista ed alla sfera mondiale della rispettiva dottrina, quali Marx, Engels, Lenin e e Stalin, per il centro della capitale Tirana e per le vie di tutto il paese fu un elemento distintivo di un’ Albania che viveva in totale dittatura.

Sui versanti delle montagne e sulle colline, con dei sassi prescelti e simmetrici bianchi, venivano scritti dei slogan tipici della dottrina comunista che elogiavano il Partito Comunista albanese e l’ ideologia a cui esso si ispirava.

Durante il totalitarismo, in Piazza Scanderbeg, vi era stata collocata nel 1951 anche la statua di Stalin, laddove oggi si trova la Statua di Scanderbeg.
In seguito, quella di Stalin è stata spostata appena oltre, vicino alla Galleria delle Belle Arti.

Proprio il 21 dicembre 1990 – sempre in concomitanza della data di nascita di Stalin – quando l’Albania si trovava ormai in transizione, al doloroso cambio dei sistemi politici, la statua di Stalin sarebbe stata smontata e prelevata, assieme ad un altro busto di Stalin che si trovava nella piazzola antistante il “Kombinat”, la Fabbrica Tessile che portava il suo nome, accompagnato dalla cancellazione di ogni suo simbolo od immagine in Albania.

Così come sarebbe cambiata anche la toponomastica, quella inerente alla denominazione della “Città Stalin”, la quale il 5 gennaio 1991, avrebbe riacquisito il nome di Kuçovë. Kuçovë si trova nel distretto di Berat, l’antica Antipatrea.

È stato fatto addirittura un servizio del programma satirico – investigativo “Stop”, proprio andando ad intervistare gli abitanti del quartiere sul significato della denominazione del quartiere e in molti non lo sanno nemmeno.

Altri hanno offerto significati molto fantasiosi e ridicoli…

L’intento di rimuovere il passato e di chiudere definitivamente i conti con esso, passa anche dalla sua approfondita conoscenza.

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