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Ue, Francia mette il veto su adesione di Albania e Macedonia del Nord: negoziati bloccati e discussione rinviata

Il vertice europeo tenutosi giovedì sera e proseguito nella notte non ha dato il via libera alla raccomandazione formulata dalla Commissione riguardo all’annessione dei due Paesi Balcanici a causa del confronto in atto tra i Paesi contrari e quelli favorevoli, una larga maggioranza tra cui l’Italia. A frenare, oltre alla Francia, sono anche i Paesi Bassi e la Danimarca

di Fatto Qutidiano

Il veto della Francia blocca l’avvio dei negoziati d’adesione all’Ue di Albania e Macedonia del Nord, mettendo in dubbio l’intero processo di allargamento europeo. Il vertice europeo tenutosi giovedì sera e proseguito nella notte non ha dato il via libera alla raccomandazione formulata dalla Commissione riguardo all’annessione dei due Paesi Balcanici a causa del confronto in atto tra i Paesi contrari e quelli favorevoli, una larga maggioranza tra cui l’Italia. A frenare, oltre alla Francia, sono anche i Paesi Bassi e la Danimarca, questi due contrari però solo all’Albania. I lavori del Consiglio europeo sono ripresi questa mattina ma il primo ministro olandese Mark Rutte ha fatto sapere che i negoziati al momento sono in stallo e che la discussione è stata rinviata al prossimo Consiglio Ue e quindi non riprenderà oggi.

I ripetuti appelli della Commissione e del Parlamento Ue e i messaggi da Tirana e Skopje non sembrano quindi aver sortito alcun effetto sul presidente francese, che tiene il punto e continua a chiedere di riformare prima l’intera macchina decisionale Ue per dare all’allargamento maggiore credibilità. Solo allora le porte dell’Europa potranno aprirsi a nuovi Paesi. Una posizione che cela la necessità di Macron di tenere a freno le forze populiste interne.

L’ultima carta sul tavolo per far cambiare idea al presidente francese l’ha messa la Finlandia, che detiene la presidenza di turno dell’Ue, con il cosiddetto ‘decoupling’, la separazione dei destini di Albania e Macedonia del Nord. Sacrificare Tirana e salvare Skopje nel tentativo ultimo di non destabilizzare la regione. Se i leader Ue non daranno il via libera ai negoziati “il nostro governo sarà morto”, ha ammonito il premier macedone Zoran Zaev. Ma l’opzione di dividere i destini dei due Paesi non sembra però trovare il favore di Parigi, e anche di alcuni Stati come l’Italia, che vorrebbero una via libera per entrambi. La battuta d’arresto non sarebbe compresa dai cittadini albanesi e macedoni, ha avvertito il presidente del Parlamento Ue, David Sassoli. In caso di un altro rinvio – sarebbe il terzo in due anni – toccherà alla nuova Commissione Ue tenere vive le speranze dei Balcani, con la presidente eletta Ursula von der Leyen che si dice “fermamente convinta” che Albania e Macedonia del Nord “abbiano fatto enormi sforzi per avvicinarsi agli standard europei e meritino un segnale positivo“.

al termine della prima giornata di lavori del Consiglio Ue, il portavoce del presidente Donald Tusk, Preben Aamann, ha fatto sapere che sono state invece “adottate decisioni sulla Turchia“: tra i temi all’ordine del giorno del vertice c’è infatti anche la situazione in Siria dopo l’intervento della Turchia e la tregua annunciata giovedì da Erdogan.

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