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Balcani, nasce la “piccola Schengen”: via i passaporti tra Belgrado, Skopje e Tirana

Una piccola Shengen che fa ben sperare anche per l’annessione di nuovi Paesi all’Unione Europea. I leader di Serbia, Macedonia del nord e Albania hanno infatti concordato l’adozione di misure concrete in tempi rapidi per favorire la creazione di uno spazio economico comune senza più ostacoli o barriere. Gli obiettivi: facilitare e velocizzare gli scambi e i movimenti di persone, favorire l’afflusso di capitali e investimenti, migliorare la vita quotidiana dei cittadini e rendere in tal modo la regione balcanica più competitiva con gli altri mercati.

Parlando ai giornalisti al termine di una riunione di due giorni a Ohrid, città sul lago omonimo nel sud della Macedonia del Nord, il presidente serbo Aleksandar Vucic e i premier macedone e albanese, Zoran Zaev e Edi Rama si sono mostrati soddisfatti dei risultati del nuovo vertice a tre, il secondo dopo quello di un mese fa a Novi Sad (nord della Serbia). La “piccola Schengen”, come Vucic ha denominato il progetto economico fra i tre Paesi balcanici, dovrebbe cominciare a concretizzarsi nei prossimi mesi, con l’adozione delle misure concordate in questo fine settimana.

i tratta in particolare della possibilità dei cittadini serbi, macedoni e albanesi di viaggiare nei tre Paesi con la sola carta di identità e senza più l’obbligo di passaporto o visto al passaggio delle frontiere fra i tre Paesi. Saranno rilasciati permessi di lavoro comuni e riconosciuti diplomi e titoli di studio degli altri Paesi aderenti. Verranno facilitati e velocizzati i controlli doganali alle frontiere, dove ora i camion attendono anche più di dieci ore, riducendo al massimo la documentazione da presentare ai servizi di frontiera. Sarà al tempo stesso rafforzata la collaborazione transfrontaliera nella lotta al crimine organizzato e al terrorismo.

«Non abbiamo parlato di politica ma di come risolvere i problemi dei cittadini e degli imprenditori», ha detto Vucic per il quale è importante che nella regione si instauri un clima di normalità al servizio dei cittadini, e non una atmosfera di odio e di scontro perenne. «Non si tratta in alcun modo di creare una nuova Jugoslavia ma degli sforzi per migliorare la vita dei cittadini di questa regione», ha aggiunto il presidente serbo. Il premier albanese Edi Rama, anch’egli soddisfatto della riunione, ha annunciato che il prossimo incontro a tre si terrà a Durazzo il 21 dicembre prossimo, e ad esso – ha sottolineato – sarà invitata anche la dirigenza del Kosovo, Paese che a suo avviso va coinvolto. In veste di osservatori, a Ohrid erano presenti anche il premier bosniaco Denis Zvizdic e la ministra dell’economia Dragica Sekulic

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