Home Approccio Italo Albanese Il coraggio dell’infermiera Doriana, dall’Albania a Barletta al servizio dell’emergenza

Il coraggio dell’infermiera Doriana, dall’Albania a Barletta al servizio dell’emergenza

Il coraggio dell’infermiera Doriana, dall’Albania a Barletta al servizio dell’emergenza!

Di Giuseppe Dimiccoli, La Gazzetta del Mezzogiorno.it

«Premetto che non è stata una scelta facile ma neanche tanto difficile. Per me l’Italia è il paese più bello del mondo anche se sono orgogliosa di essere albanese e noi albanesi siamo cosi, orgogliosi e coraggiosi. Io l’Italia l’amavo quando mi ha dato la possibilità di avere un futuro professionale adeguato e la amo ancora di più ora che è in grande difficoltà a causa del coronavirus». È nobile la motivazione che la 28enne albanese Doriana Ruko ha fatto partire dal suo cuore quando ha deciso di partecipare al bando della Protezione Civile per ingaggiare cinquecento infermieri da tutta Italia per l’emergenza del CoVid-19. Una scelta perfettamente in linea con quanto fatto dal premier albanese Edi Rama che ha inviato in Italia 30 sanitari.

«La forza per questa scelta l’ho tratta dall’amore verso mio marito Giuseppe, da sempre stato la mia forza più grande, e dalla mia famiglia», ha precisato Doriana.

Nata a Fieri, meravigliosa città nel Paese delle Aquile, e laureata all’università di Tirana ha un storia è di quelle che insegnano tanto.

Il suo papà Namik, come tanti negli anni’ 90, emigra in Italia per dare un futuro alle sue quattro figlie (Armela e le gemelle Fiorela e Francesca).

Loro sono cresciute con mamma Mimoza con tanta paura «nelle notti dove un piccolo rumore fuori ci faceva tremare».

Doriana, aggiunge, «Ho lavorato inizialmente a Trani, la città che per prima mi ha ospitato, con anziani i quali mi hanno arricchito non solo l’anima ma hanno anche contribuito ad alimentare la mia passione per la cucina italiana. Ho trovato lavoro presso Auxilium grazie a Rita che è stata la mia responsabile con la quale ho fatto il mio primo colloquio e che ringrazierò sempre di avermi dato la possibilità di lavorare  con loro. Sono entrata nelle case delle persone, come fa ogni infermiere che lavora a domicilio e mi sono sempre impegnata al massimo per dare il mio meglio nel curare non solo la malattia ma anche la persona».

«Questa situazione di emergenza globale ci sta insegnando a conoscere i nostri limiti e ad affrontare le nostre paure. Ci sta mettendo alla prova  facendoci rinunciare agli affetti più cari e ai beni materiali che abbiamo.  Gli imprenditori rinunciano  ai propri guadagni, i nonni rinunciano all’affetto dei propri nipoti, i medici mettono a rischio la propria vita per salvare quella degli altri. Accettare di mettermi in prima linea non è stato quindi difficile proprio perché amo la mia professione e cerco sempre di aiutare i più bisognosi – ha proseguito Doriana -. Sarò ben lieta di dare il mio contributo e il mio supporto ai miei colleghi che in questo momento sono sovraccarichi di lavoro e non riescono di certo ad essere riposati e quindi lucidi. In questa situazione tutti possiamo e dobbiamo fare qualcosa ed io ho scelto di fare quello che so fare meglio e ho più a cuore, dare il mio contributo per uscirne fuori al più presto».

La conclusione: «Ci tengo a sottolineare che dobbiamo proteggerci da questo nemico invisibile, usando tutte le precauzioni e i dispositivi di protezione individuale in modo corretto, come ampiamente  detto in queste settimane dal ministero della salute, e continuare a mantenere la distanza sociale. So che non è una cosa facile ma è l’unica arma efficacie che abbiamo».

Falenderim (grazie in albanese).

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