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Pensioni albanesi fantasma

Di P. A. Collettiva.it

Le associazioni che rappresentano i lavoratori albanesi in Italia hanno scritto una lettera al governo per sollecitare la soluzione di un problema annoso: gli immigrati dall’Albania versano i contributi che però non sono conteggiati nel loro Paese

La petizione  “La pensione è un diritto. Sosteniamo l’accordo Italia-Albania”, che ha già raccolto nel nostro Paese oltre 10 mila firme, è ora sul tavolo del governo e in particolare del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio . A nome delle associazioni che hanno promosso la mobilitazione in difesa dei lavoratori albanesi occupati in Italia e dei lavoratori italiani in Albania, Gerarta (Geri) Ballo * ha infatti inviato una lettera al premier e al ministro degli Esteri per sollecitare la soluzione di un problema annoso e sempre più preoccupante per migliaia di lavoratori. La questione è semplice: ci sono lavoratori che versano i contributi previdenziali in Italia ma non riuscendo a totalizzare i 20 anni previsti perdono il diritto alla pensione piena. Nella lettera si legge che “gli albanesi in Italia sono 430mila con cittadinanza albanese – di cui il 70% lungosoggiornanti – e oltre 200mila con doppia cittadinanza. Ogni anno un nuovo cittadino italiano su 10 è albanese. È una comunità che in Italia ha messo radici, costruendo famiglie, puntando sul futuro attraverso l’istruzione – sono albanesi oltre 116 mila alunni e quasi 10mila studenti universitari, entrambi dati record tra i non comunitari – e l’impresa, con decine di migliaia di attività imprenditoriali che creano occupazione e valore aggiunto sociale”.

Cercasi pensione dispersa
Geri Ballo spiega però che in Italia continua a mancare “il riconoscimento di un diritto fondamentale per un numero crescente di italo-albanesi: il diritto alla pensione, appunto. A 30 anni dall’inizio dell’immigrazione albanese in Italia, non c’è ancora una convenzione per il riconoscimento dei contributi tra i due paesi. Ne soffre le conseguenze l’intera comunità, a cominciare dai più fragili: le persone in età pensionabile che hanno versato contributi sia in Albania che in Italia, generalmente svolgendo lavori gravosi e usuranti in entrambi i paesi. Sui loro sacrifici si poggia l’inclusione di successo della comunità albanese in Italia. Ora che sono sessantenni e settantenni subiscono l’umiliazione di diventare un peso per i propri figli non potendo avere la pensione nè in Italia nè in Albania.   Per questo è stata lanciata la petizione che sta riscuotendo un grande seguito.

Questo il link per firmarla:

Il sostegno

Alla petizione hanno aderito i media degli albanesi in Italia, Albanianews e Shqiptari i Italise, che l’hanno anche rilanciata, le associazioni albanesi e diverse associazioni italiane. Alla politica italiana le associazioni promotrici dell’iniziativa chiedono di dare una risposta alle persone che aspettano da anni di vedere riconosciuto il proprio diritto ad avere una pensione. Come? L’Italia si deve sedere a un tavolo con l’Albania come ha fatto con molti altri paesi e chiudere questo accordo. A 30 anni dall’inizio della immigrazione albanese in Italia e con anni e anni di contributi versati dagli italo-albanesi, non c’è più tempo da perdere, quest’ingiustizia è insopportabile.

Il piano poliitico

A livello parlamentare il senatore Nannicini sta portando avanti questa battaglia presentando emendamenti e Odg, ma è una battaglia che ad oggi non vede esito positivo nonostante il sostegno di Cgil, Cisl, Uil, del Mef attraverso il sottosegretario Pierpaolo Baretta, che si sono espressi in incontri pubblici. Tutti questi interlocutori concordano sul fatto che si tratta di una scelta politica. “Per questo – conclude la lettera di Ballo a Conte e Di Maio – a nome delle 10.000 persone che hanno sottoscritto la petizione le chiedo un incontro per consegnare le firme, per meglio rappresentare la problematica e – spero con tutto il cuore – riuscire a trovare una soluzione politica per le migliaia di persone che stanno aspettando da tempo una risposta per un diritto negato”.             

*Geri Ballo è un’attivista italo-albanese, tra le voci più autorevoli e riconosciute della comunità. Ha lanciato la petizione per chiedere ai due Paesi, Italia e Albania, di sottoscrivere la convenzione in materia previdenziale che la comunità albanese in Italia attende da anni. Con l’associazione Volare, di cui è cofondatrice, ha organizzato un’iniziativa di coinvolgimento dei sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil per impegnarsi tutti in rete su questa causa

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