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CONOSCERE E’ NECESSARIO!

Di Roberto Spagnoli

Oggi è il “Giorno della memoria”, la ricorrenza internazionale istituita per non dimenticare le vittime della Shoah. La tradizione ebraica è caratterizzata dall’impegno del ricordo come antidoto contro la morte perché il passato aiuta ad affrontare la vita. «Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario», ha scritto Primo Levi. Io che ebreo non sono ma credo nel valore dello studio della storia voglio ricordare la strage nazista di ebrei sul Lago Maggiore nell’autunno del 1943.

La notte dell’11 settembre, nell’ambito dell’Operazione Achse (l’occupazione della penisola dopo l’armistizio dell’Italia con gli anglo-americani) sulla sponda occidentale del Lago Maggiore arrivò il 1º battaglione della Panzer-Division Waffen SS – LSSAH (Leibstandarte Adolf Hitler). Il rastrellamento degli ebrei, con la complicità dei fascisti locali, iniziò a Baveno tra il 13 e il 14 settembre per proseguire nei giorni successivi in altre nove località (tra le quali Arona, Mergozzo, Orta, Stresa) in quelle che oggi sono le province di Novara e del Verbano Cusio Ossola. L’episodio più noto avvenne a Meina dove sedici ebrei ospiti dell’Hotel Meina vennero identificati, trattenuti per alcuni giorni in una stanza e poi, in nelle notti del 22 e 23 settembre, uccisi e gettati nelle acque del lago. Le uccisioni furono accompagnate dal saccheggio dei beni delle vittime e da feste e banchetti nelle loro abitazioni.

L’ultimo episodio avvenne a Intra, il mio paese. L’8 ottobre fu arrestato in Val d’Ossola il giovane Riccardo Ovazza che cercava contatti per espatriare in Svizzera con la famiglia. Condotto a Intra al comando delle SS, insediato nelle scuole elementari femminili, venne torturato per ottenere informazioni sui familiari e ucciso la sera stessa. Il corpo fu poi bruciato nella caldaia della scuola. Il giorno successivo il padre, il noto banchiere Ettore Ovazza e il resto della famiglia furono catturati a Gressoney e portati a Intra. Nonostante il suo passato di fascista della prima ora e il suo sostegno del fascismo all’interno della comunità ebraica, Ovazza padre la moglie e la figlia, furono anch’essi uccisi negli scantinati della scuola e i loro corpi, dopo essere stati fatti a pezzi, furono bruciati nella caldaia.

La strage degli ebrei sul Lago Maggiore fu la prima avvenuta in Italia e la seconda per numero di vittime dopo quella delle Fosse Ardeatine a Roma, ma ancora oggi non è abbastanza conosciuta. Il giornalista Marco Nozza con il suo libro “Hotel Meina. La prima strage di ebrei in Italia”, uscito la prima volta nel 1993 e facilmente reperibile, ha rotto il velo di oblio ricostruendo fedelmente gli eventi. Nel gennaio 2011 è stato presentato il documentario “Even 1943. Olocausto sul Lago Maggiore” che, attraverso interviste a testimoni diretti ed indiretti e le analisi degli storici racconta gli eccidi del settembre-ottobre 1943 e i processi di Torino ed Osnabrück.
“Even” è il sasso ebraico della memoria, ma le vittime del Lago Maggiore non hanno mai avuto una tomba su cui posarlo.

Anche per questo è necessario conoscere e non dimenticare. Perché, come ha scritto Primo Levi, «ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre».

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