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Per la guerra parlano…

Di Mehdi Krasniqi

Il corpo del soldato e le ferite che continuano
a gocciolare conoscono bene la guerra.

Parlano di essa i proiettili che arrugginiscono nel corpo
ed evocano la morte ogni volta che lui respira
o cerca di guardare il giardino
della sua casa con nostalgia.

Per la guerra parlano
i soldati con gli arti del corpo
amputati
e le tombe dei martiri ricoperte
di mazzi di fiori negli anniversari.

Le ossa delle persone che non sono state trovate
parlano indiscriminatamente
anche quando la fragile libertà sotto la furia del disprezzo
non ha mantenuto la parola d’onore,
ma ha sepolto nomi e non cadaveri sui prati
del dolore, dove le madri affrante piangono ad alta voce
e dormono sulle tombe vuote.

Della guerra parlano anche gli indifferenti
il cui sedere marciva sulle poltrone quando il nemico uccideva
i loro figli negli scantinati delle case,
sulle strade giocava con le teste delle persone
tagliate crudelmente senza nessun sentimento.

Per la guerra siamo in lutto e non facciamo nient’altro
tranne combattere l’un l’altro
e per le vittorie delle grandi sconfitte festeggiamo.

Traduzione di Irma Kurti dalla lingua albanese

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