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Diplomazia, cultura italiana nei balcani: intervista di Radio Radicale a Besnik Mustafaj, l’ex ministro albanese degli Affari Esteri

Artur Nura: Un caro saluto agli ascoltatori di Radio Radicale a cui propongo per la rubrica Albania Italianofona un’intervista con il Sig. Besnik Mustafaj, attualmente editore molto noto in Albania con una grandissima esperienza diplomatica e politica: è stato Ministro degli Affari Esteri ed Ambasciatore d’ Albania a Parigi. Grazie per aver accettato questa intervista.

Besnik Mustafaj: Grazie per l’invito.

Nura: Intanto, per iniziare, Signor Mustafaj vorrei parlare della realtà italo-albanese ma, dal punto di vista del dinamismo geopolitico sicuramente dobbiamo parlare anche del ruolo della Turchia nella Regione e nella maggior parte dei Paesi in cui gli albanesi sono una parte molto importante poichè sappiamo che abbiamo a che fare con una Nazione che è stata divisa in cinque Stati. Come vede Lei le relazioni italo albanesi partendo dal passato, passando per il presente e guardando al futuro?

 

mustafaj-baroso-berishaMustafaj: Non sono le stesse relazioni se parliamo dagli anni Novanta fino ad oggi e sicuramente non saranno le stesse per il futuro. L’Albania è un paese vicino all’Italia, particolarmente importante per l’ Italia, e l’Italia è un Paese che fa parte degli obiettivi strategici dell’ Albania nelle relazioni internazionali, nel senso che storicamente l’ Italia è stata la porta per l’uscita degli albanesi verso l’ Europa centrale e verso l’ Occidente nel senso politico, culturale e geografico.

Attualmente è senza dubbio uno dei partner più importanti per l’ integrazione dell’ Albania nell’Unione Europea. Questa realtà delle relazioni politiche, diplomatiche e culturali si traduce anche nella presenza di investimenti italiani nell’Albania di oggi, nell’influenza sulla politica attuale dell’Albania e si traduce anche in un programma di cooperazione per la sicurezza nazionale e regionale, di cooperazione nella lotta contro il crimine organizzato, eccetera.

Se parliamo in modo formale le relazioni italo albanesi sono ricchissime però per la mia esperienza le realtà italo albanesi nell’economia, nella cultura e negli interessi individuali vanno oltre le relazioni istituzionali.

Nura: Lei è stato ministro degli affari esteri e, parlando delle relazioni con l’ Italia, abbiamo avuto una visita istituzionale del Primo Ministro Renzi a Tirana ma non abbiamo ancora avuto una visita del Primo Ministro Edi Rama a Roma. Come la vede Lei come ex ministro degli affari esteri una simile fotografia?

Mustafaj: Non penso che c’è un problema di differenza nelle relazioni fra i due Governi, invece penso che c’è un problema di programmazione e penso anche, che questo Governo che abbiamo in carica da tre anni esprime o manifesta un eclettismo esagerato nelle relazione internazionali.

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Dunque, storicamente, nella tradizione degli ultimi venticinque anni, da quando l’ Albania è diventata un Paese aperto, un Paese con ambizioni per l’ integrazione europea, un Paese membro della Nato, le relazioni italo albanesi o Albano italiane hanno avuto una specificità che è stata veramente particolare per questi due Paesi: non c’è stata nessuna rivalità nelle relazioni dell’ Albania con gli altri Paesi vicini o con gli altri Paesi Europei e neanche nelle relazioni con gli Stati Uniti.

Nura: Io ti posso dire che, invece, ci sono state delle rivalità e porto alla Vostra attenzione un episodio. Non appena si è insediato questo Governo, è stato dichiarato dal Ministro degli affari esteri Bushati che la prima visita di un omologo straniero a Tirana sarebbe stata quella del ministro degli affari esteri italiano Emma Bonino e, invece, abbiamo visto che un fine settimana è venuto, in auto dal Montenegro, in visita ufficiale a Tirana l’allora Ministro degli affari esteri turco Davutoglu. Da ex ministro non ti sembra che c’è qualcosa che non funziona?

mustafaj-me-homologun-hungarezMustafaj: Negli ultimi venticinque anni non c’è stata una rivalità ma con questo eclettismo nella politica estera, il Governo albanese ha creato una rivalità che gli italiani non hanno voluto ma che è diventata una realtà. Tu hai menzionato prima quell’episodio, ma c’è anche un altro episodio che ha messo il Governo Italiano in una situazione non piacevole, l’iniziativa della Merkel.

In questa iniziativa della Merkel per i Balcani il governo albanese e il suo Primo Ministro sono un partner importante ed io ho informazioni che il Governo italiano ha fatto sapere al governo albanese che anche loro volevano essere parte di questa iniziativa, invece Edi Rama non ha fatto niente. Ha voluto dare un ruolo di protagonista solo alla Merkel, ma la presenza italiana in una tale iniziativa è necessaria vista l’influenza e la presenza che ha l’Italia non solo in Albania, ma anche in Serbia, in Croazia, in Slovenia e, soprattutto, in Montenegro.

In questo senso penso che Rama non ha un concetto sulla politica estera, sugli interessi dell’Albania all’estero e sui rapporti di reciprocità con i partner, dunque, secondo me, Rama ha voluto creare una rivalità italo-tedesca che non è produttiva né per l’Albania, né per i Balcani e insisto sul fatto che Rama vuole fare il protagonista ma cosi facendo ha fatto del male agli interessi degli italiani in Albania e agli interessi degli albanesi in Italia; in questo senso non penso solo agli immigrati ma penso soprattutto agli albanesi che si trovano qui in Patria e che hanno interesse ad avere relazioni buone con l’Italia.

Nura: Parliamo di un altro aspetto della politica estera del Governo Rama. Per la prima volta nella storia della democrazia albanese abbiamo anche la Turchia come partner strategico dell’ Albania. E’ la prima volta che avviene questo e, secondo il mio parere, questa cosa potrebbe non essere piaciuta a qualche alleato strategico dell’Albania. Come la vede Lei dall’alto della sue esperienza nella politica estera albanese?

mustafaj-me-homologun-turkMustafaj: La Turchia è sempre stata un partner particolarmente importante per l’ Albania e nel programma elettorale del Partito Socialista di tre anni fa è stato menzionato che la Turchia è un partner strategico e questa è stata una novità, ma non sono sicuro che Rama abbia capito il senso politico, diplomatico di questa novità.

Penso che Rama ha inserito questo nel programma perché ha una ammirazione personale per Erdogan e, secondo una mia ipotesi, sarebbe molto felice di poter esercitare il potere in Albania come Erdogan fa in Turchia. In questo senso Lui ha anche dichiarato all’inizio del suo mandato che avrebbe fatto un calendario di riunioni da tenersi insieme con il Governo turco; questa cosa è una sciocchezza che non ha alcun senso e nessuna prospettiva perché l’Albania per le sue ambizioni e aspirazioni fa parte dell’ Europa occidentale e una tale deformazione degli obiettivi e degli orizzonti della politica estera dell’Albania non sarebbe stata vista positivamente, quindi queste riunioni non sono mai state fatte.

Nura: Secondo me la presenza turca, anche se non viene pubblicizzata come fa l’Italia o la Grecia quando investono in Albania, dal punto di vista economico, culturale e religioso è molto dinamica in questi territori: non soltanto in Albania ma anche in Kosovo e nella parte albanese della Macedonia.

Mustafaj: Io vedo una realtà molto più complessa. Non è negativa la presenza economica turca perché gli investimenti si fanno rispettando le leggi albanesi e sotto il controllo del fondo monetario internazionale, della Commissione europea.

Nura: Ma dietro questi investimenti e questa presenza turca c’è la politica?

besnik-mustafaj-solana: C’è e non c’è. Nel senso che è una cosa buona ricevere investimenti e che non sono mai sufficienti. Io sono favorevole ad un aumento degli investimenti turchi in Albania.

La visita di Erdogan in Albania due anni fa ha portato alla luce un problema che è nella sua testa da tempo, cioè quello della religiosità. C’è una guerra interna in Turchia, come tutto il mondo sa, fra Gulen e Erdogan e relativamente a questo, in Albania Gulen è presente con una rete di scuole.

Erdogan ha chiesto al Governo Albanese, nel suo discorso davanti al Parlamento che è il simbolo dell’ indipendenza e della sovranità di un Paese, di chiudere queste scuole e sostituirle con un nuovo network che Lui porterebbe in Albania. Il problema non è questo. Il problema è che lui ha avuto il coraggio di esportare in Albania un problema che è interno alla Turchia e non ha ricevuto risposta adeguata dal Premier Rama.

Nura: C’è stata una risposta ufficiale da parte del Ministro degli esteri che ha detto che sono problemi interni della Turchia.

Mustafaj: In un’ intervista ha risposto cosi, ma nel Parlamento non ha dato una risposta. Questo dimostra un complesso di inferiorità, di ammirazione e di idolatria di Rama per Erdogan. Rama è stato anche testimone al matrimonio della figlia di Erdogan, l’ unico testimone europeo.

Nura: Lei è un editore e scrittore molto noto in Albania. Parliamo di cultura. Se pensiamo agli anni ’90, più della metà della popolazione albanese conosceva l’ italiano tramite i canali televisivi di RAI e Mediaset ora, invece, abbiamo una realtà molto cambiata, direi, quasi, diventata filo turca. Basta aprire i canali televisivi e vedi ovunque telenovella e film turchi invece di quelli italiani o americani. Come la vede questa “invasione” della cultura turca in Albania e, secondo Lei, c’è una sostituzione della cultura italiana con quella turca?

Mustafaj: Secondo me no. Non vedo questo problema. La presenza delle telenovella turche nelle televisioni private è dovuta a motivi economici, poiché costano meno di quelle italiane o americane, ma non solo, è dovuta anche ad un certo romanticismo e sentimentalismo di una parte del pubblico per cui le telenovela sono interessanti.

Nura: I film italiani e americani portano una cultura occidentale, invece se lei guarda quelli turchi portano una cultura orientale del concetto di famiglia e di società.

Mustafaj: E’ una realtà la presenza della cultura orientale nella civiltà albanese, ma io penso che le telenovella turche come quelle che si vedono in televisione e che parlano di storie d’amore non sono più negative di un film americano, nel senso che non hanno un contenuto educativo. Nella realtà, nella vita quotidiana il modello italiano, occidentale è quello adottato.

Nura: A me risulta che lo studio della lingua turca viene offerto gratis alle persone interessate e che gli studenti albanesi che studiano in Turchia aumentano ogni anno. Invece, per quanto riguarda la realtà italo albanese, ad esempio, io so che chi vuole studiare la lingua italiana deve pagare i corsi presso l’ istituto italiano di cultura invece di averli gratis come fa la Turchia. Invece, parlando di pubblicazioni, e lei è un esperto in questo campo, vengono pubblicati più libri di autori italiani o turchi?

besnik-mustafaj-dhe-vuk-drashkovicMustafaj: Io sono sicuro che vengono pubblicati più libri di autori italiani. Anche la Turchia ha dei grandi autori che non sono ancora stati tradotti in albanese e pubblicati, ma i grandi autori italiani sono tradotti e sono presenti nelle librerie albanesi.

Grazie a queste relazioni per esempio l’italiano viene insegnato a tutti i livelli delle scuole albanesi fino all’ università; l’italiano e la cultura italiana sono presenti nelle ambizioni dei cittadini albanesi. Non penso che nella mentalità della popolazione albanese c’è una rivalità tra cultura turca e cultura occidentale; certamente noi siamo una popolazione a maggioranza musulmana e all’interno di questa c’è una minoranza che guarda alla Turchia come il Vaticano dei musulmani ed è sicuramente meglio che guardare all’Arabia Saudita o ad un altro Paese.

Non penso che ci sia una rivalità reale tra culture nella percezione e nella vita quotidiana della gente, anche se i turchi sarebbero contenti se questa rivalità ci fosse.

Nura: Mi ricordo di una lettera aperta di un deputato kosovaro Alma Lama che, in un incontro ufficiale con l’allora primo ministro ora attuale Presidente della Turchia Erdogan, in un’ ora di incontro con i parlamentari del Kosovo non ha parlato di altro che delle moschee da costruire in Kosovo ma sicuramente anche in Albania. Questa presenza della religione danneggia la nostra storia laica e il nostro modo di vivere?

Mustafaj: Penso di no. Il problema non è ricevere un aiuto economico dalla comunità musulmana turca, poiché questo tipo di aiuti avvengono anche per i musulmani in Germania o Belgio. Il problema è capire come arriva questo aiuto, a quali condizioni e se è controllato dalle autorità albanesi.

Lo Stato amministrativo nostro non è, diciamo, come quello tedesco.

Ci sono in Siria, adesso, arruolati più o meno 100 albanesi Jihadisti. Nessuna di queste persone è uscita da moschee di ispirazione turca, con Imam di ispirazione turca. Questo dimostra che gli aiuti che arrivano dalla Turchia sono sotto il controllo della comunità musulmana che è una comunità pacifista ed essendo la maggioranza della popolazione ha anche il compito di mantenere la coesistenza pacifica e armonica fra le diverse comunità confessionali.

Nura: Ultima domanda. Come vede lei il protagonismo italiano nei confronti dell’Albania? Parlando dal punto di vista storico, l’Italia sin dal periodo fascista con Mussolini ha sempre visto come punto geo-strategico l’ Albania e per questo l’ha occupata. Invece adesso a causa della crisi economica e politica dell’Europa, l’attenzione della politica estera dell’Italia verso l’Albania rimane sempre alta oppure no?

mustafaj-me-sekretarin-austriak-te-shtetitMustafaj: Penso di si. L’occupazione di Mussolini ha lasciato nella diplomazia italiana un complesso di prudenza e questo complesso si manifesta nel quotidiano con un’esitazione nel confermare la presenza quotidiana nel lavoro per costruire le istituzioni dello Stato albanese che è una giovane democrazia.

Questa esitazione fa sì che gli Investimenti pubblici italiani verso l’Albania, per il progresso dell’Albania, non hanno sempre l’effetto voluto dal Governo italiano perché si fanno con una discrezione e con una esitazione che non è necessaria.

L’Italia deve essere di più sulla scena per far vedere all’opinione pubblica cosa fa con i soldi pubblici per la politica estera.

PS: Le foto sono dell’archivio e realizzate nei momenti diversi del lavoro di Besnik Mustafaj mentre in ufficio del ministro degli affari esteri dell’Albania.

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