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Ambasciatore Azerbaigian, Italia troverà soluzione su Tap

NOR02 - 19981012 - BACTON, NORFOLK, UNITED KINGDOM : A wickerwork of tubes forms the terminal of the gas pipeline " Interconnector " in Bacton, Norfolk, 12 October. The pipeline, going from Norfolf to Zeebrugge, Belgium, and costing some 450 million pounds, is about one metre in diametre. It connects the English with the continental gas network and is going to be inaugurated by British Prince Philip on Tuesday 13 October. EPA/DPA/FERDINAND OSTROP /ANSA/DEF

BRUXELLES – “Sono sicuro che sarà trovata una soluzione armonizzata” sulla costruzione del Tap ma, giunti a una fase così avanzata del progetto, ogni ritardo o variazione “potrebbe provocare problemi in più per i consumatori”, e “costi aggiuntivi”. “Vogliamo solo essere un partner commerciale affidabile” per l’Unione europea, e non “creare nuovi problemi”.

È un discorso incentrato sul pragmatismo quello fatto dall’ambasciatore dell’Azerbaigian a capo della delegazione presso l’Ue, Fuad Isgandarov, in un’intervista all’ANSA. Nel 2020 i primi metri cubi di gas azero dovrebbero arrivare in Europa attraverso il Corridoio sud, il gasdotto che, partendo dal giacimento di Shah Deniz, attraverserà Georgia, Turchia, Grecia, Albania e Mar Adriatico prima di arrivare a San Foca (Lecce), dove la comunità locale teme però ripercussioni sull’ambiente e sul turismo. “Siamo a conoscenza di queste discussioni” sul TAP (Trans Adriatic pipeline), il tratto finale del progetto, “e le capiamo”, risponde l’ambasciatore, “ma l’Azerbaijan (attraverso l’azienda di Stato Socar, ndr) ha solo il 20% del TAP”, “non siamo il decisore politico principale in questo processo”, che invece “è una questione interna fra il governo centrale e le autorità locali”, “ma sono sicuro che una soluzione armonizzata sarà trovata perché sia la conservazione della natura che la creazione di un nuovo centro energetico in Italia sono d’importanza fondamentale”. Isgandarov elogia i rapporti con l’Italia, che per l’Azerbaigian “è il primo partner commerciale in Europa”, ricorda che una dichiarazione di cooperazione strategica è stata firmata dai due Paesi quando Federica Mogherini era ministro degli Esteri e che nel novembre scorso l’allora ministro Paolo Gentiloni ha visitato Baku “per un dialogo molto costruttivo sulle nostre relazioni future”.

La concorrenza internazionale sul mercato energetico non impensierisce l’ambasciatore. “Non siamo preoccupati” dalla Russia e dal possibile raddoppio del Nord Stream, risponde, le disponibilità di gas dei due Paesi “non sono comparabili”, e, sottolinea, “ogni nuovo progetto” è “ancora sulla carta”, mentre per il Corridoio sud “decisioni finanziarie sono già state prese”. Guardando ai vicini dell’Iran, “siamo molto contenti” del ritorno del Paese sul marcato globale, continua l’ambasciatore, perché “rende la nostra regione più in pace”.

Questa estate “abbiamo avuto il primo incontro della storia fra i tre presidenti russo, iraniano e azero, per la creazione di un nuovo corridoio per i trasporti da nord a sud”, aggiunge.

Nemmeno l’attuale situazione in Turchia impensierisce Isgandarov, “non ho mai sentito di un progetto energetico che non abbia affrontato questo tipo di problemi”, incalza, ma “questo gasdotto potrebbe rendere la pace più sostenibile”.

“Abbiamo invece altre preoccupazioni”, aggiunge l’ambasciatore, “che riguardano il nostro territorio minacciato dal conflitto con l’Armenia”, il gasdotto passerà vicino ai territori “occupati” dagli armeni del Nagorno-Karabakh, “ma dobbiamo andare avanti per raggiungere l’obiettivo”.(ANSA).

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