Artur Nura – Un caro saluto agli ascoltatori di Radio Radicale, a cui propongo, per la rubrica “Albania Italofona”, un’ intervista con il Sig. Ilir Kulla, esperto di sicurezza, ma anche uno degli analisti migliori in questi territori. Intanto, grazie per aver accettato questa intervista.
Ilir Kulla – Grazie per l’ ennesima volta a Radio Radicale
Artur Nura – Lo faccio sempre con piacere, poiché se voglio analizzare le cose in modo professionale e non soltanto giornalistico, mi rivolgo molte volte a Lei, in quanto noi da giornalisti abbiamo spesso la tendenza a gestire l’informazione come uno scoop, “dimenticando” l’analisi dell’informazione stessa ed è per questo che abbiamo scelto di approfondire l’argomento con Lei.
Visto che la stampa italiana sta parlando di “rischio di radicalismo islamico di stampo albanese”, vorremmo avere un suo parere in qualità di esperto di sicurezza e di geopolitica.
Ilir Kulla – Sono una cosa a parte la stampa, i portali di oggi ed i media, ed un’ altra cosa, la realtà!
Quindi, non bisogna colpire i mezzi di informazione pubblica, ma dall’altra parte bisogna essere realistici come accadono le cose.
Accusare oggi e ribadire che un Paese amico ed alleato, membro della NATO, che negli ultimi venticinque anni ha intrapreso un percorso di riforme strutturali come pochi Paesi nel mondo, nel trasformarsi da una società chiusa ad una democrazia funzionale – nonostante tutte le problematiche che rappresenta l’affiancamento di tale sistema – e dire che oggi esso è una minaccia reale di terrorismo, questo è un po’ come descrivere la guerra delle stelle nei fumetti…
Nelle mie interviste precedenti a Radio Radicale, ho ribadito molte volte il fatto che esiste una grossa differenza tra un potenziale rischio ed una minaccia reale. Il potenziale rischio è un’ ipotesi, basandosi su analisi di condizioni in primis. In altre parole, analizzando il fatto che l’ Albania è posizionata nei Balcani e che i Balcani negli ultimi venticinque anni sono stati un’espressione di un’ instabilità cronica; terre attraversate dalle più svariate forme di traffici, come quelle dei profughi che provengono dal Medio Oriente; alta probabilità e potenzialità di instabilità dovuti a tumulti etnici o religiosi. In questo contesto potrei dire che il futuro dei Balcani e dell’Albania è un potenziale rischio che distinguerei dalla reale minaccia.
La minaccia reale si verifica quando si hanno informazioni certe di quello che sta accadendo, come il caso degli eventi accaduti negli ultimi due anni a Parigi a Bruxelles, dove una cellula di persone molto attive ha messo in atto delle azioni pericolose per la popolazione e, sullo stesso, argomento dovrei dire che esiste una minacia reale anche per l’ Italia, in quanto il terrorista che ha eseguito l’ attacco in Germania è stato successivamente neutralizzato in Italia?! Non si fa e non è un comportamento professionale ragionare con questa ottica.
Ciò nonostante non toglie le colpe che detiene l’ Albania. In altri termini: l’ Albania ha una cattiva immagine di se stessa nell’opinione pubblica e sulle reti sociali. Non solo, nel caso dei dieci kosovari che sono andati cinque anni fa in Siria che poi sono diventati famosi grazie al loro coinvolgimento nell’ISIS e seguendo le reti sociali, loro emergono un giorno in Bosnia, l’altro in Albania o in Macedonia, invece nella realtà erano a Racca in Siria e buona parte di loro è scomparsa negli ultimi anni a causa della guerra.
Ribadisco, è un po’ come nel 1997 quando personaggi poco limpidi, come Zani Ciausci, sono stati fotografati in presenza del Prof. Prodi ed il giorno dopo, tutti i mass media lo descrivevano come il futuro premier dell’Albania e dicevano che era stato avvistato a Parigi o Milano, invece un bel giorno è finito in galera, dove dimora tutt’ora. In realtà credo che questa sia la differenza tra propaganda e realtà.
Artur Nura – Signor Kulla, se parliamo di un articolo concreto della Repubblica, che ha fatto definire sin dal titolo: “La nuova frontiera di stampo islamico radicale Albania a Bari” e le referenze erano dei servizi giornalistici. Come ha interpretato Lei questi servizi giornalistici?
Ilir Kulla – Personalmente non ho notato alcuna differenza dei servizi. Ho letto articoli di varia fonte mediatica e a mio avviso molti fanno parte di quella propaganda serba di matrice anti-albanese. Personalmente non sono qui per accusare nessuno, ma a mio avviso è un articolo come tanti altri.
Artur Nura – Questo articolo ha circolato su tutti i quotidiani e su tutte le testate giornalistiche italiane.
Ilir Kulla – Cosa vuole che Le dica. C’è politica, c’è molta fantasia, però se parliamo di articoli, io le posso citare almeno cento articoli di tre mesi fa, quando un religioso albanese, perseguitato durante il regime totalitario in Albania, è stato poi Benedetto dal Papa nella sua visita in Albania e diventato cardinale della Chiesa Cattolica.
Artur Nura – Intanto se parliamo di politica, come la vede la reazione del Governo albanese nella Persona del Primo Ministro Rama? Sulle reti sociali ha confermato la reazione nei confronti di questo articolo, e sembra che anche il Ministro degli Interni abbia scritto all’editore della Repubblica.
Artur Nura – Come vede Lei il modo di reagire di Tirana che a mio avviso è lento?
Ilir Kulla – E’ decisamente non professionale e da incapaci. Cioè, il primo ministro non può interagire con le reti sociali, in quanto il Primo Ministro è un’ istituzione e deve reagire in tale contesto. Non solo, il Ministro degli Interni non può scrivere una lettera a Ezio Mauro chiedendogli di non pubblicare articoli senza chiedere al Ministro. Occorre tenere presente che articoli della Repubblica hanno fatto cadere Governi in Italia, figuriamoci per un articolo di periferia, quindi è stata gestita in modo non professionale la questione.
Il Primo Ministro ed il Ministro degli Interni sono delle Istituzioni e come tali si devono comportare agendo e lavorando sul nocciolo delle questioni.
Artur Nura – In altri termini concreti queste figure Istituzionali non devono scrivere in prima persona, ma devono consultarsi con gli esperti prima di esprimersi…
Ilir Kulla – Hanno uffici stampa. E come se il Premier Gentiloni si mettesse a leggere e rispondere uno ad uno a tutti commenti dei social; non è questo il modo di comunicare.
Artur Nura – Intanto, se parliamo del Governo di Tirana, dietro le sbarre ci sono le dichiarazioni degli autoproclamati “imam”. Come la vede la reazione del Governo albanese nei confronti di questo rischio ?
Ilir Kulla – Ecco, siamo andati a mettere dietro le sbarre quindici persone, accusandole che sono dell’ISIS, quando non lo sono mai stati e secondo me, sono dei spaesati e anche molto ridicoli, incapaci, ma questo non ha importanza, cioè siamo noi che li abbiamo messi in galera, ci sono stati processi pubblici, trasmissioni televisive qua e là e poi ci meravigliamo che qualcuno si metta a scrivere sull’ Iran. E’ il risultato di quello che siamo andati a seminare; propaganda di passo in passo.
Artur Nura – Da esperto di questo campo, come vede la prospettiva albanese in confronto a questo rischio? Poiché come anche lei ha citato, ogni tanto qualcuno viene arruolato dallo Stato islamico. Come vede la capacità del nostro Stato che Lei conosce in prima persona?
Ilir Kulla – Io cito l’attuale primo ministro albanese. Quando stava in opposizione e sottolineava che i nemici più grandi dell’ Albania, sono la fame e l’ignoranza e rimango sempre di quest’idea: che non c’è nessun pericolo di nessuna fazione religiosa, stato islamico od altro, che possa minacciare l’ Albania, nonché le funzionalità della democrazia dello Stato di diritto in Albania e anche quella nel combattere la fame l’ ignoranza.
Artur Nura – Anche se parliamo di stampa, come riportato in questo articolo di “stampo albanese” , è stato citato anche il Kosovo, poi ci sono gli albanesi della Macedonia. Intanto non è la stessa cosa secondo me, come vede questo rischio?
Ilir Kulla – L’autonomia e la sovranità del Kosovo, ultimamente sono state gestite dalla comunità internazionale negli ultimi vent’ anni e credo che sia stata una gestione abbastanza proficua. Uno Stato che funziona, una democrazia che funziona; hanno fatto dei grossi passi avanti e se giriamo la testa indietro, possiamo dire che è uno dei posti più tranquilli della Regione, a parte i problemi politici che persistono con la Serbia. Infatti, io molte volte, su queste questioni vedo dietro la macchina della propaganda della Repubblica serba che cerca di squilibrare gli equilibri raggiunti sotto la direzione dell’estremismo politico vigente in Serbia per il Kosovo.
Invece per la Macedonia il percorso è diverso. Dopo il conflitto del 2001 il paese ha fatto passi in avanti e la democrazia ha funzionato. Il Paese oggi è totalmente cambiato , in continuazione, nonostante le problematiche che ha ogni democrazia in fase di transizione, sia politica che interstatale, ma devo ribadire il fatto che la Macedonia ha assorbito il maggior numero di investimenti stranieri in tutto il mondo negli ultimi dieci anni
La presenza degli albanesi nella vita politica del paese è rilevante sia in termini parlamentari, che governativi e credo che per la prossima legislatura, il Presidente del Parlamento sarà albanese per la prima volta. Si rispettano e c’è una buona interazione degli albanesi.
Negli anni Novanta si discuteva l’implementazione di un’ università albanese in Macedonia. Oggigiorno c’è ne sono varie università albanesi in in Macedonia. La situazione è migliorata praticamente in tutto il Paese.
Artur Nura – Attualmente ci sono dei condannati per il processo Mostre e si parla di una messa in scena dell’ex Governo Gruevski.
Ilir Kulla – Ma, più lo vedo legato alle manipolazione mediatiche pro Soros. Di processi montati c’è ne sono in Albania, Kosovo e Italia. Credo che il caso Mostre abbia bisogno di maggiore chiarezza a garanzia dell’intero sistema giudiziario.
Artur Nura – Secondo Lei, nella popolazione albanese in Macedonia, esiste la probabilità di un rischio di radicalismo di stampo islamico?!
Ilir Kulla – Credo che il funzionamento sia uguale, sia per l’Albania che per la Macedonia; il potenziale rischio è una cosa differente da una minacia reale.
C’è sempre un potenziale rischio per qualsiasi cosa, anche se pure mentre andiamo per strada, c’è il potenziale rischio di fare un incidente stradale, quando una minaccia reale non sussisteva.
Artur Nura – Grazie a Lei e non vorrei aggiungere altro.
Ilir Kulla – Grazie a Lei ed agli ascoltatori di Radio Radicale