Dopo il difficile passato di un regime che ha deturpato notevolmente le città, oltre ad aver creato un grosso danno economico e sociale, la capitale dell’Albania ha riacquistato la propria dignità attraverso una profonda opera di riqualificazione.
Oggi Tirana è una città pittoresca e vivace. Nell’area tra i campus universitari e Piazza Skanderbeg le facciate colorate dei palazzi sono testimoni di un rinnovato slancio, grazie all’iniziativa dell’ex-sindaco Edi Rama, oggi Primo Ministro. Non passano poi inosservati strani edifici come il palazzo situato in Xezhmy Delli che sale tra basse case e orti come un pezzo prepotente del tetris. Una cosa è certa: al turista che visita per la prima volta la capitale non potrà sfuggire l’estetica insolita, per non dire bizzarra, che la rende unica nel suo genere tra influenze ottomane, italiane e comuniste.
Ore 10. Piazza Skanderbeg è il nostro punto di partenza. I tavoli all’esterno del Bar Opera, o la terrazza dell’Hotel Tirana International, sono un buon punto per fotografare il via vai e la vita quotidiana dei cittadini mentre sorseggiate un caffè. Qui si trova la moschea di Ethem Bey, subito dietro la Torre dell’Orologio (35 metri), simbolo della città risalente al 1830, e la statua equestre di Scanderbeg nella parte meridionale della piazza. Facciamo poi tappa al Palazzo della Cultura con all’interno la Biblioteca Nazionale e il Teatro del Balletto e dell’Opera, il più grande della città, punto di ritrovo di artisti. La costruzione risale al 1953 ed è un blocco di cemento grigio. All’interno però si respira una certa vivacità. I biglietti per gli spettacoli si acquistano direttamente in loco e costano sui 230 lek.
Ore 13. Imbocchiamo la strada Gurakuqi e ci dirigiamo al mercato centrale. Pazari I Ri dalle 8.00 alle 14.00 brulica di odori, sapori e voci dove è bello perdersi e mescolarsi tra olive, formaggi e miele, polli e di tutto un po’. I clienti se ne vanno in giro con tacchini morti, afferrati per le zampe a ‘mo di borsetta. Ci concediamo un pranzo itinerante. Da non perdere gli assaggini di raki. Un’alternativa veloce per chi non ama piluccare al mercato è il Taiwan (Rr. Deshmoret e 4 Shkurtit) oltre piazza Skanderbeg, a destra del Boulevardi Deshmoret e Kombit, dal lato opposto del Parku i Rinisë.
Ore 15. Riprendiamo la passeggiata e attraversiamo il fiume Lana, oltre il parco alla sinistra del boulevard, e raggiungiamo la Piramide. Aperta nel 1988 come museo-mausoleo dedicato al dittatore albanese Enver Hoxha, si ritiene sia stato l’edificio più costoso dell’intera Albania. Alla caduta del regime il complesso venne usato come centro culturale e sociale giovanile, ma la Piramide ha i giorni contati. Presto lascerà il posto alla sede del nuovo parlamento, con lo scontento di molti abitanti di Tirana. Poco distante troviamo la Campana della Pace, realizzata per iniziativa degli studenti, con i bossoli delle pallottole esplose durante la sommossa del 1997. Più a sud, seguendo sempre il Boulevardi, si trovano l’ultramoderno Palazzo del Congresso e il Museo Archeologico (Piazza Madre Teresa), con un’importante collezione di reperti dalla preistoria al Medioevo.
Ore 20. Lo stomaco inizia a farsi sentire, le gambe proclamano uno sciopero quindi saltiamo su un taxi anche perché abbiamo una prenotazione. Per mangiare ci hanno consigliato Spaghetti House & Fish (tel. 355 4 2 247 923 – se non prenotate non vi sedete!), piccolo ristorante con una meritatissima fama: il pesce è favoloso e cucinato a regola d’arte. Spesa 30€ a testa. In meno di dieci minuti siamo arrivati (Zogu i Zi, sheshi Rilindja) e meno male che il tassista conosce i locali, visto che oltretutto qui dei numeri civici non sanno che farsene.
Ore 22. La serata la trascorriamo al Blocco, il quartiere Blloku, il più animato e alla moda di Tirana. Un tempo accessibile ai soli alti ufficiali di governo, dal 1991 ha iniziato a riempirsi di locali e boutique, e oggi è diventato il Greenwich Village albanese, punto d’incontro per i giovani di Tirana. Le migliori caffetterie della città sono qui e nei paraggi dell’ex-residenza del dittatore albanese Hoxha sono fioriti bar, ristoranti e bistro. I bar a volte hanno piccoli giardini dove ascoltare musica dal vivo gustando un cocktail come al Serendipity Café (Rr. Deshmoret e 4 Shkurtit, 21, vicino all’Hotel President). Per tirar tardi c’è davvero l’imbarazzo della scelta: lo Sky Club è un bar panoramico girevole in cima a uno dei più alti edifici della città. La vista di notte è magnifica, la musica pop e l’ambiente rilassato sono adatti a tutti.
Secondo giorno a Tirana
Ore 10. Una delle attrazioni più interessanti della città è il Museo Storico Nazionale (Muzeu Historik Kombëtar), il più importante e grande dell’Albania. L’enorme mosaico all’ingresso, simbolo di Tirana, rappresenta uno splendido esempio di arte trionfalistica. Nelle otto sale, ripartite su due piani, si passa dai tempi degli Illiri agli Ottomani, coprendo dall’antichità fino al comunismo, concludendo con una sala iconografica e etno-culturale.
Ore 14. Il pomeriggio lo dedichiamo al libero vagare. Passeggiamo fino alla statua del Partigiano Ignoto, torniamo indietro a Rr. Murat Totani, dove si trovano le mura della Fortezza di Giustiniano d’epoca bizantina, andiamo verso il fiume Lana e raggiungiamo il Ponte dei Conciatori, grazioso ponticello in pietra. Decidiamo di tornare al quartiere Blloku per vederlo anche durante il giorno e anziché ficcarci in un bugigattolo di souvenir, ci fermiamo in un negozio di alimenti e prodotti biologici per scovare un regalino da portare a casa (nei pressi di Rruga Vaso Pasha). Gironzoliamo tra le boutique e cerchiamo di farci suggerire dagli abitanti di Tirana i locali più interessanti per la serata (visto che abbiamo fatto l’errore di non munirci del Tirana in Your Pocket che si può comprare in edicola).
Ore 20. Anche a Tajvani, nel centro storico, ci sono diverse caffetterie e locali, ma visto che l’esperienza a Blloku è stata molto positiva, decidiamo di fermarci anche per l’ultima cena. Mangiamo cucina albanese da Era (Rr. Ismail Qemali 33) e seguiamo l’onda e la musica che ci trascinano al Charl’s Bistro: pub davvero spettacolare per l’ampia scelta di birre e band dal vivo che si esibiscono nel giardino.
La mattina seguente, prima di raggiungere l’aeroporto, ci resta il tempo per una lauta colazione alla Buke dhe Embelsira Franceze (Rr Dëshmorët e 4 Shkurtit 1 Blloku) con dei croissant niente male, e una visita all’antica casa del pittore albanese Sali Shijaku (a nord vicino alla stazione dei treni, in Rruga Siri Kodra): all’interno ci aspetta una galleria con ben 100 dipinti, tra cui splendidi nudi femminili./viaggionelmondo.net