La rimozione, per volere del Premier Rama, di Ylli Manjani da Ministro della Giustizia, ha scatenato nell’opinione pubblica un dibattito sullo stato della coalizione di Governo.
Infatti, lo scorso anno, il rapporto tra PS e LSI è spesso scricchiolato. La prima crepa, o la più rumorosa, c’è stata il giorno prima dell’approvazione della riforma giudiziaria, nel luglio 2016.
Quando PS e PD non riuscivano a trovare l’accordo, il Presidente del Parlamento e dell’LSI, Ilir Meta, ha proposto l’approvazione della riforma con il consenso di tutti e ha proposto di creare, immediatamente, un Governo tecnico che avrebbe portato il Paese alle elezioni anticipate.
Questa soluzione l’ha giustificata con il clima di sfiducia che esisteva non solo tra i partiti politici, ma anche nell’opinione pubblica verso la politica in generale, ed ha dichiarato:
“L’approvazione di questa riforma è necessaria e, visto che la sfiducia verso il futuro è cosi inquietante, noiosa e pericolosa sono convinto che il modo migliore sarebbe quello di costruire un Governo di esperti, il quale, dopo l’approvazione della riforma, porti il Paese alle elezioni democratiche e non contestate da nessuno”.
Dopo l’approvazione della riforma, quando sembrava che tutto si fosse normalizzato, i due alleati hanno cominciato ad avere diversi punti di vista su un altro tema molto importante: la produzione di cannabis nel Paese.
Quando il Primo Ministro Rama e il Ministro dell’Interno Tahiri negavano l’aumento delle aree coltivate a cannabis in tutto il Paese, Ilir Meta, nell’Assemblea Nazionale dell’LSI, nel dicembre del 2016, ha dichiarato:
“L’Albania non può coltivare la cannabis. In ogni caso, la povertà diffusa non può essere combattuta con la cannabis. I posti di lavoro non si possono creare con la cannabis”.
L’ex Ministro della Giustizia, Ylli Manjani, è stato anche una delle voci più dure contro il silenzio del Premier Rama e del Ministro Tahiri contro il fenomeno della cannabis.
Nel mese di gennaio 2017, Manjani ha dichiarato:
“Il fenomeno della cannabis esiste ed esiste in modo spaventoso. L’Albania sta dando un’immagine di un Paese che sta sempre coltivando l’hashish. Il problema è molto serio. Dobbiamo rimuovere l’hashish dalla terra e dalla testa degli Albanesi”.
L’arresto di Klement Balili è stato un altro problema in cui l’LSI e, soprattutto Ylli Manjani, si è distanziato dal Partito Socialista.
Alla dichiarazione dell’Ambasciatore degli Stati Uniti, Lu, in cui sottolineava l’incapacità delle istituzioni albanesi di combattere il crimine e di arrestare Balili, Manjani ha risposto:
“Approvo pienamente la preoccupazione espressa dall’Ambasciatore degli Stati Uniti, Donald Lu, per quanto riguarda il mancato arresto di Klement Balili. Voglio portare all’attenzione che il Ministro della Giustizia non è né procuratore, nè giudice e nè poliziotto. Questo significa che chi ha il potere di arrestare e giudicare legalmente Klement Balili è qualcun altro e farebbe meglio a farlo! Questa cosa l’ho dichiarata nel mese di maggio di quest’anno e non cambio la mia posizione!”
Riguardo al mancato arresto di Klement Balili, il 25 gennaio 2017, il Presidente del Parlamento Ilir Meta ha esortato il Presidente della Republica Nishani a convocare la riunione del Comitato per la Sicurezza. Il Presidente ha accettato la richiesta e ha indetto la riunione del Comitato per il 31 gennaio.
A seguito di questa decisione, c’è stata la reazione del Ministro dell’Interno Saimir Tahiri, che ha dichiarato:
“In questi giorni ci si sta meravigliando per la convocazione, da parte del Presidente, del Comitato di Sicurezza per discutere del caso Balili. E in realtà, la cosa che sorprende è che il Comitato non si è riunito neanche per Lazarat”.
Pochi giorni dopo queste dichiarazioni, il giorno prima della riunione del Consiglio di Sicurezza, Ylli Manjani viene rimosso, dal Premier Rama, dal suo incarico di Ministro della Giustizia. Rama non ha ancora fatto alcuna dichiarazione pubblica sulle ragioni che hanno portato a tale decisione. Tuttavia alcuni importanti scontri tra Rama e Manjani sono stati resi pubblici dall’ex Ministro, nella conferenza stampa tenuta il 30 gennaio.
Manjani ha dichiarato che il suo licenziamento è la rappresaglia del Primo Ministro Rama, dopo le sue dichiarazioni sulla cannabis, sul mancato arresto di Klement Balili, e sul fatto che non ha chiesto permesso al Direttore della Comunicazione del Governo, Endri Fuga, per poter rilasciare dichiarazioni.
Nonostante il licenziamento di Ylli Manjani e la nomina di Petrit Vasili a Ministro della Giustizia, sembra che la coalizione non riesca, ancora, a trovare pace.
Il 30 gennaio, il Presidente appena nominato del gruppo parlamentare dell’LSI, Luan Rama, ha fatto capire che LSI continuerà a stare in coalizione con il PS, nonostante l’insoddisfazione dell’LSI su alcune riforme chiave, dichiarando:
“I rapporti tra i due partiti non sono mai stati rose e fiori. Hanno oscillato, ma fondamentalmente sono funzionali, nonostante le polemiche e le differenze negli atteggiamenti. Le riforme le abbiamo votate e sostenute, anche se eravamo convinti che alcune di loro sarebbero fallite, come quella della sanità e quella dell’istruzione.
Parlo a nome dell’LSI. Se la coalizione si rompe a causa di altri, saranno altri che si dovranno prendere le loro responsabilità. Noi non roviniamo gli accordi per i quali abbiamo investito il massimo possibile”./exit.al