Home Approccio Italo Albanese Riforma della giustizia: la lotta al narcotraffico alle procure locali !?!

Riforma della giustizia: la lotta al narcotraffico alle procure locali !?!

Con le modifiche al Codice di Procedura Penale proposte in un progetto di legge preparato nell’ambito della riforma e depositato in Parlamento il 28 dicembre 2016, il governo Rama si appresta a trasferire di fatto tutto il contrasto al narcotraffico alle procure locali, con il presumibile risultato di paralizzare per parecchio tempo ogni attività che possa ostacolare la remunerativa attività di produzione della cannabis.

Nel precedente ordinamento (prima della riforma) la coltivazione e il commercio della droga competevano alle procure locali, mentre i reati di traffico e di criminalità organizzata spettavano tutti alla Procura dei Crimini Gravi, che nel 2015 ha registrato in tutto 365 nuovi procedimenti e altri ne ha ricevuti per competenza dalle procure locali.

Con le modifiche al Codice di Procedura Penale presentate in Parlamento nell’ambito del pacchetto di modifiche legislative previste dalla Riforma della Giustizia (la Procura dei Crimini Gravi viene abolita, mentre viene creata una Procura Speciale) la competenza sui reati di criminalità organizzata andrà alla nuova Procura Speciale, insieme a quella su tutti i reati di corruzione e su tutti quelli commessi nella pubblica amministrazione (escluso l’abuso di ufficio).

In questo modo tutte le indagini sui traffici, incluso quelle sul narcotraffico, saranno di competenza delle procure locali, a meno che non venga ipotizzato il gruppo strutturato criminale, la qual cosa farebbe trasferire l’indagine alla Procura Speciale.

Ma la definizione di gruppo strutturato criminale data dall’art. 28, paragrafo 4 del Codice Penale richiede che il gruppo sia di tre o più persone che si associano “in modo non casuale”, e questo ha sempre ridotto la contestazione di questo reato alle sole situazioni in cui questa “non casualità” poteva essere provata, per esempio dal fatto che lo stesso gruppo avesse commesso più reati simili.

Infatti, secondo il rapporto annuale al Parlamento del Procuratore Generale nel 2015, su un totale di 32.000 procedimenti penali registrati in Albania, di cui 1.900 casi di produzione e commercio di droga e 390 casi di traffico internazionale (di cui 130 di traffico di droga) i procedimenti con imputazione di gruppo strutturato criminale sono stati solo 15 (e 12 l’anno prima) e solo 7 di questi sono stati mandati in giudizio con un totale di 41 imputati.

La decisione del tipo di imputazione deriva dalla referenza della Polizia dalla quale originano le indagini, e il procuratore può variarla secondo le evidenze delle indagini, ma appare improbabile che un procuratore di una procura locale decida di privarsi di una indagine importante.

Solo le indagini locali conseguenti a indagini internazionali sul narcotraffico, arrivando direttamente alla Procura Generale, potranno quindi essere trasferite alla Procura Speciale.

Quindi procure locali e comandi locali di Polizia avranno di fatto la possibilità di trattenere a l livello locale le indagini sul narcotraffico e sui traffici in generale, e la molto minore preparazione tecnica delle procure locali, unita alla maggiore “promiscuità” delle piccole città, farà il resto.

Quindi, mentre da tutte le cancellerie del mondo arrivano sollecitazioni a mettere maggior impegno al contrasto della coltivazione e del commercio degli stupefacenti, gli esperti del Partito Socialista producono una legge, fortemente reclamizzata e sostenuta dalle ambasciate europee e da quella americana, che sembra avere lo scopo opposto, quello di affidare le indagini su Klement Balili alla Procura di Saranda, cioè di non farle affatto.

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