La notizia dei 1400 container di rifiuti italiani scomparsi in Albania continua ad allarmare l’opinione pubblica e il dibattito politico. E’ bastato che la notizia venisse pubblicata da un piccolo sito e da un piccolo giornale italiani per diventare immediatamente credibile qui in Albania e occupare le prime pagine dei giornali e dei siti.
Pur in assenza di qualunque documento e di prova, la notizia di uno scandalo ambientale che se vero non avrebbe procedenti nel paese, è stata rilanciata da giornalisti, analisti e politici albanesi senza alcuna forma di responsibilità, scatenando nel cittadino comune che non ha nessuno strumento di verifica a disposizione , allarme e panico. Eppure la funzione di noi media, ma anche dei politici, dovrebbe essere quella di tutelare l’opinione pubblica dagli abusi, e tra gli abusi contro i quali dovrebbe combattere una società sana, ci sono anche le fake news. Il termine ”fake news” è di moda ormai in tutto il mondo occidentale ed è solo per questo che se ne parla finalmente anche in Albania.
Qui purtroppo le fake news (cioè le notizie false) non hanno mai suscitato scandalo: da 25 anni sono parte del vocabolario politico nazionale e di gran parte di quello giornalistico. Da 25 anni di democrazia le ”fake news” sono state utilizzate da politici e giornalisti senza alcuna vergogna, al punto che oggi si difende il diritto di calunnia proprio in nome della libertà di pensiero e della libertà di stampa.
Le ”fake news” invece non rappresentano nessuna forma di libertà e nessuna forma di stampa. Sono al contrario un attentato deliberato contro le libertà dei cittadini e contro la credibilità dell’informazione. La notizia dei 1400 container pieni di rifiuti o addirittura scorie radioattive (secondo l’ultima interpretazione di Sali Berisha che delle ”fake news” è il padre indiscusso), è semplicemente falsa. Noi non sappiamo se esista da qualche altra parte un traffico di rifiuti verso l’Albania, ma sappiamo ormai con assoluta certezza che questa notizia dei 1400 contanier carichi di rifiuti, partiti da Gioia Tauro e diretti in Macedonia e poi persi lungo il tragitto in Albania, è una notizia falsa.
Un’investigazione condotta da Shqiptarja.com contattando le istituzioni italiane e albanesi coinvolte in questa notizia, e un’analisi dettagliata del materiale pubblicato dal sito Pianeta Italia News che ha prodotto e divulgato questa falsa notizia, dimostrano al di fuori di ogni ragionevole dubbio che questa storia è semplicemente inventata.
Nella realtà c’è solo una notizia falsa pubblicata in Italia, poi ripubblicata in Albania e poi ripubblicata ancora una volta in Italia, e poi di nuovo in Albania. Una bugia che da 10 giorni fa il ping pong impazzito tra due paesi senza che nessun giornalista serio abbia avuto voglia di verificarla. Tanti nostri ”colleghi” purtroppo, spinti soto dall’ideologia e dal desiderio di servire il loro referente politico, hanno continuato ad ingannare i propri lettori pubblicando falsità come fossero vere, e tradendo la principale legge della nostra professione, che è la verifica.
I leader politici sono stati altrettanto irresponsabili, ingannando i loro elettori con un allarme che almeno in questo caso non ha nessuna base di verità, e tradendo la legge che invece riguarda i politici: non mentire mai. Ma incuranti della responsabilità che dovrebbero avere di fronte alla verità, proprio questi politici hanno trasfromato quella falsa notizia nell’allarme per un potenziale genocidio.
Noi abbiamo lavorato 8 giorni per raccogliere le prove che smentiscono questa clamorosa fake news. La procura, che ha molti più mezzi di noi giornalisti, sta lavorando da dodici giorni e ancora non ha fatto conoscere le sue conclusioni. Ora ci aspettiamo che anche dalla procura venga un verdetto certo, perchè se scoprire i responsabili di un traffico esistente richiede molto tempo, verificare che quel traffico semplicemente non c’è mai stato dovrebbe essere una cosa molto più semplice.
A noi non interessa la parte della propaganda, e se la politica ritiene che mentendo possa conquistare consenso, continui pure a mentire. A noi invece interessa che anche le istituizioni diano una parola di certezza all’opinione pubblica, e che dopo il panico scatenato da questo falso allarme, possa essere rasserenata.