di Domenico Letizia –
Sostanziali novità in arrivo per l’autunno nell’intensificazione dei rapporti commerciali e diplomatici tra Albania e Italia. Si terrà a Tirana il 28 e 29 settembre 2017, presso il Palazzo dei Congressi, il primo Tirana Business Matching, un incontro organizzato per la prima volta in Albania dalla Camera di Commercio e dell’Industria di Tirana. Il meeting è organizzato per riunire aziende leader, responsabili politici ed economici, imprenditori, innovatori ed esperti in un programma di approfondimento, un “Business Forum”, della durata di 2 giorni.
Gli investitori provenienti da Italia, Emirati Arabi, Turchia, Austria, Grecia, Germania, Kosovo, Macedonia, Benelux, Croazia, Paesi nordici e Svizzera avranno l’opportunità di rivelare il loro interesse a collaborare con i partner albanesi. Per l’Italia, essenziale è la presenza della Italian Network, società di consulenza aziendale all’internazionalizzazione. Uno degli obiettivi principali del Governo albanese è lo sviluppo e l’ammodernamento del settore energetico, il quale ancora oggi si regge in parte sugli investimenti fatti dal passato regime comunista. L’attualità albanese è molto importante per il settore energetico, offre grandi spazi per l’esportazione nel Paese di know-how di macchinari elettromeccanici per la produzione di energia e apparecchiature elettriche e di software per la gestione degli impianti, settori questi di assoluta eccellenza del Made in Italy.
Determinante in questo senso appare essere l’impegno del Governo albanese ad assicurare al settore condizioni di certezza e stabilità, elementi imprescindibili per lo sviluppo dello stesso e la presenza di investitori stranieri. Un’ulteriore opportunità per le nostre imprese deriverà dalla realizzazione del tratto albanese del Trans Adriatic Pipeline (TAP), che prevede la costruzione di un gasdotto destinato al trasporto del gas azero del giacimento dello Shaz Deniz alle coste italiane attraverso la Grecia e, per l’appunto, l’Albania. Inoltre, l’Albania è ricca di cromo, rame, nichel e carbone ed ha importanti giacimenti non sfruttati di bauxite, fosfato e significative riserve lapidee utilizzabili nel settore edilizio.
Il Paese sta proseguendo il processo di riforme interno dell’ultimo quindicennio, teso ad avvicinare il suo impianto istituzionale, amministrativo e giuridico agli standard occidentali, al consolidamento dell’economia di mercato e all’attrazione di investimenti esteri. Le riforme economiche intraprese negli anni hanno puntato principalmente alla privatizzazione dei vari settori economici e alla promozione degli investimenti stranieri. In quest’ultimo settore è stata avviata una serie di interventi in campo fiscale e nell’ambito della legislazione delle attività economiche per semplificare le procedure connesse all’avvio delle attività e per favorire l’ingresso di operatori economici stranieri nei settori strategici di sviluppo del Paese (energia, telecomunicazioni, infrastrutture, turismo). Con la legge 131/2015 è stato istituito il Centro Nazionale del Business (QKB), che prevede la costituzione di uno Sportello Unico per offrire una serie di servizi all’imprenditoria e che riunisce in un solo ente il Registro Nazionale delle Imprese (QKR) e delle Licenze (QKL), che pertanto cessano di esistere. Dopo l’ingresso nella NATO il 1 aprile 2009, la priorità nella politica estera albanese è l’integrazione nell’Unione Europea.
Le relazioni tra Unione Europea ed Albania si inquadrano nell’ambito dell’Accordo di Stabilizzazione e di Associazione (ASA) firmato il 12 giugno 2006 ed entrato in vigore il 1 aprile 2009. Il Governo di Tirana ha presentato ufficialmente la domanda di adesione all’UE il 28 aprile 2009. Il Consiglio Europeo del 26 e 27 giugno 2014 ha concesso all’Albania lo status di Paese candidato e nell’immediato futuro il paese si presta a divenire, insieme ad altri stati balcanici, membro dell’Unione Europea. La settimana scorsa si è svolto a Trieste un Business Forum curato dall’Ice e da Confindustria, sotto l’egida di Mae e Mise, e al quale hanno partecipato i rappresentanti dei principali organismi finanziari internazionali e regionali: come la Bei, la Bers, l’European investment fund e il Western Balkans investment framework dedicato all’approfondimento e alle opportunità per le imprese in Albania e nei Balcani.
Prioritari, per i Balcani, sono gli investimenti nelle reti infrastrutturali, a cominciare dai Corridoi transeuropei. Porti e aeroporti vanno ammodernati, così come è necessario un ampliamento dell’edilizia residenziale. Tutti terreni fertili per le nostre imprese: secondo le stime dell’Ance, nel corso degli ultimi anni la presenza italiana nell’area si è rafforzata e, dall’Albania e dalla Bosnia, si è allargata anche ai mercati del Montenegro e della Serbia, con lavori per un importo complessivo di 324 milioni di euro. Sulle opportunità per le nostre imprese in Albania, Roberto Laera, amministratore unico di “Italian Network” ha dichiarato: “Vicino all’Italia e ponte naturale verso l’area dei Balcani e dell’Est europeo, l’Albania ha un’economia in continua crescita, un mercato del lavoro giovane, dinamico e molto meno caro che negli altri Paesi sviluppati.
In generale una azienda italiana avrebbe numerosi vantaggi quali una forza lavoro qualificata, tassa sugli utili che va dal 7,5% al 15%, costo della manodopera tra i più bassi dell’Europa Orientale, trattato sulla doppia imposizione con l’Italia, livello di istruzione superiore alla media UE, lingua italiana parlata da buona parte della popolazione, forti incentivi da parte del FMI e BCE per le iniziative imprenditoriali, presenza capillare di banche internazionali (Raiffaisen, Societè Generale) e italiane (Banca Intesa, Veneto Banca), paese in pieno boom economico con ampi spazi per investimenti in vari settori. Per l’International Trade Center l’Albania vanta la più alta crescita economica del sud-est europeo. Nonostante gli effetti della crisi globale l’export dei prodotti “made in Albania” è cresciuto del 23%, i tassi di crescita del Pil si sono mantenuti positivi (+3,3% nel 2009, +3,5% nel 2010, +3% nel 2011, secondo la Banca Mondiale) così come gli investimenti diretti esteri”.
In sostanza, Italian Network, grazie al lavoro di Roberto Laera, ha evidenziato numerosi vantaggi per le imprese italiane, riassumibili in:
– Una predisposizione ad una grande apertura verso il mercato europeo e globale;
– Apertura al mercato libero: oggi l’economia albanese è caratterizzata da scambi interamente liberalizzati;
– Ambiente, condizioni e costi favorevoli: vi sono benefici fiscali, incentivi nei settori strategici di investimento e il quadro giuridico d’affari albanese è in conformità con la legislazione UE;
– Modello “one stop shop” che consente di rendere veloce il processo di concessione delle licenze commerciali e la registrazione delle nuove attività in 24 ore e a costo zero;
– Diverse tipologie di investimento: opportunità di investimenti con partnership pubblico – privato e opportunità di investimento in aree con stabilità e settori in crescita sostenibili (Energia rinnovabile, Minerarie, Turismo, Agroalimentare, Trasporti e Logistica, Produzione, Servizi ICT)
– Sostegno giuridico per le imprese straniere: non è necessaria alcuna autorizzazione governativa preventiva e tutti i settori sono aperti agli investitori stranieri; non vi è nessuna limitazione o restrizioni per le imprese straniere e nessuna limitazione sulla quota percentuale di partecipazione straniera nelle società (anche una quota al 100 % straniera è possibile). In Albania vi è una protezione speciale dallo stato per investitori stranieri anche nel caso di un conflitto giuridico – civile con parti terze, anche private.
– Forza lavoro qualificata, altamente creativa e con un basso costo: conoscenza delle lingue straniere. Inglese, italiano e greco sono ampiamente parlati. Francese e tedesco sono inclusi nel sistema di istruzione scolastico statale.
– In Albania c’è il salario minimo più basso d’Europa (lo stipendio medio di un operaio specializzato è di 250 euro mensili, inclusi contributi);
– Sistema fiscale favorevole: aliquota dell’imposta sulle società 15 %, mentre l’aliquota sulle persone fisiche è progressiva dallo 0 (sotto i 30.000 Lek) al 23%. Vi è inoltre un regime fiscale favorevole per le piccole aziende e vi sono trattati per evitare le doppie imposizioni in oltre 30 paesi.
Tali motivazioni inducono a comprendere bene il perché della partecipazione per le aziende italiane al Tirana Business Matching, una opportunità di internazionalizzazione che rappresenta una sicura chiave di svolta per le imprese in un momento critico dell’economia italiana./notiziegeopolitiche.net