Home Approccio Italo Albanese Carlo Bollino fa ironizzare la collega Silvia Dipinto e le autorità italiane

Carlo Bollino fa ironizzare la collega Silvia Dipinto e le autorità italiane

Di Carlo Bollino

Mi piacerebbe sapere dalla collega autrice dell’articolo “Vacanze low cost, italiani stregati dall’Albania: “Qui con 30 euro si dorme in albergo e con 10 si cena” quale protocollo d’intesa tra Autorità Portuale e Consolato d’Albania a Bari sarebbe stato siglato per ”ridurre i disagi nel porto di Bari”, visto che i disagi non sono ridotti affatto.

A dispetto di quanto proclama il presidente dell’Autorità Adriatico meridionale, Ugo Patroni Griffi, la situazione del porto barese che dirige è miserabile oggi come 5 e 10 anni fa. Le code da e verso l’Albania restano imbarazzanti per un Paese civile, così come imbarazzante (e umiliante) è il modo con cui nel porto di Bari continuano ad essere trattati ogni giorno gli albanesi, ormai sempre più turisti o imprenditori, costretti ad utilizzare questo scalo.

Qualche giorno fa nel porto di Bari sono stati distesi i nastri bianchi e rossi (normalmente usati nei cantieri provvisori, o sui luoghi del crimine) per segnare il percorso dei passeggeri ed evitare che la gente sbarcando dai traghetti finisse in acqua. Definire vergogna questa situazione è poco, eppure apprendiamo proprio dal presidente Patroni Griffi che il traffico con l’Albania anche quest’anno è in ulteriore crescita.

Sarebbe giusto informarne il personale della viabilità interna, che insiste a considerare gli albanesi in transito alla stregua di fastidiosi intrusi (pur dipendendo dalle tasse portuali che pagano anche i loro stipendi), mentre sarebbe ora che Autorità portuale, Prefetto e ministero dell’Interno si decidessero ad intervenire per garantire – ciascuno per la parte di propria competenza – l’apertura di un numero maggiore di varchi per il transito e il controllo di auto e passeggeri.

Purtroppo anche la mia categoria, cioè la stampa, continua ad ignorare questo problema con complice, o indifferente, silenzio.

Dopo aver finalmente sconfitto il luogo comune dell’Albania generatrice di criminali e clandestini, adesso bisognerà combattere per convincere chi scrive ad occuparsi non solo dei piatti di cozze a 5 euro, ma anche delle nostre infrastrutture fatiscenti che da anni sono le forche caudine per chiunque decida di raggiungere questa nuova Albania stregata.

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