Home Approccio Italo Albanese Il Nonino 2018 a Ismail Kadare «Aedo innamorato dell’Albania»

Il Nonino 2018 a Ismail Kadare «Aedo innamorato dell’Albania»

Di MARISA FUMAGALLI, Corriere.it

Oltre al romanziere-poeta albanese Ismail Kadare, al filosofo veneziano Giorgio Agamben, c’è una «salsa millenaria» prodotta dalle tribù indigene della Foresta pluviale dell’Amazzonia, rilanciata ora dall’azione dei responsabili del progetto benefico internazionale P(our), nella rosa dei tre riconoscimenti assegnati quest’anno dal Premio Nonino.

Giorgio Agamben (Roma, 1942)Giorgio Agamben (Roma, 1942)

Anche per il 2018 (43ª edizione), grazie alle antenne della prestigiosa Giuria presieduta da V. S. Naipaul (Nobel per la Letteratura 2001), la selezione si proietta sulla scena mondiale confermando l’originalità delle scelte.

La salsa-simbolo da salvare e sostenere si chiama Ajè Negro (fermentata, è a base di manioca amara) e oggi viene prodotta in Perù e in Venezuela dalla comunità appartenente alla tribù indigena Bora. P(our), unione delle parole our e pure, cioè nostro e puro, sottolinea la missione del gruppo (con sede a Londra) composto da sette giovani bartender che «si sono impegnati nelle non facile impresa — si legge nella motivazione della Giuria — di rilanciare i valori fondanti di ogni società, gli stessi alla base del Premio Nonino».

Il logo del Premio Nonino
Il logo del Premio Nonino

A P(our), dunque va il Risit d’Aur-Barbatella d’Oro 2018, riconoscimento all’origine dell’istituzione del Premio, ideato nel 1975 dalla tenace e lungimirante famiglia di distillatori friulani, con l’obiettivo di valorizzare la civiltà contadina. Attraverso il progetto coordinato da Despensa Amazonica, P(our) intende garantire sostegno economico alle 44 famiglie della comunità Bora che vive nel villaggio di Pucuarquillo (regione peruviana di Loreto).

Da tempo il Nonino si è moltiplicato in tre sezioni, portando alla ribalta personaggi significativi della cultura senza confini. Oltre a P(our), per il 2018 ecco sul podio Ismail Kadare, insignito del Premio internazionale Nonino; a Giorgio Agamben tocca invece il Premio Nonino a un Maestro del nostro tempo.

Kadare (nato nel 1936), scrittore pluripremiato (nel 2005 riceve il Man Booker International Prize) si divide fra Parigi dove vive dal 1990 (anno in cui trovò asilo politico in Francia) e l’Albania, che rivede nel 1992, dopo la caduta del regime. Trascorre le vacanze nella sua casa di Durazzo, ma il suo luogo d’origine è Agirocastro, la stessa città natale del dittatore albanese Enver Hoxha. L’esordio di Ismail Kadare è in campo poetico; tuttavia, acquisisce fama internazionale con la narrativa. Tra i principali romanzi: Il generale dell’armata morta, La città di pietra, Il palazzo dei sogni. Di recente, la casa editrice La nave di Teseo ha acquisito i diritti di traduzione sia dell’opera più recente, sia del catalogo completo. A fine gennaio è in uscita il racconto La provocazione. «Aedo innamorato e critico del suo popolo — annota la Giuria — tra realtà storiche e leggende che rievocano grandezze e tragedie del passato balcanico e ottomano, Kadare ha creato grandi narrazioni».

Il filosofo Giorgio Agamben (nato nel 1942), studioso eclettico e sorprendente (ha recitato il ruolo di san Filippo apostolo nel Vangelo secondo Matteo di Pasolini), vanta un lungo curriculum universitario. A tal proposito, un episodio: nel 2003, nominato Distinguished professor presso la New York University, abbandona l’incarico per protesta contro i dispositivi di controllo imposti dal governo americano ai cittadini stranieri (impronte digitali e schedatura). Saggista prolifico, a partire dagli anni Novanta i suoi interessi si rivolgono alla filosofia politica e al concetto di biopolitica. Osserva la Giuria: «Agamben costruisce una biopolitica sull’esempio di Michel Foucault, delle sue idee e intuizioni, e crea il concetto di Homo Sacer».

La consegna dei premi avverrà sabato 27 gennaio presso le Distillerie Nonino a Ronchi di Percoto (Udine).

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