Ermal Meta si racconta in un’intervista a Vanity Fair
Un’infanzia complicata in Albania, la povertà, il difficile rapporto con il padre. Poi l’Adriatico da attraversare. Ermal Meta si racconta in un’intervista a Vanity Fair. Le prime esperienze suonando nei pub. Poi, come solista e autore di oltre 300 brani, ha finalmente trovato il successo. Dopo la vittoria a Sanremo la sua vita è “raddoppiata”, tra dischi venduti e concerto sold out. Di avventure ne ha avute in abbondanza e, per ora, se ne è andato. E per il futuro? C’è Amici ma non X-Factor.
Oggi è ad Amici come giudice.
“Cerco sempre di dare giudizi sinceri e onesti. È vero che io sono un cantautore, ma è proprio questa mia diversità che mi porta a volermi confrontare con un ambiente differente. C’è sempre da imparare”.
È vero che ha rifiutato Amici per X-Factor?
“Sì avrebbe significato pregiudicare una parte del mio tour. Magari quando sarò più libero ne riparleremo. Non sono contrario ai talent. E non sono come quelli che prima ne parlano male e poi appena ricevono una telefonata corrono”.
E l’amore? Parla della sua lunga storia, finita dopo 9 anni e mezzo, con Silvia Notargiacomo, e dice di essere libero.
“Ho un debole per le ragazze divertenti. Se non mi sento stimolato dal punto di vista intellettuale, emotivo, non provo interesse. L’amore? Non ne capisco molto. L’importante è prima essere amici, volersi bene, poi si può costruire qualcosa. Non sopporto la gelosia.
Lei piace anche agli omosessuali.
“Piacere agli uomini è fantastico. È più scontato se piaccio a una donna. Un uomo ha un’attenzione maggiore verso un altro uomo, perché sa cosa significa esserlo./huffingtonpost.it