Di Salvatore Abelice
Nelle scorse settimane ha suscitato molto clamore e addirittura indignazione, una visita che Steve Bannon ha fatto in Italia.
Steve Bannon ha fatto una visita in Europa, in Belgio prima, dove ha incontrato un avvocato di successo del foro di Bruxelles, Avv. Mischaël Modrikamen che è anche il leader del “Parti Populaire” (https://partipopulaire.be) belga; e successivamente in Italia, dove insieme Avv. Modrikamen ha incontrato in forma privata Matteo Salvini, Ministro dell’interno.
Apriti cielo! Qualcuno ha tuonato che Bannon poteva venire in Italia ma solo per fare il turista. Come se Bannon avesse bisogno di un “permesso speciale” da parte di lor signori per visitare il nostro Paese ed incontrare chiunque gli pare. Oppure, come se Bannon non possa venire in Italia, ad esempio, per comprare una casa per le vacanze e stabilirsi in Italia per passarvi parte dell’anno; come per fortuna hanno fanno e continuano a fare molti facoltosi pensionati stranieri che hanno acquistato case per le vacanze in Italia, spesso in piccoli borghi; e che così facendo stanno creando benessere in alcune aree del nostro Paese altrimenti destinate all’abbandono.
Altri hanno reagito in modo ancora più aspro, riferendosi a Bannon come ad una specie di “terrorista internazionale” venuto nel nostro Paese per organizzare chissà quali trame eversive ed antidemocratiche. Questi sono della stessa parte politica che, quando Ronald Regan fu eletto Presidente degli Stati Uniti, si riferivano a lui come ad un “attore” nel senso dispregiativo del termine; cioè un buffone, un giullare. Secondo tali geni, Regan era diventato Presidente per una bizzarria della sorte.
Queste sono le stesse persone che non hanno mai capito niente e probabilmente non capiranno mai niente; perché sono persone incapaci di ascoltare la gente. Sono persone incapaci di capire la gente; che credono che solo loro sono sempre nel giusto e solo loro hanno la capacità e le cognizioni per capire le cose. Eventualmente loro possono elargire la loro sapienza e conoscenza alla Plebe che deve sempre e comunque restare ubbidiente ed in loro adorazione.
Invece le cose sono cambiate e sono cambiate di molto, grazie alla immensa circolazione delle informazioni, grazie alla maggiore educazione della Plebe, grazie alle molteplici fonti di informazione che ci consentono, consentono ad ognuno di noi se lo vuole, di mettere a confronto e ragionare sui fatti per trarre le nostre conclusioni da Plebei qualunque.
Per cui ci dicono, ad esempio, che la Presidenza di Donald Trump è una iattura per l’umanità intera e rappresenta il tracollo per gli Stati Uniti d’America. Ma poi leggiamo gli indici di borsa, leggiamo i dati economici trimestrali e scopriamo che mai prima d’ora l’economia Americana è andata così bene.
Leggiamo le reazioni a qualsiasi cosa dica o faccia il guerrafondaio Trump; e poi vediamo che ha costretto quel mattacchione di Kim Jong Un a sedersi intorno ad un tavolo ed a negoziare un programma di dismissione dei test nucleari. Tutti continuano a parlare di Barak Obama, premio Nobel per la Pace, che ha scatenato la guerra in Libia, fomentato la guerra in Syria e favorito alcune delle così dette Primavere Arabe; che si sono subito trasformate, come tutti ormai abbiamo visto, in tristissimi inverni che fanno soffrire da molti anni milioni di persone.
Cosa sta succedendo? Come mai tutta questa discrepanza nelle informazioni che possiamo leggere tutti i giorni?
Una risposta l’ha data recentemente il Prof. Diego Fusaro che ha affermato, con tripudio di folla, che questa è una nuova era dove la Plebe, la gente comune, ognuno di noi, ha più visione ed è più erudita dei così detti intellettuali. Degli intellettuali autoproclamati.
Questo signori miei è il populismo. Il trionfo delle idee e della visione del popolo sulle élite, corrotte, obsolete perché per troppo tempo hanno vissuto e continuano a vivere lontani, sideralmente lontani dal Popolo e dai bisogni della gente nella vita di tutti i giorni.
Ps: Nela foto realizato dall’autode e c’e’ Steve Bannon- Matteo Salvini- Michael Madrikamen.
