Anche i Papi possono sbagliare!
E si …. anche i Papi a volte sbagliano. In particolare Papa Francesco commette un grande errore quando dice che tutti hanno il diritto ad emigrare e ad essere accolti.
In realtà il vero diritto è quello di poter crescere e vivere dove si è nati, dove si hanno gli affetti familiari, gli amici, dove si è studiato e dove si è cresciuti.
Questo semplice affermazione è cosi vera ed è dimostrata dal fatto che tutti gli emigranti, appena possono, fanno ritorno ai loro luoghi di origine.
Ma l’errore più grande che commettono coloro che parlano di libertà ad emigrare, accoglienza e quant’altro è la totale mancanza di analisi della realtà dei fatti, di quello che effettivamente sta succedendo da qualche anno in Europa ed in Africa.
Quelli che emigrano fanno un danno sopratutto all’Africa perché lasciano dietro i bambini e gli anziani che avrebbero bisogno dei giovani che hanno la responsabilità di prendere in mano la gestione della loro comunità. Questi giovani si avventurano in un viaggio pericolosissimo che mette a rischio la loro vita e che dissangua economicamente la comunità da cui provengono.
Infine coloro che arrivano finalmente in Europa non trovano il Bengodi che qualche ONG ha fatto loro credere. Trovano nel migliore dei casi lavori pesantissimi e sottopagati e condizioni di vita anche peggiori di quelle che si sono lasciati alle spalle.
E purtroppo, nel peggiore dei casi, questi giovani finiscono in mano alla criminalità organizzata che li sfrutta come manovalanza ad esempio per spacciare droga.
Perché tutti gli intellettuali, i buonisti, i Presidenti della Camera dei Deputati passati e presenti non vanno a vedere come vivono questi immigrati in Italia ed in Europa; come si guadagnano da vivere per capire cosa effettivamente sta accadendo a queste persone?
La mancanza di vere opportunità di lavoro, che è un prerequisito imprescindibile per la vera integrazione, sarà ancora più forte nel prossimo futuro perché anche i lavori non qualificati, i più pesanti giorno dopo giorno vengono rimpiazzati dall’automazione.
Cosa faranno tutti questi giovani che sono arrivati in Europa, considerando che non hanno una qualificazione professionale adeguata per accedere al mondo del lavoro? Questi giovani sono costretti a parlare una lingua diversa dalla loro, a vivere in condizioni precarie ed incontrano enormi problemi per trovare un vero lavoro.
Questi giovani invece nei loro Paesi di origine potrebbero fare la differenza per sviluppare la loro comunità. Su questo l’Europa intera dovrebbe investire per creare le condizioni di base per sviluppare l’Africa e per non lasciare questi giovani senza speranza e senza futuro.
Per fare ciò si devono rinforzare le collaborazioni con i Paesi Africani di origine di questi giovani; ma senza passare per le Organizzazioni Internazionali che hanno avuto per diversi decenni il mandato ed i fondi per portare avanti questa missione ma hanno fallito clamorosamente come si può vedere dallo stato attuale delle cose in Africa.
Si deve pensare ad una nuova forma di cooperazione Europea in grado di puntare allo sviluppo dell’Africa, possibilmente coinvolgendo anche le aziende europee di eccellenza, per creare una collaborazione Pubblico-Privato in grado di ridare speranza a tanti milioni di persone che vivono in Africa.