di Olivier Dupuis
Sono sempre più convinto che la strategia adottata dalla maggior parte degli stati europei ci porta dritto dritto nel muro. I dati italiani sono particolarmente inquietanti. E altri dati lo saranno purtroppo altrettanto tra non molto.
Il Dr. Raoult proponeva sin dall’inizio un’altra strategia. Non ci proponeva dei miracoli con un medicinale. Diceva e dice semplicemente che esistono allo stato dell’arte dei medicinali disponibili (largamente provati e conosciuti visto che esistono da decenni), medicinali che fanno non dei miracoli ma danno dei risultati (a maggior ragione, ovviamente, se il paziente viene curato prima della fase finale della malattia).
E’ su questi medicinali (non solamente la chlorochina), sul depistaggio generalizzato, sul confinamento dei soli portatori del virus, sulla distanziazione sociale e su comportamenti igienici di base che si fonda l’altra strategia, la strategia sud-coreana, la strategia del Dr. Raoult.
La strategia vigente, quella del confinamento sempre più esteso non funziona, fra l’altro perché questo confinamento non puo’ essere generalizzato. Questa strategia pone inoltre a breve-medio termine dei problemi gravissimi in termini di tenuta economica, sociale, familiare, psicologica, … nonché dei problemi per la vita stessa nei nostri stati dello stato di diritto e della democrazia.
Se i risultati delle prove su alcuni medicinali saranno importanti (le conosceremmo pero’ solo tra cinque o sei settimane), la vera questione è politica e si pone oggi. Si tratta quindi di scegliere, in Italia, in Francia, in Belgio, etc.
Se continuare con l’attuale politica/strategia sanitaria oppure prepararci ad un passaggio in tempi rapidissimi alla politica/strategia sud-coreana con tutte le questioni organizzative che cio’ comporta (produzione rapida di enormi quantità di materiale per fare il depistaggio al livello europeo, organizzazione dei centri dove si faranno questi “test”, Sarebbe molto meglio…)