Di Massimo Malpica, Il Giornale.it
«Ciò che sognavate con Berlusconi ce l’abbiamo noi oggi in Albania: un Paese quasi senza tasse con l’Iva al 6%».
Era il 19 settembre dello scorso anno e il premier albanese Edi Rama, dalla Fiera del Levante di Bari, non usava giri di parole per attrarre investitori italiani nel Paese delle Aquile. Poi è arrivato il Covid, e il governo di Tirana per mostrare la sua amicizia ha spedito da noi i suoi medici per aiutarci a fronteggiare il contagio. Ma dopo la pandemia, invece, una brutta sorpresa è piombata sulle imprese italiane del comparto energia che negli ultimi anni hanno deciso di lavorare sull’altra sponda dell’Adriatico. Sono tante, soprattutto Pmi, e vendono l’energia al governo. Il calcolo del prezzo di vendita dell’energia prodotta dai privati (il 16% del fabbisogno nazionale, nel 2019) è fissato a inizio anno con un calcolo collegato all’indice della borsa ungherese e al cambio euro/lek. A maggio però Rama ha abbassato il coefficiente, riducendo il prezzo di circa l’8%.
Un colpo basso, e non il solo. Sia perché, come ricorda l’ufficio Ice di Tirana, si tratta del «terzo cambiamento unilaterale imposto dal governo albanese agli investitori nel settore idroelettrico». Sia perché, secondo rumors insistenti, il governo albanese potrebbe alzare anche la tassa sugli utili per le aziende dal 15 per cento odierno al 17-20 per cento, vanificando il regime di agevolazione fiscale che interessava proprio le aziende energetiche. E si teme che il governo voglia il monopolio statale dell’energia.
«Siamo disponibili a sederci a un tavolo di confronto con il premier Rama nel rispetto delle prerogative di tutti», commenta il presidente di Confindustria Albania, Sergio Fontana, che avverte: «L’Albania deve fare di tutto per rendere attrattivi gli investimenti, fissando con tutti gli stakeholder prezzi dell’energia che consentano a questi investimenti ingenti di essere anche affidabili». «L’Albania dispone di un oro blu che merita di essere sfruttato come energia verde prosegue Fontana ma perché tutto questo sia possibile occorre che l’Albania fissi regole di standard europeo».