Home Approccio Italo Albanese Presidente di Confindustria Albania, Sergio Fontana, parla per Il Corriere Nazionale

Presidente di Confindustria Albania, Sergio Fontana, parla per Il Corriere Nazionale

ALBANIA – Le relazioni economico-culturali tra Italia e Albania sembrano essersi trasformate nella massima attenzione occidentale e non solo: paesi che sanno cooperare meglio l’uno con l’altro creando opportunità economiche e culturali che vengono e crescono.

La disponibilità dell’Italia ad essere vicina all’Albania dopo il terremoto del 26 novembre e la disponibilità dell’Albania ad essere vicina all’Italia durante la Pandemia del COVID 19 sono esempi concreti di come dovrebbero essere le relazioni tra i due paesi vicini.

Le relazioni economiche tra i due paesi sono sempre state in crescita.

Le ragioni sono molte, ma le più importanti sono la vicinanza geografica e la vicinanza culturale tra i paesi. Gli imprenditori italiani si sentono molto bene in Albania. In un paese in cui non è importante imparare la lingua albanese perché quasi tutti parlano italiano.

La lingua italiana è stata diffusa in tutto il sistema educativo albanese per molti anni, un fattore che aumenta la possibilità di scambi commerciali e culturali.

L’Italia rappresenta per l’Albania il primo partner commerciale con circa il 40% degli scambi commerciali totali. I settori più importanti sono:(a) servizi (b) l’industria delle calzature tessili; (c) macchinari e attrezzature; e) prodotti agroalimentari; (f) energia minerale; (g) prodotti chimici e materie plastiche; (h) settore metalmeccanico.

Per conoscere meglio la situazione economica in Albania e in particolare le imprese italiane, abbiamo potuto intervistare il presidente di Confindustria Albania Sergio Fontana, uno dei più importanti imprenditori nel mondo farmaceutico italiano.

Dal 2001 è amministratore unico della Farmalabor, azienda Italiana leader per la distribuzione di materie prime. ad uso farmaceutico, cosmetico ed alimentare: officina farmaceutica autorizzata dall’AIFA (Agenzia Italiana del farmaco)all’importazione, ripartizione, riconfezionamento e rilascio lotti del più alto numero di principi attivi farmaceutici in Europa e al commercio all’ingrosso di sostanze stupefacenti.

1-Presidente, Lei è uno dei massimi rappresentanti delle imprese italiane in Albania, come vede il clima economico in Albania?

In linea di massima, l’Albania presenta una condizione di partenza abbastanza favorevole per gli investimenti, per la sua vicinanza geografica e culturale, libero accesso al mercato, costi di lavoro competitivi, miglioramento veloce delle infrastrutture, una politica fiscale più lieve, specie in confronto a quella italiana, e prezzi generalmente più bassi delle proprietà immobiliari. Questi sono alcuni dei motivi per i quali tanti imprenditori italiani hanno scelto l’Albania e tanti altri stanno valutando possibili investimenti diretti nel paese. Vorrei comunque evidenziare che in termini di clima imprenditoriale nel paese, ci sono questioni importanti che richiedono particolare attenzione, come: la riforma della giustizia, la lotta alla corruzione, i frequenti cambiamenti fiscali e il funzionamento della pubblica amministrazione.

2-Come in tutto il mondo e in Albania, la crisi è stata avvertita a causa di COVID 19, come è la situazione delle imprese italiane in Albania?

La pandemia, anche se non ha fatto registrare situazioni drammatiche, in termini di vite umane, ha colpito duramente l’economia albanese e quindi, anche l’industria italiana che vi ha sede. Il settore del turismo e i servizi sono stati tra i più colpiti duramente. La pandemia ha messo le aziende di fronte con grandi sfide come la mancanza di clienti, mancanza di liquidità e difficoltà nei pagamenti.

A risentire della crisi dovuta al Covid è stata anche l’industria italiana presente in Albania, in particolare i settori tessile, calzaturiero e tecnologico che hanno subito una flessione della domanda. Hanno reagito meglio invece quei settori che sono riusciti a garantire i propri servizi grazie allo smartworking.

Bisogna sottolineare che il Paese sta affrontando le difficoltà legate alla pandemia di Covid-19 che si sono aggiunte a quelle causate dal terremoto del 26 novembre scorso. Secondo le previsioni della Banca Mondiale, il declino economico per quest’anno sarà del 5%, ma la Banca Mondiale prevede anche un tasso di crescita economica dell’8,8% per l’anno prossimo. Il governo ha favorito l’auspicata ripresa economica attraverso dei pacchetti di aiuti statali diversificati per le piccole, medie e grandi imprese ubicate in Albania. Le misure messe in campo dal governo albanese sono state utili, ma non ancora sufficienti per superare la crisi.

3-Come sono i tuoi rapporti con le istituzioni più importanti in Albania? Quanto sono pronti a supportare le imprese italiane creando opportunità e strutture?

La volontà da parte delle Istituzioni di supportare l’impresa italiana non manca. Non si dimentichi che l’Italia è il primo partner commerciale dell’Albania e la presenza dell’impresa italiana in Albania, con le sue oltre mille realtà, rappresenta un elemento significativo del progresso verso un’economia di mercato moderna che sta compiendo il Paese delle Aquile. Da una parte, l’Albania sta proseguendo sulla strada delle riforme strutturali per favorire competitività, crescita e occupazione e avvicinare il proprio sistema agli standard comunitari, dall’altra, i due Paesi devono necessariamente lavorare sinergicamente per l’ulteriore rafforzamento delle relazioni bilaterali per incentivare le possibilità d’investimento delle aziende italiane nei settori chiave dell’economia albanese.

4-Secondo Lei, le possibilità di cooperazione in vari settori dell’economia tra Albania e Italia sono state sfruttate al massimo o ci sono ancora aree in cui gli investimenti hanno bisogno di maggiore impulso?

Quello tra Italia e Albania penso sia uno degli esempi più virtuosi di cooperazione tra Stati che va avanti da decenni. Sì, ritengo che vi siano ancora settori non saturi che rappresentino un potenziale mercato di investimento, primo fra tutti quello del turismo. E quando dico turismo non intendo soltanto gli hotel ma tutte quelle attività destinate, da Nord a Sud, a migliorare l’accessibilità, la fruibilità, l’accoglienza e la salubrità dell’ambiente, con forti investimenti quindi nel campo delle infrastrutture di servizio, dell’attrazione dei marchi di qualità e della valorizzazione agroalimentare. Al di là della imminente stagione turistica che sarà una incognita a causa delle limitazioni negli spostamenti e del generale senso di paura che la pandemia ha portato con se, l’Albania è un Paese che gode di un buon flusso turistico, sia per la natura ancora largamente incontaminata che per il potenziale di indubbio interesse. Un altro esempio è quello relativo al notevole potenziale energetico, qui mi riferisco all’energia rinnovabile, non solo a quella idroelettrica ma allo stesso tempo anche ad altre forme derivanti dal riciclo dei rifiuti e della plastica.

5-In Italia ci sono molti giganti dell’industria mondiale, quanto sono interessate le grandi imprese italiane ad investire in Albania? Pensa che l’Albania sia pronta ad accoglierle?

Finora, ad investire in Albania è stato il piccolo e il medio imprenditore italiano. Tuttavia, l’Albania sta compiendo alcune scelte strategiche importanti. In primis, la serie di riforme politiche ed economiche in atto da tempo che stanno trasformando un’economia pianificata e centralizzata in un’economia aperta e di mercato. L’Albania ha anche aderito agli accordi di libero scambio con i Paesi dei Balcani, aumentando le opportunità di commercio con tutta l’area e, ancora, qui la legge locale non contempla alcuna limitazione distintiva tra investitori stranieri e nazionali, sia per quanto riguarda le attività e le strutture legali, sia per l’applicazione del sistema fiscale. Tutti fattori che la rendono interessante per gruppi industriali stranieri di grandi e medie dimensioni che attualmente si stanno affacciando su questo mercato, attratti dalle prospettive che si dischiudono nei settori dell’energia e delle infrastrutture. Penso che in futuro non sia così remota la possibilità che ciò avvenga anche da parte di grandi gruppi industriali italiani.

6-La forza lavoro è uno elementi più importanti nella catena economica di un Paese. Come vede la situazione in Albania, è difficile trovare un professionista in vari campi? Cosa pensa che debba essere fatto per aumentare la professionalità in diversi settori dell’economia?

La carenza di personale qualificato non è un problema solo albanese ma generalizzato. Ci deve essere una tempestiva armonizzazione tra le esigenze di forza lavoro nei settori prioritari dell’economia albanese, con stimolanti misure per l’orientamento della formazione professionale dei giovani verso la qualificazione della forza lavoro. Spesso le aziende italiane che operano in Albania necessitano di corsi formativi per un personale adatto alle proprie esigenze aziendali. Confindustria Albania attraverso l’organizzazione di seminari formativi dedicati e ad una stretta collaborazione con le Università presenti nel paese, sta svolgendo un ruolo significativo di supporto. In Albania c’è bisogno di uno studio approfondito da parte delle istituzioni responsabili sul mondo lavorativo, per individuare le richieste e le necessità delle imprese, indirizzando successivamente l’offerta in base alle richieste del mercato. Inoltre, suggerirei allo stato albanese di prevedere un sostegno dei costi aziendali per la formazione del personale tecnico, stimolando in questo modo le aziende ad assumere anche staff non qualificato.

7- Perché un investitore italiano dovrebbe scegliere l’Albania?

Per il potenziale che offre questa terra. A patto, però, che l’investitore non guardi ad essa come a un Paese dagli investimenti facili o immediatamente redditizi. Essi non esistono né qui né altrove e alla base del successo deve esserci sempre il lavoro e l’intelligenza dell’imprenditore.

Intervista realizzata da Alkest Shehu per laredazione Il Corriere Nazionale Albania

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