Home Approccio Italo Albanese La Primavera più calda degli ultimi settant’anni.

La Primavera più calda degli ultimi settant’anni.

Di Rutigliano Fabrizio

Ormai sono passati più di dieci giorni e la guerra che doveva essere lampo sta diventando sempre meno lampo.

Ormai le istituzioni ucraine si sono infilate in un’aspirale di guerra senza ritorno.

Che Putin adesso é davvero arrabbiato lo si vede in tutti i modi e in tutti i suoi discorsi tanto che ormai sembrerebbe che oggi le pretese territoriali della Russia non si fermano solo sulle autoroclamate repubbliche di Donensk e Lugansk e Crimea, ma forse forse di tutta l’Ucraina.

Che tra Russia e le ex repubbliche sovietiche ci siano stretti rapporti culturali, linguistici ed economici non è una novità ma da qui e passare a una eventuale fusione c’è ne passa.
Allora Putin cosa cerca?

Se prima Putin voleva una nazione Ucraina fuori dalla Nato e dalla UE, ora l’obbiettivo sarà più ambizioso, ovvero porre nel ex paese sovietico un governo vicino a Mosca, forse questo sarebbe anche l’unico modo per mantenere (momentaneamente) territorialmente unita l’Ucraina.

Certamente questo è un prezzo duro da pagare per gli ucraini, che privi della loro libertà di scelta ritornerebbero ad essere sudditi dei loro fratelli russi.

Dunque le conclusioni rimangono quelle che Putin è il cattivo e pazzo e Zelenski il grande eroe? Davide contro Golia?

Manco per niente, se oggi l’Ucraina è in guerra lo deve prima al suo presidente che spinge sempre a un intervento della Nato.

Proprio qualche giorno fà venne ucciso (oscura la dinamica) uno dei loro negoziatori ucraini con l’accusa di essere una spia vicino a Mosca.
Qualcuno penserebbe che in guerra i traditori della propria nazione vanno giustiziati, ok, ma perché se lo fa Putin allora è un assassino?

Non dimentichiamo che i media raccontano quello che vogliono o conviene, nessuno è santo e non esistono vittime nella cerchia politica.

Se la Russia voleva fare veramente male poteva chiudere la partita una settimana fa, allora perché non lo farebbe?

Perché sono considerati fratelli, e ciò porterebbe a uno sfascio sociale tra i due popoli vittime già di questo scenario.

Alla fine che scelte dovrebbe fare Europa?

A mio avviso dovrebbe tenersi fuori da questo conflitto, non mandare armi e far sì che la guerra cessi, forse solo così Zelenski può decidere di sedersi seriamente al tavolo delle trattative.
Fino a quando l’occidente non prende distanze, Zelenski farà resistenza con il fondoschiena del suo popolo che lui dice di amare.

Qualcuno pensa che per la libertà questo è altro.
Ma forse tutti i buonisti non pensano che mettere sanzioni dure alla Russia (come è stato fatto già) procura già da ora ripercussioni sulle nostre economie, senza calcolare un ipotetico conflitto in Bosnia.

Fare sanzioni alla Russia non è come farlo all’Iran etccc..

Grazie alla politica debole italiana e agli accordi di Alleanza e Allineamento il “Bel Paese” ha già perso molto in campo economico e turistico, il tutto mentre gli Usa comprano ancora petrolio dalla Russia e la Francia consiglia i suoi imprenditori di non lasciare la Russia.

Che bella Europa, e altri vogliono entrarci?

Perdere il ricco turismo russo porterebbe l’Italia perdite enormi, già in Germania si vedono effetti delle sanzioni nelle aziende automobilistiche con conseguenze ancora da quantificare.


Insomma perché pagare noi per colpa di un governo ucraino che per forza spinge verso l’Europa?

Alla fine ci perderemmo tutti e un disastro economico porterà nei singoli paesi europei regimi e non democrazia.

Rutigliano Fabrizio

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