Home Approccio Italo Albanese LE RELAZIONI ITALIANO-ALBANESI DURANTE LA GUERRA FREDDA (1946-1991)

LE RELAZIONI ITALIANO-ALBANESI DURANTE LA GUERRA FREDDA (1946-1991)

Di Cristina Lovat

Fra gli eventi culturali a mio avviso più interessanti, proposti dall’ Ambasciata d’Italia a Tirana e dall’ Istituto Italiano di Cultura a Tirana, nella Settimana della Cultura Italiana, segnalo la conferenza sulle relazioni fra Italia e Albania negli anni del regime di Enver Hoxha.

Tre volumi, editi da Laterza, sono stati pubblicati sul tema, con contributi di ottimo livello scientifico, di storici italiani e albanesi, coordinati dal dott. Paolo Rago, grande esperto d’Albania, in cui giunse all’indomani della caduta del regime (con un progetto di aiuto alla popolazione, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio) e in cui ricoprì poi delicati incarichi per l’Ambasciata.

In particolare mi ha colpito l’intervento del prof. Luca Riccardi, dell’Università di Cassino, sulla percezione da parte della diplomazia italiana della politica antireligiosa attuata dal regime di Hoxha.


I livelli di persecuzione di tutte le fedi, ma in particolare di quella cattolica, furono pesantissimi, perché, per creare l’ “uomo nuovo”, bisognava estirpare dalla scoietà il sentimento religioso e ogni pratica di culto.

Dai documenti degli archivi e dai media, in Albania, si evince che Papa Paolo VI veniva ridicolizzato, Madre Teresa di Calcutta era considerata una spia al soldo dell’imperialismo, Papa Woityla un nemico di primissimo piano, specie dopo il discorso di Otranto ai cattolici albanesi, del 5 ottobre 1980.

“E così nell’odierna circostanza non posso non volgere il mio sguardo, oltre il mare, alla non distante eroica Chiesa in Albania, sconvolta da dura e prolungata persecuzione ma arricchita dalla testimonianza dei suoi martiri: Vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e semplici fedeli.
Oltre che a loro, il mio pensiero va anche agli altri fratelli cristiani e a tutti i credenti in Dio i quali subiscono una simile sorte di privazioni in quella nazione.”

I miei complimenti a Paolo Rago e a tutta la squadra di studiosi, per l’importante progetto, da cui mi auguro possano venire in futuro anche ricadute sulla didattica della storia nei licei d’Albania.

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