I Paesi dell’UE hanno accolto con favore il voto “storico” al parlamento della Macedonia del Nord nel fine settimana. Che ha aperto la strada all’avvio, a lungo ritardato, dei colloqui di adesione sia per la Macedonia del Nord che per l’Albania.
L’annuncio è arrivato lunedì, dopo che la Macedonia del Nord ha risolto una lunga controversia, con la vicina Bulgaria. Cosiddetta “controversia storica”. Che aveva bloccato l’avvio dei negoziati di adesione con Skopje.
Negoziati ora resi possibili dalla firma di domenica da parte di Bulgaria e Macedonia del Nord di un protocollo bilaterale, avviato dalla Francia. Che nella prima metà dell’anno ha ricoperto la presidenza di turno dell’Ue. Sotto la pressione francese, difatti, il mese scorso il parlamento bulgaro ha deciso di revocare il suo veto.
Dispute storico-linguistiche
Il processo di screening per entrambi i Paesi è stato avviato nel 2018. Una fase preparatoria dei negoziati di adesione che comprende 35 capitoli. Il protocollo consentirà, tra l’altro, al macedone di diventare una delle lingue ufficiali dell’UE.
Tuttavia, la Bulgaria aveva bloccato nel 2020, qualsiasi progresso per i colloqui di adesione all’UE con la Macedonia del Nord. Imponendo il suo veto sulle questioni irrisolte sia storiche che linguistiche. La questione linguistica rimane molto delicata nella Macedonia del Nord.
In quanto la Bulgaria considera la lingua macedone come un dialetto bulgaro. E che i bulgari sono repressi nella Macedonia del Nord e devono essere inclusi nel preambolo costituzionale del Paese come etnia fondatrice dello stato.
Tuttavia, la Macedonia del Nord si è impegnata a modificare la sua costituzione per includere i bulgari in gruppi etnici riconosciuti. E ad attuare un trattato di amicizia del 2017 volto a sradicare l’incitamento all’odio./PeriodicoDaily.com