Il gruppo di pellegrini della diocesi di Roma incontra la comunità della Suore Stigmatine che operano in un Centro di accoglienza per bambini bisognosi
L’Albania come termometro della pacificazione nei Balcani. Un cardinale albanese 94enne è nell’area la figura simbolo della libertà religiosa. Il porporato anti-comunista Ernest Simoni fu arrestato in Albania nel 1963 e subì ventisette anni di persecuzioni. Ora il pellegrinaggio della diocesi di Roma ha portato in Albania un gruppo di sacerdoti e laici. Oltre al cardinale vicario Angelo De Donatis ne fanno parte anche diversi vescovi. L’ itinerario del Vicariato è stato organizzato dall’Opera Romana Pellegrinaggi. E include l’ incontro con l’arcivescovo di Tirana.
Meta-Albania
Monsignor Arjan Dodaj fu ordinato sacerdote a Roma. E ha operato a lungo nella diocesi di Roma. “Abbiamo scelto come meta l’Albania per vari motivi – spiega monsignor Remo Chiavarini, responsabile dell’Opera Romana –. Innanzitutto volevamo andare a trovare l’arcivescovo di Tirana. Monsignor Arjan Dodaj, di fatto, al momento della sua elezione nel 2021, apparteneva al clero della diocesi di Roma. Padre Arjan è membro della Fraternità dei Figli della Croce. E’ stato ordinato sacerdote nel 2003 da san Giovanni Paolo II. Ed è stato a lungo nella nostra diocesi. In Albania ci sono anche diverse comunità italiane“. Tirana, Ocrida, Scutari. Sono alcune delle città visitate dai sacerdoti romani.
Focus sull’Albania
Dopo il sanguinoso decennio post-guerra fredda, i Balcani restano un’area geopoliticamente incandescente per gli equilibri europei. In particolare, grande preoccupazione per la sicurezza dei serbi del Kosovo è stata espressa dalla premier serba. Ana Brnabic ha denunciato il protrarsi di provocazioni e maltrattamenti ai loro danni da parte della dirigenza di Pristina. In un incontro a Belgrado con Caroline Ziadeh, capo della missione delle Nazioni Unite in Kosovo (Unmik), Brnabic ha detto fra l’altro che le chiese e i cimiteri serbo-ortodossi sono continuamente oggetto di attacchi e profanazioni. Con il chiaro messaggio che i serbi non sono graditi in Kosovo. Ziadeh, come ha riferito il governo serbo, ha sottolineato che l’obiettivo di Unmik è il mantenimento della pace e della stabilità in Kosovo. La diplomatica libanese ha al tempo stesso rilevato l’importanza della collaborazione regionale. Elogiando “Open Balkan”, l’iniziativa di Serbia.
Scambi
Albania e Macedonia del Nord sono al lavoro per favorire i contatti e gli scambi tra i Paesi della regione. E per creare un mercato comune nei Balcani occidentali. Nel colloquio fra Brnabic e Ziadeh si è parlato anche del dialogo fra Belgrado e Pristina. E’ stata discussa anche la necessità di attuare gli accordi già conclusi. E’ pronto, poi, il rapporto periodico del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres sull’attività di Unmik. Il report verrà presentato al Consiglio di sicurezza il 27 aprile. Tema principale sul tavolo negoziale è la proposta europea di accordo per la normalizzazione dei rapporti tra Belgrado e Pristina. La bozza è stata accettata in linea di principio da entrambe le parti. Ma sul suo contenuto e sulla sua attuazione le posizioni non coincidono. Da parte sua l’Albania ha un ruolo strategico, un’incidenza determinante nella stabilizzazione delle relazioni nei Balcani. Nel pellegrinaggio della diocesi del Papa anche i vescovi Daniele Salera, Paolo Ricciardi, Dario Gervasi, Guerino di Tora, Valentino Di Cerbo. L’itinerario predisposto dall’Orp unisce visite culturali a occasioni di incontro con chi vive a Tirana e dintorni.
Fidei donum
In Albania operano due sacerdoti “fidei donum” della diocesi di Roma, don Tommaso Morelli e don Raffaele Gagliardi. Il loro contributo ha favorito l’organizzazione del percorso, compresa una puntata nella Macedonia del Nord. Ocrida è stato uno dei centri più importanti della spiritualità e dell’evangelizzazione nei Balcani. Con resti e memorie artistiche di notevole rilievo. Oltre alle comunità cristiane, i contatti sono estesi anche alla comunità ortodossa e a quella musulmana, molto presenti in Albania. Tappa altamente simbolica a Tirana il Museo Bunk’Art, realizzato all’interno del bunker di Enver Hoxa. Dedicato alla storia dell’esercito comunista albanese e alla vita quotidiana degli albanesi durante il regime. Quindi la Messa nella parrocchia affidata a don Tommaso Morelli, nella periferia della capitale albanese. A seguire, il passaggio a Ocrida, il cui territorio ospitò antichissimi insediamenti illirici e, in seguito, greci. Nel 1979 la città e il suo lago sono stati dichiarati dall’Unescopatrimonio dell’umanità.
Le foglie e il memorialeNella cattedrale di Tirana l’incontro tra i sacerdoti romani e il clero diocesano. Poi il colloquio con la comunità ortodossa e la visita alla Casa delle Foglie, il più recente dei musei albanesi, e senz’altro tra i più affascinanti. Le foglie hanno un duplice significato. Indicano le tracce nascoste nel bosco. Ma anche il lascito di registri e dossier sugli albanesi, negli anni della dittatura. Luogo carico di memorie e di fede è anche Scutari, con la cattedrale di Santo Stefano Protomartire e il Memoriale della Persecuzione. Il gruppo della diocesi incontra la comunità della Suore Stigmatine, che operano in un Centro di accoglienza per bambini bisognosi. Infine la visita a Kruja, antica capitale albanese simbolo della resistenza anti-ottomana.