Home Approccio Italo Albanese NARZINE BANI HASHEM: IL RITO DELL’INCUDINE D’AMORE

NARZINE BANI HASHEM: IL RITO DELL’INCUDINE D’AMORE

Dott. Narzine Bani Hashem è nata in Libano. È poetessa, scrittrice, sceneggiatrice e produttrice televisiva. È Direttrice del settimanale Al – Nukhba, Presidente del Consiglio di Amministrazione e Caporedattore. È Fondatrice e Presidente Del Consiglio di Amministrazione Della Federazione Internazionale Per La Pace. È anche Fondatrice e Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Unione dei Creatori dell’Èlite araba. È la Fondatrice e Presidente della Federazione Mondiale e dell’Amministrazione del libro. Inoltre è Presidente Della Federazione Internazionale Dei Signori Hashemiti (Primo Ministro Del Governo del Khanato Tartaro dell’Orda d’Oro in Esilio).

Il rito dell’incudine dell’amore

Alya sbuffò con invidia 
con salmi senza interruzione 
nella lode e nella condanna 
al tocco della terra ghiacciata 
di chi si allarma e dal panico va di fretta. Furtivamente di seguito si diverte
nuvola dopo nuvola senza Ghaith 
e dispositivi di fissaggio. 

Nel desiderio lacrimoso 
adotta i bambini della luna 
ma ne vale la pena… 

Non smette di piangere 
nel orizzonte del cielo 
non trovando il permesso di accesso. 

I ricordi salvo fino al midollo
e li conservo nei miei occhi. 

Foto di fantasmi faccio
con il mio sguardo
permettendo di ingrandire un po’ entrambi. 

Con affetto 
le nostre radici germogliano 
anche dai rami per essere amati. 

E viviamo…
ci allunghiamo e cresciamo. 

E tra le stagioni ventose
asciughiamo i baci
con tocchi frettolosi
e l’abbraccio è ancora lì. 

Aspettando di morire
non mi piace che tutto fiorisse 
in mia assenza
come le rosette sulla soglia della morte. 

Come mi desidera quando esultai
in un sussurro rise. 

Tra loro ci sono anche le splendide donne  
con delicatezza e dolcezza 
canzoni canticchiavano
e persino i petali si emozionarono. 

E anche lei ballò e cantò 
e si scambiarono parole
finché l’occhio strizzò 
e una gomitata diede ai satanici 
che perseguitano l’anima su se stessi. 

Fuggirono i sentimenti dalla sua vita 
nella bara con il cuore infranto 
attentamente preoccupato 
saluta il pomeriggio e l’alba. 

Come nell’oscurità oscura
o nelle prime ore di luce
il polso continua a battere in fretta 
e di seguito a suo agio si sente.

Dai tuoi pensieri ardenti 
i tuoi rituali in fiamme vanno…
Devi combattere per decenni
quattro volte anche
fino a diventare un sopravvissuto vitale. 

Poi riacquisti la speranza 
e torna indietro…
Restituisci tutto ciò che hai
Vivi e muori nel tuo amore velenoso 
inghiotti e disseta l’asciutto e la fame. 

Mangia fino a sazietà 
delle tue quaranta sfumature
non cadere più in basso
fuori dalla tua mente. 

Con tutta la soddisfazione
il destino accetta…
Sei così stanco di camminare e viaggiare
a tutte le distanze 
di notte… a ore e ore 
facendo immersioni tra grotte e il mare. 

Con sete e amore ed estasi
trascorri le tue giornate a lungo
fissando il vuoto… 

Sulla tua spiaggia segreta neghi te stesso 
hai sete ma l’acqua di Agag
non è adatta per bere.
Incidi con le dita 
lettere e cuori sull’oro della sabbia
che l’onda soffiò
e la scritta scomparve… 

Oh, anima mia e cuore mio
Non c’è nessuna pietà??? 

Con qualsiasi desiderio 
con tanta passione uccidiamo??
Come possiamo stare insieme
facendosi in mille frammenti? 
Aggrappiamoci e non lasciamoci andare! 

L’inchiostro svanì nello sdegno
e il corpo che quasi
per fiorire come un ramo
i frutti porta e tiene
diventando sonnolento al freddo
sballottato dall’immaginazione
nella lava dei vulcani. 

E le note di violino, o le onde dei dolori 
vengono a torturarti
ma tu sotto la pioggia brilli
lentamente in silenzio.

Preparato da Angela Kosta scrittrice, poetessa, pubblicista, traduttrice e Vice Direttrice & Vice Caporedattrice su Albania Press.

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