RADICI
CENTRO INTERNAZIONALE EUGENIO MONTALE – ROMA – ITALIA
Come usavano i Pietisti (una frase della Bibbia ad apertura di pagina per orientare significativamente la giornata), di fronte ad un libro o un manoscritto di poesia io apro a caso, e a occhi chiusi indico qualche verso.
La prima cellula, la prima impressione riesce quasi sempre a orientarmi su quanto poi verrà letto e meditato.
La raccolta RADICI di Maria Teresa Liuzzo si è aperta spontaneamente a pag. 79 e l’incontro è stato felice: ”… svegliarsi su un veliero inabissato, / scorgere rottami / catene di scogli / e scheletri che danzano. Nel cranio / fiori freschi / di mare / macinano sale.
C’è arte, indubbiamente, in questi versi ”gotici”, e arte si riscontra in gran parte dei componimenti del libro anche se talvolta – fra arte e un sapiente artigianato memore di buone letture scolastiche – il sentimento e l’emotività superano forse quella percentuale media che ha il compito naturale di fondersi all’intelligenza e ai segreti della tecnica.
Ma ”emotività” è stata, in certi disgraziati passaggi dei decenni precedenti, parola negativa e polemica, quasi che le reazioni del cuore a ogni segno di bellezza indicassero un cedimento della ragione.
Chiamiamola più classicamente ”emozione”, materia prima della visione poetica. E l’emozione è la molla profonda di quest’autobiografia per albe e tramonti, fiumi e mari, pietre e stelle: la poetessa è una delle ”anime belle” che ancora si aggirano in questo nostro mondo tecnologico, frastornato, disincantato e sovente decisamente tragico, in questo Sud dove ”il cibo seppe / l’amaro sapore / del profumo dell’oleandro/.
Maria Luisa Spaziani (candidata al Nobel per la Letteratura)