Sente l’ “a”
E la sua mente incorpora filamento
E un turbinio scolpisce la rima
E l’acqua scarta il salto
E sentì solo “a”
Dal maestro tedesco
Che vestito di tifo li avvolge
Come l’asse del sole che atterra dietro l’orecchio
In cerca di serenità
Dove attraverso la fuga e mandorle
Sente l’ “a” o solo un sogno.
Negli occhi spenti con l’acqua
E la Senna scorre ancora…
IL SOGNATORE DALL’ ESILIO
(a Publius Ovidius Naso)
La cantilena
Il fungo ingannevole
impronte ti dirige
Per bracciare la zolla straniera
Ma tu solo esordi
Chiamavi
Il sole
Sempre fulvo per lo sguardo
Sbriciolato dalla coppa
E i sogni
Mentre il coyote geme
La parola proibita
Eppure pronunciata…
IL SOGNATORE FU MA LA VITA NON È UN SOGNO
(a Salvatore Quasimodo)
In sé spinto
e gli lembi incustoditi
dove le onde le viscere
formano con
volere che
il sole può essere nascosto
nella tasca che
forata non sa esserci
In gola tra
le coste cui uno sono
del ponte non hanno bisogno
a causa di attraversamento
la voce è sempre sufficiente
E che nota è
a chi l’inchiostro
è il Fato ancor prima
che l’impronta divenne secca…
IL SOGNATORE DI VINO
(a Omar Khayyam)
Mentre il canto con il cosmo si vela
E l’eros attraverso la brama di vino si svela
Voleva solo allo spirito essere un’ombra
Essere la Parola che in coppa si versa da sola…
SOGNATORE DALLA
DIVINA COMEDIA
(a Dante Alighieri)
Gli occhi rivolti verso di se
ma nel Divino rispecchiati
mentre la danza si trova
sul sentiero dopo la bara
Che verso la luce volge
o la luce abita
in un sorriso si rispecchia
e il purgatorio diventa la tristezza
Lo sguardo verso di se
è lo specchio più vicino…
IL SOGNATORE DALLA FAME
(per Knut Hamsun)
Il muro è il muro
sebbene il Colore
risiede,
solo l’osservatore
dalle galee eterne
che il galeotto non è
nemmeno Golia
e l’onda che arriva
impavida sui remi batte ;
Lui l’ancora
né un approdo
non perde mai.
I suoi fianchi nell’antichità
le fronde adornarono
e allora sul vuoto
solo per fare l’eco
la sovrasta
E l’intento il Colore che adorna
o il blu quando il remo s’impiglia
all’alba la nota aspettava
e sopravvisse, sopravvisse, sopravvisse …
E l’urlo del uccello al di sopra
ma con lo sguardo umile
non è invano?
SOGNATORE DELLA FONTANA D’ORIONE
(a Domenico Pisana)
Lo sguardo che dorme
In ogni onda
Quale la pupilla tocca
Matura
E veglia
E la luna
Dal momento
Che un faro fu
Dalla parola incantato
O impazzito
Alta marea in questa serata
Forse piega
Messina dorme
Con l’inchiostro bordata
O solo determinata
In sicurezza dorme
Mentre solo Lui sa…
Emir Sokolović è nato nel 1961. ed è uno dei più grandi poeti, scrittori e liberi pensatori bosniaci contemporanei. Nel corso della sua carriera ha ricevuto molti riconoscimenti ed ha all’attivo numerose pubblicazioni tra cui romanzi, antologie e raccolte. Le sue opere sono state tradotte in italiano, polacco, rumeno, arumeno, inglese e francese. Dal 2012 gestisce il Klub Plava Paleta-Armagedon e dal 2015 promuove insieme al Klub ed in collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica Italiana a Sarajevo il Festival Internazionale di Poesia “Pero Živodraga Živkovića” (La Piuma di Živodrag Živković).
Nel 2019 ha realizzato con la collaborazione del Prof. Paolo Maria Rocco per la casa editrice LietoColle la prima antologia multilingue dei poeti balcanici contemporanei intitolata “Antologia di poeti contemporanei dei Balcani”.