Home Approccio Italo Albanese L’ESERCIZIO DELLA SATIRA ATTRAVERSO LA METRICA DELLA FILASTROCCA

L’ESERCIZIO DELLA SATIRA ATTRAVERSO LA METRICA DELLA FILASTROCCA

LA MEGERA PSICOPATICA

DI MARIA TERESA LIUZZO

Sbirulina come il vento, la ”cecata di Sorrento”.
Un cerchio alla botte ed uno al vino
tira l’acqua al suo mulino.
Che disastro che diluvio,
sarà l’Etna o il Vesuvio?
Menestrello alla buon’ora che suonava la mandòla.
Topo Gigio impenitente è Nettuno col tridente.
Sarà falso sarà vero,
chi è la Donna del Mistero
che sposa Gesù nel monastero?
La megera è in una pozza,
la mozzarella arriva in carrozza.
Topo Gigio è impertinente, deleteria è la sua cotta:
ama il rischio e la ricotta!
Poverino è sotto scorta.
”Non tradirmi mare nero”
non trasformarmi in Calimero!
Che tragedia che sfortuna,
pure il tapiro scappò sulla luna.
La megera maledetta continuò la sua vendetta.
”Non sei altro che un ignavo,
sei e resterai un mio schiavo.
Un ovetto c’è per te
dalla megera coccodè.
Contagiosa la megera
è davvero un’anima nera.
Poveri ”Cristi ” le sue pedine,
lei la marcia lestofante
li manda in guerra come fanti:
dall’invidia consumata, dagli stupidi osannata,
la megera psicopatica!
”Non la devi pubblicare
intima ai ”ratti” suoi giullari.
No, lei no!
Mi ha fatto male
non si è fatta abbindolare,
no, lei no, sul tuo portale!
Chiudi e oscura l’altra ”porta”
lascia a me una grande sosta.
Il mio cuore è troppo amaro,
sii anche tu il mio somaro!
Gioca bene le tue carte
so che a te piace il ”latte”.
La mia faccia come suola
ti darò la mia figliola.
Amo il tuo scodinzolare
col mio verso devi andare.
Lancia pure la tua lenza,
son la monaca di ”Monza”.
Io decido la tua sorte, gioca bene le tue carte:
obbedisci o son ricatti!
Ho preso un grande abbaglio
sarò presto il suo bersaglio.
A noi in tenebre ci riduce
il suo abito è la LUCE!

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