TRADUCE IN ITALIANO MARIA TERESA LUZZO – DIRETTORE E FONDATORE DELLA RIVISTA DI CULTURA INTERNAZIONALE ”LE MUSE” (ITALIA)
Dalle arcate del cielo un gelido sguardo pende dagli occhi del tempo.
Le cime millenarie dei monti,
dipingono come in un racconto la vita trascorsa dei secoli
che offrono ad ogni viaggiatore che s’inoltra in quei luoghi immacolati.
Come se i fili setosi del tempo attraversassero il destino percorrendo la cruna dell’ago.
Lungo i fiumi che scorrono dove il cielo si riflette,
gli spiriti sono i guardiani di quel Tempio immerso tra gli alberi secolari.
Nel sangue dell’uomo ricco di virtù e conoscenza,
la stagione dei fiori è soltanto lo splendore fugace di un momento.
Silenziosamente, durante l’autunno, una foglia dopo l’altra ondeggia nell’aria.
Siamo il cuore della polvere e un giorno ci dissolveremo come pula al vento.
Le stelle hanno formato una scacchiera, il battito cardiaco illumina i sogni.
Nell’immenso teatro della natura gli ingegneri e i loro tecnici
sono impegnati nel fotovoltaico impadronendosi delle montagne
con i segnali che indicano il percorso dei fiumi tra le meraviglie
del cosmo e la spettrale desolazione.
Osservandoci meglio siamo il riflesso di noi stessi
minuscoli e scintillanti corpi cosmici.
Nei boschi, il vento s’affaccia borbottando
per risvegliare la libertà della mia anima.
Questa terra selvaggia è una scultura primordiale tra cielo e mare.
Quando il sole tramonta nel suo letto di fuoco
disperde tra i solchi i semi della saggezza che si tramandano da un viaggiatore all’altro
come poesie nell’archivio miracoloso della nostra mente.
Dentro di me, il flash del risveglio che attendo da sempre.
T. I. T.